18 Febbraio 2022

Quando Henri Cartier-Bresson fotografò la Cina negli anni 40

Il reportage del grande fotografo francese sugli “ultimi giorni di Pechino” prima dell’arrivo delle truppe di Mao. In mostra al Mudec di Milano fino a luglio.

18 Febbraio 2022

Quando Henri Cartier-Bresson fotografò la Cina negli anni 40

Il reportage del grande fotografo francese sugli “ultimi giorni di Pechino” prima dell’arrivo delle truppe di Mao. In mostra al Mudec di Milano fino a luglio.

18 Febbraio 2022

Quando Henri Cartier-Bresson fotografò la Cina negli anni 40

Il reportage del grande fotografo francese sugli “ultimi giorni di Pechino” prima dell’arrivo delle truppe di Mao. In mostra al Mudec di Milano fino a luglio.

«Occhio del secolo»: il secolo è il Novecento e l’occhio è quello di Henri Cartier-Bresson (1908-2004), uno dei più importanti protagonisti culturali della nostra contemporaneità considerato il pioniere del fotogiornalismo. Per la prima volta in Italia, al Mudec di Milano, c’è ora, nel 2022 una mostra personale legata a due reportage cinesi per i quali egli è ricordato come maestro assoluto del cosiddetto «Istante decisivo» in fotografia.
La mostra “Henri Cartier-Bresson. Cina 1948-49 | 1958” (Mudec Photo fino al 3 luglio 2022, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura e curata da Michel Frizot e Ying-Lung Su) è stata realizzata grazie alla collaborazione della Fondazione Henri Cartier-Bresson. L’esposizione riunisce un eccezionale corpus di fotografie e documenti di archivio del fotoreporter francese: oltre 100 stampe originali insieme a pubblicazioni di riviste d’epoca, documenti e lettere provenienti dalla collezione della Fondazione HCB.

Il libro di Henri Cartier-Bresson con prefazione del grande scrittore Jean Paul Sartre “D’une Chine a l’autre” (19) e Riccardo Mutti, storico e critico della fotografia, con il presidente della Fondazione HCB dedicata alla memoria del grande fotografo, Serge Toubiana. Fotoservizio dal Mudec di Milano a cura di Gianni Foraboschi.


Un excursus senza precedenti che racconta due momenti-chiave nella storia della Cina: la caduta del Kuomintang (1948-1949) e il “Grande balzo in avanti” di Mao Zedong (1958).
Un momento importante nella storia del fotogiornalismo mondiale, vissuto attraverso il personale approccio del maestro Cartier-Bresson, il quale per primo evidenzia – attraverso l’occhio del suo obiettivo – temi importanti del cambiamento nella storia contemporanea.

I volumi The Decisive Moment (Verve, 1952) e D’una Chine à l’autre (Delpire, 1954), con prefazione di Jean-Paul Sartre, sono una preziosa testimonianza dell’operato di Henri Cartier-Bresson.

L’origine di questo percorso fotografico si deve alla mitica rivista “Life” che dall’America nel novembre 1948 commissionò a Henri Cartier-Bresson un reportage sugli “ultimi giorni di Pechino” prima dell’arrivo delle truppe di Mao. Il soggiorno, previsto di due settimane, durerà dieci mesi, principalmente nella zona di Shanghai.
Cartier-Bresson documenterà la caduta di Nanchino, retta dal Kuomintang, e si troverà poi costretto a rimanere per quattro mesi a Shanghai, controllata dal Partito Comunista, per lasciare infine il Paese pochi giorni prima della proclamazione della Repubblica Popolare Cinese (1° ottobre 1949).
Col passare dei mesi, il suo racconto dello stile di vita cinese “tradizionale” e dell’instaurazione di un nuovo regime (Pechino, Hangzhou, Nanchino, Shanghai), realizzato con totale libertà d’azione, riscuote grande successo sulle pagine di “Life” e delle maggiori altre riviste internazionali d’informazione (compresa l’appena fondata “Paris Match”).


Il lungo soggiorno di Cartier-Bresson in Cina segna una svolta nella storia del fotogiornalismo: l’agenzia Magnum Photos era stata fondata (con la partecipazione dello stesso Cartier-Bresson) 18 mesi prima a New York, e il reportage cinese proponeva un nuovo stile, meno legato agli avvenimenti, più poetico e distaccato, attento tanto ai soggetti ritratti quanto all’equilibrio formale della composizione. Molte di queste immagini sono tuttora tra le più famose nella storia della fotografia (per esempio, il Gold Rush in Shanghai).
A partire dagli anni Cinquanta, a seguito di China 1948-49, Cartier-Bresson diviene uno dei maggiori nomi di riferimento del “nuovo” fotogiornalismo e, in generale, del rinnovamento della fotografia.

In mostra a Milano ci sono anche gli aspetti meno positivi: lo sfruttamento del lavoro umano, il controllo militare, l’onnipresenza della propaganda. Ancora una volta, il reportage China 1958 riscuoterà un grande successo editoriale, con pubblicazioni programmate su scala internazionale, durante la prima settimana del gennaio 1959. Supportato dalla reputazione dell’autore e dalla competenza di Magnum, segnerà in Occidente l’immagine della Cina di Mao fino agli anni Settanta.
Questa mostra, curata da Michel Frizot e Ying-Iung Su, presenta oltre cento stampe originali del 1948-49 e del 1958, insieme a numerosi documenti d’archivio ed è realizzata in collaborazione con Fondation Henri Cartier-Bresson.

MUDEC Via Tortona 56, Milano tel. 02/54917 (lun-ven 10.00-17.00)
DATE 18/02 – 03/07/2022
ORARI Lun 14.30 ‐19.30 | Mar, Mer, Ven, Dom 09.30 ‐ 19.30 | Gio, Sab 9.30‐22.30
BIGLIETTI Intero € 12 | Ridotto € 10
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura.

Read in:

Ti potrebbe interessare:

Iscriviti alla newsletter e ai nostri contenuti speciali!

Vuoi farne parte? Con soli pochi step si entra in un mondo “privè” con alert sulle novità e tanti contenuti esclusivi. Registrati subito e accedi ai contenuti “Privè”