12 Gennaio 2025

Thomas Jorion a caccia di posti dimenticati in Italia

Il fotografo francese espone dal 23 gennaio 2025 alla Podbielski Contemporary di Milano il risultato di un lavoro di ricerca durato 10 anni.

12 Gennaio 2025

Thomas Jorion a caccia di posti dimenticati in Italia

Il fotografo francese espone dal 23 gennaio 2025 alla Podbielski Contemporary di Milano il risultato di un lavoro di ricerca durato 10 anni.

12 Gennaio 2025

Thomas Jorion a caccia di posti dimenticati in Italia

Il fotografo francese espone dal 23 gennaio 2025 alla Podbielski Contemporary di Milano il risultato di un lavoro di ricerca durato 10 anni.

Thomas Jorion ci offre con la sua serie fotografica “Veduta” un tuffo in un’Italia d’altri tempi. La serie di immagini, scattate in Italia fino al 2024, presenta luoghi dimenticati, ritirati dal mondo, teatro polveroso di un tempo congelato intriso di magnificenza decaduta. Palazzi, giardini, masserie, resort estivi… il fotografo ha viaggiato l’Italia da nord a sud per quasi dieci anni per trovare questi luoghi misteriosi e silenziosi di cui nessuno si preoccupa più.

Ora il corpus scelto di quest’opera diventa una mostra unica e irripetibile: alla Podbielski Contemporary di via Vincenzo Monti a Milano, la mostra “Veduta” è in partenza il 23 gennaio 2025 e continua nel solco della galleria per promuovere la fotografia contemporanea nelle sue varie declinazioni. Nel corso della sua decennale esistenza, la galleria, tornata a Milano stabilmente nel 2018, ha ottenuto un riconoscimento mondiale tra collezionisti, colleghi e istituzioni.

Thomas Jorion (nato nel 1976, Francia), vive e lavora a Parigi e viaggia per il mondo per realizzare i suoi paesaggi singolari e senza tempo. Autodidatta, crea le sue fotografie in luce naturale utilizzando una macchina fotografica analogica di grande formato 4×5″. Cattura luoghi in rovina o abbandonati e ci consente di riscoprire e immaginare la loro gloria passata in un’epoca passata. Nel 2013, le edizioni La Martinière hanno pubblicato “Silencio”, un’opera che unisce diverse opere delle sue serie: Silencio, The other America, Konbini, The Quest of the soviets… Dal 2013 al 2016, Thomas Jorion ha concentrato la sua esplorazione fotografica sulle ex colonie francesi; questa nuova serie ha portato a un secondo libro pubblicato da La Martinière “Vestiges d’empire” e presentato in occasione della sua partecipazione alla fiera Paris Photo. Da allora, Thomas Jorion ha ripreso e sviluppato la serie “Veduta” sui palazzi e le ville italiane.

Queste fotografie di palazzi dimenticati con un’estetica singolare tra decadenza ed eterna bellezza, sono un inno alla bellezza e ai tesori nascosti della penisola. E sicuramente fanno venire in mente la meraviglia che il territorio suscitava nei iecheggiano la corrente dei pittori italiani del XVIII secolo che camminavano tra antiche rovine appena affiorate dalle allora recenti campagne di scavi.

© Thomas Jorion, dalla serie “Vestiges d’Empire”

Su “Vestiges d’Empire”, l’altra costola ‘internazionale’ che il fotografo ha ideato per il suo progetto, il focus è sulle rimanenze dell’impero francese, altrettanto suggestive. Thomas Jorion dice: ““La storia dell’impero coloniale francese è ambivalente. Un argomento delicato per alcuni, è carico di avventure e racconti immaginari per altri. Le successive conquiste del Primo Impero, che si estende dalle Americhe al Senegal e all’India, e poi del Secondo Impero, che si estende dall’Africa al Sud-est asiatico, hanno permesso di realizzare molti destini. Immaginiamo questi uomini nelle prime ore della scoperta del mondo, che lasciano un paese, una famiglia per un futuro oltre i mari. Un universo sconosciuto pieno di promesse si è aperto per loro. Poi è arrivato un periodo di installazione e costruzione. Ogni luogo ha sviluppato uno stile architettonico specifico per la posizione geografica, a volte fondendosi con lo stile locale per dare vita a un nuovo linguaggio architettonico. (…) Se questo ordine politico e sociale del mondo è giunto al termine, rimane un’impronta visibile di questi scambi e di questa presenza francese oltre i suoi confini. (…) Alcuni edifici sono sopravvissuti agli anni e raccontano ancora le loro storie (…) ma a causa della mancanza di manutenzione, molti scompaiono sotto l’assalto del tempo o dell’uomo. Volevo fissarli sui miei negativi affinché le storie che contengono continuassero a vivere”.

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