La mostra al Silos, personalmente curata da Giorgio Armani, ora ha una contiguità con l’arte di Flavio Lucchini. Il suo art Museum a Milano ha inaugurato un’esposizione dove la moda del grande stilista piacentino dimostra essersi impossessata anche di altre forme espressive. Ed è solo l’ultimo in ordine di tempo di grandi omaggi che la città di Milano sta rendendo allo stilista recentemente scomparso. La mostra di abiti alla Pinacoteca di Brera ha infatti avuto una grande serata di commemorazione con il gotha del fashion system mondiale pochi giorni fa.
L’influenza di Giorgio Armani nelle opere di Flavio Lucchini
Il Martedì e il Giovedì, dalle ore 14.30 alle 18.30, è possibile visitare oltre alla mostra “Grazie Giorgio”, tutto il museo e l’archivio di Flavio Lucchini tramite visita guidata, 10 euro. Altri giorni e orari, su appuntamento.
Una mostra nata quasi d’impulso, sul filo del ricordo e della gratitudine. “Grazie Giorgio – L’influenza di Giorgio Armani nelle opere di Flavio Lucchini” è l’omaggio personale e affettuoso di Lucchini al grande stilista scomparso, da cui lo separavano pochi anni di differenza, un amico e compagno di viaggio che ha segnato in modo indelebile la moda e la cultura italiana. Nel personal museum dell’artista, il FLA FlavioLucchiniArt Museum al Superstudio Più di via Tortona, lo spazio Atelier ospita una selezione di opere, sculture e dipinti realizzati negli anni da Lucchini pensando a Giorgio, anticipata da un’installazione in vetrina su strada, nella window gallery a rt. box all’ingresso di Superstudio. Un omaggio al Re della moda, la cui scomparsa improvvisa ha profondamente colpito il mondo intero e ha mostrato come la sua influenza, oltre i collaboratori e gli amici più vicini, abbia toccato anche altri ambiti della società, come testimoniato dalle 16.000 persone accorse alla camera ardente.
Flavio Lucchini non solo è stato il primo che ne ha intuito il valore agli inizi della sua carriera e l’ha lanciato sulle sue prestigiose testate (Vogue, L’Uomo Vogue, Donna, Mondo Uomo) ma ne è stato direttamente influenzato quando ha scelto di lasciare l’editoria per l’arte. Molte delle sue opere raccontano infatti la moda degli anni 80/90 ispirandosi, nei tratti, nelle forme, nei colori, alle linee rigorose della sua moda che mentre “scioglieva” le rigidezze dell’abito maschile, regalava una nuova sicurezza alla donna “in carriera” senza sminuirne la femminilità. Giacche dalle spalle decise, toni neutri, il famoso greige, scollature dal disegno netto e audace, disegnavano il nuovo stile italiano dopo l’ubriacatura degli eccessi dei primi anni 80.
Flavio Lucchini e Giorgio Armani sono sempre stati vicini, da quando nel 1974 l’art-director ha composto a mano il primo logo dello stilista con il Bodoni, carattere originale di Vogue America, a quando Armani ha scelto per il suo Teatro e il Silos proprio la via Bergognone, collocata tra i due Superstudio fondati da Lucchini con la moglie Gisella Borioli, gli studi fotografici di via Forcella dove Armani realizzava le sue campagne e l’hub per eventi di via Tortona utilizzato in altre occasioni. Una collaborazione di oltre di cinquant’anni anni dove stima e amicizia non avevano bisogno di altre conferme.
“Ho sempre pensato che per Giorgio Armani il vestito fosse soprattutto un fatto culturale e dovesse rappresentare la nostra epoca – racconta Lucchini – un elemento importante per far capire chi siamo sia come singoli che come gruppo sociale. La grandezza di Giorgio sta anche nel fatto che per lui il vestito non fosse un semplice abbellimento o status symbol per presentarsi agli altri ma un portatore di messaggi, una testimonianza di contemporaneità, un riflesso della vita che viviamo. Nelle mie opere ho reinterpretato l’abito femminile con la stessa visione, andando oltre l’apparenza e l’effimero che la moda suggerisce. Debbo molto a Giorgio, e questo si legge chiaramente nei molti lavori che richiamano le sue linee e in tutti quelli concepiti per fare emergere i segreti che la moda contiene e nasconde.”
La mostra “Grazie Giorgio” non è solo un tributo a un’amicizia, ma anche l’occasione per entrare in un universo unico e sorprendente. Il FLA – FlavioLucchiniArt Museum, nascosto tra gli spazi del Superstudio Più, quasi segreto e conosciuto soprattutto tramite passaparola, accoglie il pubblico tutti i pomeriggi dal martedì al venerdì (altri giorni su appuntamento). L’Atelier di Lucchini e i sottostanti ex rifugi antiaereo sono stati trasformati in 2.000 metri quadri di spazi espositivi, un labirinto con 20 stanze tematiche, oltre 650 opere, dalle sculture monumentali ai digital painting, dai bassorilievi Dress Memory ai Totem, e ancora le Dolls, i Flowers, i Toys, le Icons, i Burqa… fino ai progetti editoriali e agli archivi di una vita.
