4 Giugno 2025

“Il limite” raccontato in arte dagli studenti

La mostra al liceo artistico Umberto Boccioni di Milano ispirata a un testo del filosofo Remo Bodei, è corredata da un catalogo con la prefazione della dirigente scolastica Stefania Caterina Giacalone.

4 Giugno 2025

“Il limite” raccontato in arte dagli studenti

La mostra al liceo artistico Umberto Boccioni di Milano ispirata a un testo del filosofo Remo Bodei, è corredata da un catalogo con la prefazione della dirigente scolastica Stefania Caterina Giacalone.

4 Giugno 2025

“Il limite” raccontato in arte dagli studenti

La mostra al liceo artistico Umberto Boccioni di Milano ispirata a un testo del filosofo Remo Bodei, è corredata da un catalogo con la prefazione della dirigente scolastica Stefania Caterina Giacalone.

Che cos’è il limite? Mostro, paura, insicurezza, tremore, rigidità, e tutto quel corredo di dolore e impedimento, che alza una parete di vetro, che riflette mancanze, e nell’ardua impresa di varcarla, si continua a scivolare, ci si fa male: a volte, tanto. Per un artista, vivere con mente aperta, equivale ad atterrare barriere, con un’immaginazione libera e visionaria. É quello che hanno progettato e concretizzato, giovani talenti del corso di Figurativo del Liceo Artistico “Umberto Boccioni” di Milano, la cui attivissima e sensibile Dirigente Scolastica é Stefania Caterina Giacalone.

Stefania Giacalone, dirigente scolastica del liceo artistico Umberto Boccioni di Milano.

Così, sapientemente guidati dai due curatori della mostra, la docente di Discipline Plastiche Francesca Alparone e il docente di Discipline Pittoriche Diamante Faraldo, gli studenti hanno avviato una profonda analisi del concetto di limite, per architettare le loro opere. I risultati sono stati sorprendenti: gli scultori e i pittori hanno raccontato e trasmigrato dentro creazioni uniche, la propria idea sull’argomento. E nella diversità, il filo rosso che li ha legati, risiede nella convinta idea collettiva, che la sostanza del limite stesso, è permeato della forza pervicace, con cui si vuole e si riesce a cancellare.

Il 31 Maggio dalle ore 17.30, un pubblico numeroso e partecipe è entrato nello storico liceo Artistico meneghino “Umberto Boccioni”, per ammirare questa esposizione, fruibile su prenotazione, fino al 30 Giugno. Si sottolinea che con tale modus operandi, l’istituto non resta una monade autoreferenziale, ma dialoga con il territorio, offrendo un nobile operato, in un connubio che restituisce il senso medesimo del fare scuola.

La mostra visitabile fino a fine giugno (piazza Arduino, 4 Milano, zona City Life) è corredata da un catalogo con la prefazione della Dirigente Scolastica Stefania Caterina Giacalone.

“Questo catalogo raccoglie le opere conclusive degli studenti del quinto anno del Liceo Artistico, esito di un percorso formativo intenso, complesso e profondamente umano. In una città che pulsa di stimoli visivi, culturali e sociali, il liceo Boccioni si afferma come presidio vitale della creatività, luogo attraversato dalle tensioni e dalle suggestioni della contemporaneità. Qui, l’arte non è solo tecnica o disciplina, ma si fa linguaggio etico, interrogazione sul presente, sguardo sul futuro. Il liceo insegna a leggere la realtà con occhi nuovi, a dare forma all’invisibile, a trasformare le fragilità e le sensibilità in risorse, in voce, in visione. Le opere che seguono sono testimonianze di talenti in formazione, ma anche affermazioni identitarie, tracce sincere di giovani che imparano a stare nel mondo, creando. In un tempo che tende a semplificare, l’arte ci restituisce complessità, e il liceo artistico il compito – sempre attuale – di custodirla e coltivarla”.

