“Le Jardin Céleste”(“Il giardino celeste”) di Katrin Zak è la summa del talento della giovanissima artista Katrin Zak (Mosca 2002) di origini e di formazione russa. Nella mostra parigina Le Jardin Céleste, Zak cerca di indagare il rapporto tra gli uomini e gli spazi vitali in cui interagisce: elementi fitomorfi, ricchi di colori si fondono con altri astratti, dando vita a composizioni che si impongono su più strati. L’aspetto cromatico è determinante per Katrin che rimanda alla mente le opere d’arte di quella schiera d’artisti russi approdati nella capitale francese nei primi decenni del Ventesimo secolo. I colori sono vibranti e diventano sema di sé; a tratti materici, a tratti impalpabili evidenziano linee a volte di contorno alla geometricità di oggetti (come in Diptyque “Discossions” un pastello e acrilico su tela del 2023) o si dissolvono nel bianco del fondo di sinuosi profili umani, in pose plastiche (“Le figure sedute” acrilico su tela del 2024).



Entro i corpi, simboliche macchie e fili attraversano lo spazio interno creando un armonico, energico, fluidissimo esprit vitale. I profili sembrano sprofondare o uscire fuori dai colori indefiniti e al contempo evocativi. La sapienza dell’uso delle gamme cromatiche non è data da virtuosismi tecnici, bensì sembra fuoriuscire da retaggi accademici, superati e riproposti sotto sfumature diverse. “Per me il colore è un linguaggio capace di parlare dell’invisibile: degli stati sottili dell’anima, dei sogni, della ricerca dell’equilibrio tra il mondo interiore e quello esteriore. Le tonalità brillanti dei miei dipinti risvegliano i sentimenti, ricordandoci la bellezza di ogni momento e l’importanza di vedere la luce anche nelle cose più ordinarie”, sottolinea Katrin Zak. I suoi esordi sono concentrati e rivolti alla reinterpretazione della prima Pop Art: marchi e simboli della cultura mediatica sono integrati nel panorama delle sue opere. “La personalizzazione è sostituita da capi di abbigliamento, circostanze e luoghi che una persona sceglie per posizionarsi nel mondo. “Il processo di autoidentificazione è diretto all’esterno, dove una persona è uguale a ciò che indossa, a come organizza lo spazio intorno a sé, a quali emozioni traduce nel mondo e a quale sentimento si lascia alle spalle. Proseguendo la sua ricerca sull’umanità, Katrin Zak approfondisce il tema dell’armonia e della disarmonia della personalità. Si riferisce al concetto di “noosfera” proposto dagli scienziati francesi, secondo cui una persona, grazie alla propria mente, influenza lo sviluppo del mondo e della natura in particolare, e la sua attività diventa un fattore chiave in tutti i cambiamenti”.
Testo: Teobaldo Fortunato; foto opere courtesy dell’artista Katrin Zak
47 Rue des Tournelles, 75003 Paris, dal 2 Aprile al 1 Maggio; orari di apertura dalle 11 alle 19 dal Martedì al Sabato.