Istruttore di pizza in teglia, pluripremiato campione dell’impasto e soprattutto imprenditore di successo nella stessa pizzeria d’asporto che i suoi genitori hanno fondato nel 1989. Emanuele Del Prete, 32 anni, è il pizzaiolo di Frattaminore in provincia di Napoli, che da 4 anni macina riconoscimenti e premi.
Cosa c’è di così particolare nella sua proposta? “Mio padre faceva un prodotto tradizionale quando ha aperto Pizzeria Anna 1989 – ci racconta – mentre io ho cercato di diversificare, come fanno tutte le seconde generazioni. Però nel mio successo conta sicuramente tutto il bagaglio di consigli che ho avuto e l’esperienza che ho fatto nell’attività di famiglia”.


Da quando aveva tre anni, Emanuele quel bancone dove si stende l’impasto lo conosce bene. A 10 anni si è cimentato per la prima volta, imitando proprio quel gesto che a lui affascinava tanto: “Con la maturità ho iniziato a pensare a quanta perizia ci fosse nel gesto della stesura, a quanto amore si può mettere nella realizzazione di un piatto così semplice ma così imitato come la pizza“. E oggi lui la sua pizza la fa nel ruotino, con una base d’olio che permette alla pietanza una cottura diversa, anche più lunga. “Aver puntato sulla particolarità della pizza in teglia mi ha dato una diversità che mi viene riconosciuta. Molti clienti vengono da anni per provarla e molti vogliono vedere come la si cuoce a 300 gradi, con una tempistica diversa rispetto alla pizza normale”.

Per i topping, Emanuele Del Prete non osa più di tanto: “Conosco la particolarità della mia pizza e so che anche una margherita, se è in teglia, ha già un sapore particolare”. Eppure, questo piatto più simile alla pizza romana, con una cottura statica, non violenta, è diventato ormai una proposta simbiotica con l’immagine giovane di Emanuele. “Quattro anni fa la decisione di partecipare alle gare, anche perché questo è un mestiere che sento da sempre mio ma che mi offre l’opportunità di migliorarmi sempre. Mi ha convinto un fornitore di latticini, che fiutando la mia iniziale reticenza, mi ha iscritto a sue spese a un torneo locale. Subito mi piazzai al primo posto, nella sezione classica e nella specialità in teglia”.


I concorsi sono stati per Emanuele Del Prete anche un modo per confrontarsi con l’esterno, con un panorama sempre più in rapido cambiamento: “Già ho dovuto prendere coraggio ad assumermi la gestione dell’attività da mio padre, che ora è in pensione. Poi l’avvicinarmi al mondo gare mi ha lanciato in un altro ambiente. Nel 2023 sono arrivati i primi premi importanti, ho conosciuto il pizzaiolo Umberto Fornito che mi ha fatto entrare nell’Associazione Arte Bianca. E l’anno scorso proprio per loro sono stato eletto pizzaiolo emergente”.
Ma le amicizie con colleghi lo hanno portato a ribalte ancora più grandi. Con Gianluca Lamberti, il pluricampione mondiale di Castel San Giorgio, in provincia di Salerno, ha partecipato a premi come quello della Farina Caputo e Pizza Senza Frontiere. L’approdo al decimo campionato Pizza DOC, che proprio nel 2024 è diventato mondiale, gli ha permesso di fare il salto di qualità definitivo. “Nel panorama affollato di quel concorso – che da anni anche The Way Magazine segue con attenzione – io e Lamberti ci siamo classificati secondi nella sezione pizza a due. Ed è stato un traguardo davvero importante per noi”.
Pochi giorni fa, l’inserimento della pizzeria di Emanuele Del Prete nella guida del Premio Arcimboldo a Napoli. Tra i cento premiati, al pizzaiolo di Frattaminore sono stati assegnati i tre pennelli (massimo riconoscimento) ed è stato invitato sul palco con le altre eccellenze, a presentare la sua attività. “In quel momento mi sono sentito di ringraziare i miei genitori, la ragione per cui tutto è partito. Sono loro che mi hanno sempre incoraggiato e sono stati i primi che hanno creduto in me”.
L’atmosfera famigliare avvolge tutta la storia di successo di Emanuele: “Le persone vengono a trovarci perché si sentono a casa, sono orgogliose dei nostri riconoscimenti e ci vogliono bene anche perché vedono che dietro la preparazione c’è un sentimento famigliare molto radicato”.
Le ambizioni per il futuro per il giovane pizzaiolo che è anche papà di due bimbe, sono ben delineate: “Mi dispiacerebbe abbandonare il posto dove sono cresciuto, ma aprire un locale con le sedute a Frattaminore sarebbe un obiettivo. Questo è un territorio molto ricco di pizzaioli riconosciuti, c’è Salvatore Lionello non lontano, ad esempio. Ma in generale tra i colleghi c’è un buono spirito di amicizia e condivisione. Quando ci incontriamo alle manifestazioni, mettiamo da parte la competizione e ci piace scambiarci idee e spunti di innovazione”.
Prima di salutarci, Emanuele ci fa capire anche di che pasta è fatta la sua attitudine alla pizza con sguardo moderno: “Arrivo da una tradizione di famiglia, ma non lavoro con gli occhi chiusi. La mia pizza preferita da cliente non esiste, mi piace il glutine in tutte le salse e mi piace provare le novità. Una volta mi hanno proposto un topping con petto d’anatra, ananas e mousse di ricotta. Ho vinto l’inziale titubanza e posso dire di essermela goduta, quella pizza così particolare”.