I commenti dei due curatori della mostra:

Francesca Alparone

“il mio concetto di limite è che tutti, a qualunque livello, lo subiamo, coinvolge e, prima o poi, dobbiamo farci i conti. Oggi più che mai con le guerre in atto, che sono la violazione del limite più eclatante, nell’offesa dei confini altrui, la tematica appare in tutta la sua veemenza. Io sono partita da un progetto pregresso: ho chiesto agli studenti quale fosse il concetto di limite, e si è ragionato assieme, esponendo ad una piccola comunità com’è la classe, timori reconditi. Ognuno ha aperto le porte segrete dell’anima, molti hanno pianto, oppressi da blocchi diventati trappole da cui non si ravvede la fuga. Alla loro età, è stato fatale travasare in problematiche interiori: un muro ed una sofferenza insormontabili! Abbiamo lavorato sull’essenza, in un percorso a cielo aperto, ed a livello educativo, si sono mossi in modo fluido e libero. A volte pittura e scultura si sono intrecciate, altre si è imboccata una strada piuttosto che un’altra. I punti di debolezza emersi, sono rilevati in pochi appoggi culturali di sostanza: così assorbiti dalla rete, si legge sempre meno, e talvolta manca l’ancora preziosa di salvataggio del libro, colmato con l’istinto. La paura ha rappresentato un comune denominatore, espressa anche da chi, apparentemente, sembrava sicuro e spavaldo. Comunque, è stato un viaggio entropico, un’esigenza sfociata in prodotti finiti di pregio. Ovviamente, è apparso basilare ragionare, in fase ideativa, sulle possibili vie da seguire: abbracciare un’intuizione, e magari modificarla o abbandonarla in corso d’opera, rendendosi conto che, nel passaggio al concreto, non funzionava. Si oscilla tra la frustrazione degli sbagli, e la gioia nell’avere acceso il giusto focus. Il punto di forza é convivere in un contesto vivace come la scuola, fonte di continuo stimolo. Infine, montata la mostra, i ragazzi devono essere pronti ad accettare i commenti e le reazioni del pubblico esterno: in balia del giudizio, che si augura positivo, sono le critiche negative, se metabolizzate in modo adeguato, che aiutano non solo a crescere ed affinare come artisti, ma ad imparare a navigare nel mare aperto del mercato dell’arte.”

Diamante Faraldo

“La mostra parte dal testo del filosofo Remo Bodei, intitolato “Limite”, e si chiama proprio così. Al netto dell’analisi che l’autore effettua, sviscerando il tema in tutte le sue forme, gli allievi hanno riflettuto sulle sfumature di tale assunto, afferrando ognuno un suggerimento particolare, dopo fortemente personalizzato. Oggi le arti non possiedono più i contorni categorici del passato e d’altronde, sarebbe porre un limite al dispiego della fantasia, ingabbiare i processi artistici in una direzione piuttosto che in un’altra. Non hanno stabilito, a priori, di declinare la pittura piuttosto che la scultura, dato che l’arte racchiude un’immensa complessità, ed anche i linguaggi ed i mezzi espressivi sono multipli. Alcuni sono approdati ad una fusione dove la pittura ingloba elementi plastici, o viceversa. Altri, hanno optato per un espressione netta, pittorica o plastica. Tuttavia li ho da sempre educati a guardare il progetto nella sua totalità. Anche l’uso dei materiali è stato eterogeneo, e corroborato da uno studio propedeutico, con ricerche iconografiche ed analogiche. La capacità di simbolizzare dei ragazzi è stato un punto su cui lavorare: rendere visibile l’invisibile, e reale la fantasia, non è semplice. Si è camminato per tre anni, fino a possedere i requisiti idonei alla realizzazione della mostra, che è corredata da un bel catalogo. I punti di forza derivano dalla gioia di osservare alcuni veri talenti, che toccano punti di eccellenza da artisti, e non da studenti: si è osato cimentarsi con grandezze importanti, oltre il limite scolastico. Io ho uno studio personale in via Varesina a Milano, eppure mi rendo conto che vivere d’arte non è facile. La globalizzazione ha creato una frantumazione, ed il mercato della committenza è stravolto rispetto al passato. Consiglio ai ragazzi di frequentare l’Accademia per potere, un domani, insegnare. Con le classi, si sviluppa un processo di osmosi, in cui si consegna la propria sapienza, si semina, e dall’altra parte, si ricevono emozioni spontanee ed incontaminate. Rimandando al concetto di limite: invito i giovani a superarlo, superandosi. Sempre.”

