C’è quella sottile linea che separa sorpresa e delusione, peraltro circostanza di cui ci cibiamo abbondantemente ogni giorno, nella mostra coraggiosa di Gian Maria Tosatti. Quando siamo accolti nell’eterna promessa di riqualificazione di Milano, ovvero gli affascinanti e degradati tunnel sotto la stazione centrale, capiamo subito perché il genius loci verrà rispettato. Lia Rumma, da consumata gallerista dirompente, ha architettato un percorso che mescola il reale con l’ingegno artistico, tanto che si fa fatica calpestando i cocci e il sale, a capire cosa sia vita vera e cosa sia frutto dell’immaginario.



Sostanzialmente presso gli ex Magazzini Raccordati della Stazione Centrale di Milano, il nuovo progetto di Gian Maria Tosatti è un’installazione ambientale (dal titolo Paradiso), che non mantiene la promessa, nel senso che la caverna post-moderna in cui si è invitati a fare esperienza mette disagio e per questo resta memorabile.
C’è in contemporanea la mostra Es brent! (Brucia!) presso la Galleria Lia Rumma (via Stilicone, 19, zona Cimitero Monumentale Milano) ma qui siamo a Nolo e location non poteva essere più adatta per Gian Maria Tosatti. L’artista torna a Milano, a due anni di distanza dalla personale al Pirelli Hangar Bicocca, con un intervento visionario sul difficile presente, articolato in due mostre che si riflettono l’una nell’altra. Da un lato Paradiso, installazione site specific dal forte approccio simbolico, pensato per gli ex Magazzini Raccordati della Stazione Centrale di Milano – edifici sotto il vincolo della Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio – e prodotto da Eco Contract + Eco Design e Brembo, con il patrocinio del Comune di Milano. Dall’altro Es brent! la prima mostra dell’artista presso la Galleria Lia Rumma di Milano, che presenta opere pittoriche e installative realizzate tra il 2023 e il 2025.



“Il progetto di Gian Maria Tosatti rappresenta un’importante occasione per Milano di riflettere sul presente attraverso l’arte. Attraverso il suo lavoro, l’artista ci pone di fronte a una visione potente e disincantata della nostra epoca, invitandoci a interrogarci sul nostro ruolo nella società contemporanea. Sosteniamo con convinzione questa iniziativa, che non solo valorizza un’area storica della città, ma sottolinea anche il valore dell’arte come strumento di consapevolezza e memoria.” – ha dichiarato l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi -. “Un progetto che, grazie alla collaborazione tra istituzioni, aziende e studenti, testimonia come la cultura possa essere motore di rigenerazione urbana e di dialogo tra passato, presente e futuro.”
Paradiso è un’installazione concepita e progettata come una immagine distopica e lacerante di un cielo declinato in questo presente storico, in cui ogni prospettiva ideale sembra crollata. Una monumentale opera ambientale che si sviluppa su uno spazio di 3.000 metri quadrati, come un affondo diretto sulla realtà e sul tempo in cui viviamo. Agli occhi del visitatore si apre un paradiso svuotato, ridotto al proprio scheletro, devastato dal tempo o da qualcosa che lo ha lentamente consumato. Le sette volte celesti sono semi-crollate, infiltrate dall’umidità, dall’acqua, tappezzate di precari isolamenti. Le sette grandi aule dove risiedono le gerarchie angeliche sono vuote, abitate da clochard, avvolti nelle loro coperte termiche. Lungo il percorso, tra latrine sudicie e pozzanghere sciolte accanto a cumuli di neve, si insinua la sinistra sensazione che tutto ciò che vediamo sia il risultato di un atto di violenza. Una parete di marmo, su cui sono incisi tutti i nomi degli angeli, è in frantumi. Nell’ultima sala, dietro un grande portale di ferro un binario sotterraneo evoca una immagine indelebile nella memoria collettiva: la strada ferrata che si perde nella notte e conduce ai campi di sterminio.
Paradiso, sarà aperta al pubblico dal 22 marzo fino all’11 aprile 2025 tutti i giorni, dalle ore 11.00 alle ore 17.00 (ultimo ingresso alle ore 16:30). L’ingresso, all’altezza del civico 15 di via Ferrante Aporti a Milano zona Nolo, sarà limitato a cinque persone alla volta.