Un nuovo appuntamento a Venezia per Giuseppe Modica, notissimo artista siciliano di cui hanno scritto negli anni, critici come Maurizio Fagiolo dell’Arco, Claudio Strinati, Vittorio Sgarbi, letterati e filosofi da Leonardo Sciascia ad Antonio Tabucchi, da Roberto Calasso a Giorgio Agamben.
In questa selezione di opere in mostra, Modica esplora il concetto di “distanza” quale elemento pittorico, percettivo. “La sua è una contemplazione dello spazio, costruita attraverso un dialogo tra primi piani e orizzonti lontani, che si dilata fino a intercettare terre remote, apparizioni fortificate, presenze tra il reale e l’immaginario. L’artista plasma la pittura come una soglia, un filtro: uno spazio fenomenico ed emotivo in cui la geometria dell’aria e la tensione della luce si fondono in una prospettiva fluida, capace di racchiudere memoria, presente e futuro”.


Come osserva il curatore Silvio Pasqualini: “Nella pittura di Modica si intrecciano due piani fondamentali: un piano poetico, onirico – ma nel senso narrativo – e una grande curiosità per gli studi architettonici… È la costruzione del paesaggio a partire dall’orizzonte, dove si eleva il verticale, su cui le cose e gli accaduti si articolano”. Come sottolinea ancora Pasqualini, “Guardare a distanza significa non solo ricordare, ma fare un’esperienza corretta e precisa delle cose”. Tale approccio rievoca quella dimensione metafisica spesso associata a Modica, vicino all’arte di de Chirico: una pittura che “offre una linea di evoluzione e di ricerca all’interno di una sospensione totale, di una pausa assoluta”.
Le sue visioni metafisiche affondano radici nella realtà e restituiscono immagini di terre lontane e sagome di navi da guerra. Una pittura quasi sospesa tra immobilità e vertigine. Claudio Strinati sottolinea ancora che Giuseppe Modica rappresenta una figura emblematica della pittura italiana contemporanea. Nato nel 1953 a Mazara del Vallo, Modica ha sviluppato fin dagli anni Ottanta una forte identità pittorica. La sua arte si inserisce nella grande tradizione pittorica che da Piero della Francesca giunge fino a noi, proiettandosi verso il futuro”.
Il tema della riflessione assume un doppio significato: quale pensiero speculativo e riflessione come immagine specchiata. Le opere di Modica descrivono una percezione indiretta, capace di restituire la bellezza enigmatica di ciò che è oltre lo sguardo immediato. Per Modica, il tempo diventa «tempo del ricordo, della sublimazione della memoria, un tempo in cui l’infanzia – con il suo mare, la sua luce, il suo blu – si fa bagaglio di ispirazione. «Tutti noi ci portiamo dietro l’infanzia, in valigia», ricorda Pasqualini, e per Modica questo bagaglio diventa linfa vitale per la sua arte. le opere esposte nella personale “Sguardo a distanza” costituiscono l’incipit a lasciarsi coinvolgere in una visione che è in bilico tra memoria e fania, tempo e locus per cogliere il senso dell’ars pingendi.

Testo di Teobaldo Fortunato, foto delle opere courtesy ufficio stampa Rosi Fontana
SGUARDO A DISTANZA
Giuseppe MODICA
12 maggio – 12 giugno 2025
Vernissage12 maggio 2025 ore 18:00
Blue Gallery
SESTIERE DORSODURO 3061 – VENEZIA
In foto di apertura: Ritratto di Giuseppe Modica. Foto di F.Scianna, 2005. Scattata al loggiato di S.Bartolomeo.