I nomi degli artisti espositori della mostra “IL LIMITE”: Maddalena Agnoletto, Leonardo Barni, Rebecca Biancotto, Aurora Boccaforno, Cherylle Bugaoan, Francesca Butti, Greta Cavallo, Sofia Cherchi, Aura Croci, Vergel Rossen Em, Aliseo Galliani, Simone Gaudino, Varvara Karavaeva, Amelia Lanzi, Alejandro Lopez, Joyce Mamaqi, Lara Marchiori, Sara Mattina, Letizia Palladini, Noemi Pannucci, Giada Tesauro.

Caterina Abbate, Marie Benedicte Banderali, Micol Melileo, Chiara Galli, Rebecca Scollao, Kevin Mutabera, Leonardo Pili, Sara Sibio, Irene Palombella, Matilde Prestia, Charlie Zatri.

Ecco il link esplicativo con informazioni sugli autori e le relative opere

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Immagine di Cinzia Alibrandi

Cinzia Alibrandi

Autrice messinese ma milanese di adozione, laureata in Lettere presso l'università "La Sapienza" e diplomata all'"Accademia di arti drammatiche" di Roma. Ha un passato di attrice, specialmente teatrale, con qualche incursione nel cinema. Oggi insegna italiano e storia nel triennio di Architettura del liceo artistico milanese "Boccioni", dove ha ideato, organizzato e curato i "giovedì letterari", aperti sul territorio, per la biblioteca, intervistando autori italiani di spicco nel panorama nazionale. È sei volte edita con 'Anna e i suoi miracoli' - Armando Siciliano editore, 'Petali di Marta' - Ensemble e con 'Torna a casa lettera' - Ensemble, Collana Pongo (di cui è stata inventrice e direttrice editoriale), 'Storie di amori e disamori- dalla A alla Z e ritorno’ - Giulio Perrone Editore, 'La vita é così' - Mondadori/Piemme, scritto con la famosa attrice Dalila Di Lazzaro, e sua biografia, e la biografia scritta con il noto stilista lombardo Martino Midali pubblicata da Cairo ‘La stoffa della mia vita-un intreccio di trama e ordito’, presentata a Milano da Jo Squillo, a Roma da Stefania Sandrelli, a Napoli da Marisa Laurito. Cinzia Alibrandi ha promosso e ha girato in Italia e all'estero (Dublino e Londra) con degli happening legati al lancio dei suoi libri, stabilendo un ponte culturale con noti stilisti (Chiara Boni, Maria Grazia Severi, Martino Midali, Cettina Bucca, Josè Lombardi, Gerardo Orlando, e le siciliane Tina Arena, Milena Bonaccorso, Miluna) ed orafi raffinati (Stroili, Stellina Fabbri, Francois Larnè, Pippo Alvaro). I suoi romanzi hanno la prefazione prestigiosa dell’autore internazionale Andrea G. Pinketts; "Petali di Marta" si avvale della copertina a opera della fotografa di moda Agnes Spaak, sorella dell'attrice Catherine. Ha vinto il 'Premio Sicilia'- sezione Letteratura nel 2014; il Premio 'Orgoglio siciliano' nel 2015 - sezione Letteratura; il Premio Speciale alla Carrera al T.A.R.C. Pagliara 8^ Edizione nel 2019. Ha ideato e ha curato per "Assodigitale"per un biennio una rubrica settimanale molto seguita, "tacco & stacco". È giornalista professionista e collabora in modo fisso con i settimanali ORA, VOI, TUTTO, dove intervista le star, e ha una rubrica fissa in cui scrive di amore e tematiche di coppia nel mensile “LEI STYLE”, e intervista i più grandi pensatori italiani.
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