Dalla festa di Sant’Agata alla ricorrenza del mandorlo in fiore: le feste di paese tradizionali in Sicilia sono ancora molto sentite dalla popolazione e negli ultimi anni attirano un nuovo tipo di turismo da ogni parte del mondo. Sono occasioni affollate in cui solo una grande maestria dei fotografi riesce a catturare i momenti salienti. E Giovanni La Ferrara, 30 anni, nella provincia di Catania, ha l’occhio giusto per catturarle.

Come ti sei avvicinato all’obiettivo?
Ho iniziato per gioco, a 19 anni col telefonino. Poi un signore mi ha parlato di un concorso fotografico e mi ha chiesto di mandare delle foto scattate ad Acitrezza durante la sagra del pesce spada. Sono entrato nella rosa dei vincitori e mia madre mi ha regalato una Canon.
Che soggetti scattavi?
Paesaggi ed esposizioni notturne specialmente della natura. Poi mi sono iscritto a un corso per perfezionare la mia tecnica. Ho acquistato una Canon 6D Mark 2ii e ho iniziato a scattare in maniera più professionale.
Quale è stato il primo ingaggio che hai avuto?
Un battesimo nella mia parrocchia tramite conoscenze. Ma la mia passione restavano le feste tradizionali.
Se dovessi consigliare a chi non è mai stato nella tua zona una festa, quale suggeriresti?
La festa di Sant’Agata il 5 febbraio e il 17 di agosto, a Catania. Una è relativa alla nascita al cielo dell’amata patrona, l’altra alla traslazione del corpo da Costantinopoli alla Sicilia. Non è mai mutata dal 1500 ed è una ricorrenza molto affollata. Il momento clou è la corsa nella salita di San Giuliano che porta alla sede delle suore di clausura nel quartiere del barocco catanese.

Che tipo di persone ci sono a queste ricorrenze?
Arrivano da tutto il mondo ed è un’occasione di unione di culture unica. Chi fa la promessa alla santa di Catania indossa un sacco votivo bianco con un cordone in vita. Come dolce tipico ci sono le minnelle di Sant’Agata, perché uno dei martiri che lei subì in vita fu lo strappo del seno. Si mangiano poi cannoli e torrone.
Il busto reliquiario stesso è un’occasione per realizzare foto di valore.
La santa è rappresentata da un busto reliquiario che ha un migliaio di gioielli addosso di varie epoche storiche che sono stati donati dalla nobilità nei secoli. La croce in petto è del monsignor Giuseppe Francica-Nava di Bondifè, arcivescovo di Catania. La corona è un gioiello di 1370 grammi tempestato di pietre preziose, donato da re Riccardo I d’Inghilterra detto «Cuor di Leone», che giunse in Sicilia nel 1190.

Ci sono altre feste simili?
Altra festa popolare molto sentita nel Catanese è Sant’Alfio a Trecastagne, che cade il 10 maggio. Da ogni parte dell’isola dalla notte precedente arrivano persone a piedi vestite di solo fascia rossa e mutande bianche in segno di devozione. Indosso hanno un torcione, candela ad altezza uomo, che deve essere pari al peso del devoto. Un’occasione unica per fotografare una tradizione secolare. E il momento dell’esposizione dei tre santi fratelli, Alfio, Filadelfo e Cirino, è un’esplosione di gioia. La tradizione vuole l’esposizione della treccia d’aglio che viene consumata durante un anno. Anche qui c’è un segno distintivo nell’abbigliamento: gli uomini indossano il cappello di paglia.



Sopravvivono anche ricorrenze pagane, ovviamente. Cosa ci consiglieresti?
Il carnevale di Acireale è uno dei più sontuosi in Sicilia, ci sono i carri in cartapesta, che cambiano ogni anno con le persone che si vestono a tema. Il simbolo della festa è un diavoletto che suona un violino che rappresenta l’Etna che festeggia. I tre carri vincitori poi vengono esposti ad agosto e gli altri vengono smantellati.
Tu documenti anche feste private. Che usanze ci sono dalle tue parti?
Per i diciottesimi compleanni ora si usa un pre-festeggiamento intimo, con il ragazzo in posti marittimi o montane con pose artistiche con cambio di abiti in ogni location. Il giorno della festa, invece, vengono fatte le foto a casa come al matrimonio, poi si va in un luogo all’aperto di prestigio con il vestito della cerimonia. Al locale, dopo il primo brindisi c’è un primo banchetto, seguito dai giochi molto partecipati, scherzi. E dopo il secondo, il ballo il maschio balla con la mamma e la femmina con il papà. E poi arriva il ballo con gli amici. Il momento della torta è solitamente condito da fuochi d’artificio.

E per il battesimo?
Lo schema è lo stesso, il fotografo deve immortalare i momenti di preparazione, come il bagnetto, la vestizione che ogni parente ha attribuito. Il padrino e la madrina sono ancora delle figure importanti.
Che emozioni hai quando torni a casa da queste occasioni di festa?
La cosa interessante è che tutto quello che faccio in pubblico avviene in momenti gioiosi, sentiti, affollati e rumorosi. Ma poi quando lavoro alle fotografie, solitamente da solo, la notte, mi rendo conto che il silenzio delle immagini restituisce una gioia interiore indescrivibile. Credo sia questo il privilegio del mio lavoro.
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