Caponetti è volto e voce nota per i lettori di The Way Magazine. Negli ultimi anni ci ha convinto con le sue performance a SanNoLo e si è fatto conoscere nella scena indie milanese come il cantante erudito col piglio semplice dell’amico della porta accanto.
Oggi è un piacere rivedere il cantautore marchigiano sotto l’egida della Carosello Records per il lancio dell’EP “Maddai” con la presenza di Gianmarco Manilardi e KATOO (Mahmood, Tommaso Paradiso), produttore della maggior parte delle tracce dell’EP, insieme al quale Caponetti ha dato vita ad un mondo sonoro leggero, malinconico e tipicamente italiano – a tratti scanzonato – i cui testi raccontano con schiettezza i piccoli e grandi drammi del quotidiano.
“MADDAI” è una collezione di canzoni di chi si è appena affacciato ai trent’anni e ama la mescolanza tra il mainstream e la letteratura: dall’oroscopo di Paolo Fox a Star Wars, dai documentari sui grandi predatori all’elogio alla solitudine di De Andrè, dalla serie B alla religione. Una scrittura fresca e vissuta, fedele alla vasta gamma di ascolti ed esperienze che il protagonista ha collezionato in giro per l’Europa dagli anni 90 in poi. Forte della vittoria al “Genova per Voi” – importante contest per autori emergenti – nel 2017, Caponetti ora arriva al grande passo con ambizione (“vorrei ascoltare un mio pezzo in radio”) e la giusta fame di appagamento. “A me piace suonare – ci racconta – quindi il fine ultimo di questa fase è sicuramente il poter fare un tour dove ci sia scambio, incontro di energia col pubblico che viene e canta i miei pezzi. Sarebbe bellissimo”.

Il tuo EP comprende due singoli già editi, Ascoli FC e Google Maps. Come li hai armonizzati con gli altri tre brani?
Ho incluso questi singoli che sono usciti tra aprile e luglio perché tutte le canzoni hanno un filo conduttore che è la cultura pop. Ritroverete nei testi la Serie B, le applicazioni del cellulare e il modo di dire colloquiale “Maddai” che dà il titolo all’EP. Sono amalgamate dal mio sentimento, ho messo dentro tutte le referenze che mi hanno forgiato per anni. Ascoli FC è un omaggio ai Beatles ed Elton John. Google Maps è un po’ più Frusciante e Cigarettes After Sex, l’ultimo pezzo, Solo, gravita un po’ più verso Oasis e The Verve.
Quale è stato il ruolo del produttore?
Due anni fa facevo l’autore per Universal e ci hanno messi assieme per lavorare e un paio di canzoni, che sono venute subito fuori. Da lì è nato stimolo e anche stima tra me e Katoo, andiamo in studio e suoniamo entrambi, veniamo da mondi diversi ma con tanti punti in comune, che vuol dire essere capaci di contaminarsi. Così è nata amicizia assieme a un legame professionale. Adesso c’è anche un modo di fare molto veloce dopo il rodaggio iniziale che era necessario.
Perché hai scelto la forma dell’EP per uscire adesso?
La scelta dei pezzi è stata frutto di una revisione di 15 canzoni e abbiamo deciso che queste potevano appartenere a questo periodo, anche in accordo con la casa discografica. Secondo me c’è un bell’excursus.
Sei alla ricerca di riconoscibilità?
Io spero di riuscire a mettere le cose che amo in maniera sincera dentro la mia musica. Evitando di usare formule già utilizzate, s’intende, perché vorrei slegarmi dagli schemi per fare davvero quello che mi piace. Come la mia passione per l’assolo che penso che affiori sempre con sorpresa in molti dei miei brani.

Come definiresti i tuoi testi?
Vado molto a cuore e sentimento, cerco di fare canzoni su cui non ho niente da ridire. Bisogna avere idea, coerenza e originalità. Parto da una suggestione e la sviscero in tutti i modi e a quel punto faccio autoanalisi e ci lavoro molto. Dal punto di partenza istintivo poi c’è una severità a cui devono andare incontro queste canzoni, che è mia. La mia scrittura è molto personale e quindi questo è uno dei motivi per cui non ho continuato a fare l’autore. Per funzionare, le cose devono essere vere.
Visto che parli anche di temi privati, pensi ci sia qualcuno che ti chiamerà dopo l’uscita?
Spero di no, dentro questa pubblicazione ci sono anche tutte le esperienze del mio vissuto, è una parabola. Parte da Google Maps che è un brano sul disorientamento e solitudine. Poi ci sono degli accenni più personali su questo tema in Ascoli FC, il discorso si sviluppa con Maddai, dove c’è un primo incontro tra due persone che si piacciono. Nel quarto brano, “Batman Autogrill” c’è la celebrazione di un amore che trionfa anche in un non-luogo. Ma l’EP finisce con “Solo” che riporta alla solitudine e disillusione.
Una chiosa malinconica, come mai?
Penso che ci sia l’accettazione dello stato delle cose in maniera consapevole, mentre all’inizio c’è la paura di quello che ti gira intorno. A un certo punto della vita, io che sono fatalista, tendo a pensare che doveva andare così. Se riesci a cogliere il bagaglio di esperienze importanti che la vita ti offre, ne fai tesoro per il prossimo giro.

Inizia a suonare la chitarra all’età di 10 anni, a 17 continua i suoi studi a Fiesole (FI) presso l’accademia musicale Lizard. Inizia a scrivere canzoni durante gli anni d’università, passati girovagando per l’Europa, e si laurea in Economia. Si trasferisce a Milano nel 2012, finisce gli studi alla Statale e inizia a lavorare in azienda ma dopo sei mesi realizza che non è felice e decide di licenziarsi per dedicarsi alla musica, sua autentica passione.
Facci capire come cambia il tuo mestiere. Adesso che hai una label e una squadra, hai più ambizioni o responsabilità?
Penso di essere più consapevole, ho capito tante cose e ho conosciuto me stesso. Ho preso consapevolezza di me, di cosa posso realizzare, questo è un mestiere, vero, ma l’obiettivo della vita è migliorarsi. Scrivere è una crescita per evolversi, e farlo in una squadra che mi offre stimoli è ancora più forte. La crescita umana è strettamente legata alla scrittura, e più riesci a muoverti artisticamente, più riesci a decodificare e trasmettere emozioni.