Qui moda e arte si intrecciano continuamente, in un percorso visionario che racconta la moda non come superficie effimera ma come specchio dei tempi, cultura viva, materia da interrogare. Un luogo in cui l’arte non si guarda soltanto, ma si vive con gli eventi speciali organizzati dal museo, tra talk, workshop, mostre temporanee, progetti no profit e collaborazioni con giovani artisti.
FLA FlavioLucchiniArt
Un “personal Museum” al Superstudio Più rende evidente la forte connotazione art che caratterizza questo luogo creato per valorizzare la creatività, il talento, l’innovazione del suo fondatore, Flavio Lucchini, art director, editore, imprenditore ma soprattutto artista. Collocato nel Tortona District, a pochi passi dal MUDEC e dal Silos di Armani, è il terzo spazio dedicato all’arte contemporanea al Superstudio, insieme alla MyOwnGallery, galleria dedicata ad esposizioni unconventional, e alla installazione Terzo Paradiso, donata da Michelangelo Pistoletto, sul Roof della palazzina Art Point.
Flavio Lucchini nasce a Mantova studia architettura a Venezia e arte all’Accademia di Brera a Milano. Fin da giovanissimo si mette in mostra per l’audacia e la modernità del suo lavoro grafico. Trasferitosi a Milano, crea e porta al successo le più importanti riviste di moda italiane (da “Fantasia” ad “Amica”, “Vogue”, “L’Uomo Vogue”, “Lei/Glamour”, “Moda”, “Donna” e altre); scopre i nuovi talenti della fotografia, della grafica e del giornalismo e tiene a battesimo sui suoi giornali tutti i più grandi stilisti. Per trent’anni è il più influente personaggio dell’editoria di moda italiana. Nel 1983 fonda a Milano con la moglie Gisella Borioli il primo iconico Superstudio (ne seguiranno altri tre). Nel 1990 abbandona tutti i suoi incarichi per dedicarsi esclusivamente all’arte, o meglio alla sua Fashion Art (corrente e tendenza a lui attribuita), prevalentemente scultura, pittura e digital painting. Si susseguono da quel momento in poi numerose personali, collettive, la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 2011, premi e progetti speciali.
II rapporto affettivo di Lucchini con le sue opere, create per una urgenza di espressione personale, per indagare il mistero della moda da un altro punto di vista e non per il mercato dell’arte, l’impegno totale al lavoro da mattina a sera, ha fatto sì che centinaia di opere si accumulassero nel suo archivio. E quando qualcuna partiva per una galleria, un museo o la casa di un collezionista, altre subito la rimpiazzano grazie a una attività di creazione senza soluzione di continuità. Arrivare a un luogo che le mostrasse coerentemente nel suo insieme è stata la conseguenza.
Dall’unione dell’Atelier in cui ha lavorato per anni e del basement sottostante (ex-rifugio antiaereo della General Electric al tempo della Seconda guerra mondiale) è nato il FLA FlavioLucchiniArt Museum – atelier, museo e associazione no-profit: oltre 30 anni di sperimentazioni, 2000 metri quadri, 20 stanze tematiche, più di 650 opere esposte, che ci fanno capire quanto la Moda sia molto di più che un semplice vestito: una vera e propria “creazione”, un’espressione culturale, una metafora della società, una testimonianza dei tempi.
Sculture di grandi dimensioni, bassorilievi, quadri dipinti con tecniche tradizionali o sperimentali, digital painting dove il mouse si sostituisce al pennello, opere grafiche, piccoli o giganteschi totem. Sono tutti dialoghi tra Arte e Moda, a volte drammatici, visionari, preveggenti, a volte ludici, ironici, ingenui. E ancora, libri, cataloghi, poster, grafiche, stampi… Dall’Alta Moda ai burqa. Materiali e tecniche diverse straordinariamente contemporanei perché per Lucchini, dal DNA anticipatore, l’oggi è già futuro.
II Museo FLA FlavioLucchiniArt è un luogo attivo che usa il linguaggio della bellezza per diffondere e stimolare la conoscenza dell’arte e dei linguaggi espressivi che ne sono parte. 18 stanze tematiche con oltre 650 opere esposte di Lucchini, e The Lab, spazio destinato ad ospitare artisti e creativi emergenti.
L’Atelier è il luogo dove incontrare, raccontare, sperimentare, proiettare, mostrare creativi e creatività, coinvolgendo un pubblico di giovani, adulti, anziani ma anche nuovi collezionisti, curiosi e appassionati, avvicinandoli all’arte in modo moderno e alternativo. Mostre temporanee, talk, presentazioni, workshop, eventi.
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