3 Ottobre 2025

Emanuele Viscuso ci apre le porte della sua arte

Da Palermo a Puerto Escondido, passando per Napoli, Milano, Miami: le tappe di vita e le dimore d’arte di un poliedrico artista del jet set internazionale.

3 Ottobre 2025

Emanuele Viscuso ci apre le porte della sua arte

Da Palermo a Puerto Escondido, passando per Napoli, Milano, Miami: le tappe di vita e le dimore d’arte di un poliedrico artista del jet set internazionale.

3 Ottobre 2025

Emanuele Viscuso ci apre le porte della sua arte

Da Palermo a Puerto Escondido, passando per Napoli, Milano, Miami: le tappe di vita e le dimore d’arte di un poliedrico artista del jet set internazionale.

Ci sono artisti che fondono vari campi di interesse con una duttilità d’altri tempi, forse desueta nell’età contemporanea ma di grande presa. È il caso di Emanuele Viscuso, le cui sculture sono in musei, aeroporti, collezioni private in tutto il mondo. Ma la particolarità di Viscuso deriva dal suo temperamento artistico di musicista, pittore, scultore, designer e grande comunicatore. È del 2006 la creazione del festival cinematografico Sicilian Film Festival di Miami e del 2007 il Festival Internazionale Musica d’Organo a Castelbuono in Sicilia. Prima di continuare a citare gli eventi e le mostre d’arte più disparate, chiediamo all’artista italiano che si è trasferito in Mexico a Puerto Escondido, di raccontarci delle città di cui è costellata la sua frenetica vita artistica: “Ho avuto la fortuna di nascere in una delle più belle città italiane, Palermo. La famiglia di mia madre era originaria di Castelbuono dove ho vissuto alcuni anni e dove ho una casa”. Poi, Napoli: “è lì che ho vissuto l’adolescenza e mi sono laureato in Giurisprudenza. Anche Milano è stata importante; lì ho vissuto 27 anni. Li sono stato prima bancario, poi musicista, poi pittore e scultore, poi attore di pubblicità e designer. Tutto il mondo passava da Milano. E una volta a Milano, passava da casa mia. Vi si potevano incontrare persone del mondo dell’arte e della cultura”. Nella sua dimora milanese sono stati scrittori e poeti, critici d’arte, attori ed editori, personaggi televisivi e quelli del jet set internazionale. “Ma la vera svolta avviene nel 1985 quando creai le mie prime sculture, ispirate dalla musica e nel 1986 quando feci con esse la mia prima mostra a Miami intitolata “Solid Music”. Poi, tornai a Milano con la mia vita d’incontri, iniziative artistiche, mostre e concerti”, continua a raccontarci Emanuele con l’entusiasmo che lo connota.

“A Miami mi trasferii definitivamente nel 2000 e li divenni il beniamino del jet set culturale della città. Ero arrivato come un artista già noto. Mi furono dedicati articoli e casa mia, una suggestiva villa in un bellissimo contesto naturale, che avevo interamente decorato con le mie carte da parati, divenne il consueto ritrovo di artisti e personaggi locali e internazionali. Anni bellissimi, in cui divenni il delegato in Florida dell’Accademia Italiana della Cucina e portai la cucina italiana nello spazio con la Nasa. Il sindaco di Miami Beach mi diede le Chiavi della Città. Nel 2014 ricevetti il FREC Star Award (Film, Recording and Entertainment Council) come “Miglior promotore delle arti e della cultura in Sud Florida”. Nel 2016, decisi di trasformare la mia grande casa in un museo. Le rigide normative urbanistiche della città me lo impedirono. Non accettai questa decisione e vendetti la mia casa con spiaggia privata e mi trasferii in Messico. Qui, dopo anni d’attività artistica e viaggi, ho potuto dedicarmi a un lungo periodo di meditazione interrotto solo da mostre e concerti, concentrandomi sulla costruzione di una grande casa/museo: il Museo Viscuso. Il portale di accesso è la monumentale Porta del Paradiso, alta 5 metri e larga 10. In esso, ho trasferito tutte le mie opere d’arte e gli scambi fatti con artisti, dando così vita all’unico museo a Puerto Escondido. Grazie al mio pianoforte a coda, ho iniziato a invitare artisti a suonare. La prima è la pianista austriaco-venezuelana Walkiria Izaguirre. Nel periodo messicano ho continuato a fare mostre all’estero, come la mostra alla Pinacoteca Albertina di Torino nel 2018. Nel 2019, ho creato “Messaggio Cosmico di Pace”, una scultura di ghiaccio per lo Snow & Ice Park di Changchun, in Cina, e nel 2020 un’altra scultura “Messaggio Cosmico di Pace” nel Parco Long Qing Xia, di Pechino.

Delle opere realizzate, a quali è più legato? “Sono legato a tutte ma quelle che ricordo più volentieri sono la grande scultura all’aeroporto di Milano Malpensa, la piccola scultura in oro che creai nel 2000 in occasione della visita ufficiale della Regina Elisabetta a Milano e quella simbolica “Nike la Vittoria dell’uomo sul concetto di Vittoria”. La casa e l’opera perfetta che ha già realizzato o quella che verrà? “Tutte le mie case hanno perfettamente rappresentato il momento della vita che stavo vivendo. Quella che sto realizzando in Messico è una di quelle “fabbriche del duomo” che dura da otto anni e durerà fino alla mia morte. L’ho creata pensando a una villa greco-romana ma anche ai giardini pensili di Babilonia. Ha facciate come templi, varie piscine, innumerevoli prospettive e sorge su una collina panoramica da cui vedo le onde del Pacifico”.

Testo a cura di Teobaldo Fortunato, foto courtesy dell’artista Emanuele Viscuso

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