Nel quartiere trendy di San Salvario, quello nei dintorni di Porta Nuova con tante insegne multietniche, il Bòja fàuss è un ristorante diverso, davvero.
La traduzuone del nome è spiegata con un’esclamazione di stretta origine piemontese, una specie di imprecazione, di stupore o di rabbia.
Carne di vitello e salsa tonnata, acciughe e panna, frutta e cervella non bastavano a far da attrazione al popolo della notte che si aggira da queste parti. Il programma televisivo «Cucine da incubo» con Antonino Cannavacciuolo, chef partenopeo pluripremiato è arrivato qualche anno fa proprio al momento giusto.
“Volevamo un rinnovamento e anche un aiuto, devo dire sinceramente” ci dice Jacopo Balbo, che gestisce la sala, socio dal 2011 dello chef Roberto Notarpietro. La crisi non risparmiava nemmeno il quartiere in rimonta e le tensioni si facevano sentire. Ma quello che di più bello ha fatto la tv “è che in pochi giorni ci hanno fatto un restyling che per noi sarebbe durato mesi. Hanno cambiato tutto e hanno interpretato la nostra voglia di innovare restando ancorati nella tradizione culinaria del posto. E oggi è ancora così”.
Il locale, oltre a proporre cucina davvero autentica e godibile, è quindi molto orientato all’eleganza della presentazione e al comfort anche visivo dell’ambiente. Un’occasione per vedere con mano cosa può fare di reale la magia della tv.