1 Maggio 2025

La casa atelier di Marcantonio Bibbiani sulle colline pisane

1 Maggio 2025

La casa atelier di Marcantonio Bibbiani sulle colline pisane

1 Maggio 2025

La casa atelier di Marcantonio Bibbiani sulle colline pisane

Ci sono tempi in cui gli eventi sembrano travolgerci in tutti i sensi, passando da “un grande lustro ad un tempo di oblio”, ci confessa al telefono Marcantonio Bibbiani, l’artista pisano di padre senese, che da poco si è trasferito a La Rotta, una piccola frazione di Pontedera, dopo l’abbandono della casa paterna a Cascina.  

Continua a raccontare: “Attrezzature e opere si erano già trasferite lì da Montelupo Fiorentino, dove ho avuto il primo vero strutturato atelier, mantenuto per una dozzina di anni”. Gli chiediamo delle sue opere sfrontate e poetiche, dinamiche e inattese, dissacranti e provocatoriamente realistiche; nel solco di quelle che solo i grandi artisti sanno creare, plasmando l’argilla e fondendo il bronzo, disegnando di getto seguendo l’indole o meditando attentamente, dopo aver aperto il cuore e ascoltato i moti dell’animo! Come Marcantonio sottolinea: “per conoscere un artista bisogna prima conoscerne la biografia, per interpretarne l’opera tutta e ogni suo singolo elemento.

Così all’inizio, quando ero quasi alla fine della Facoltà di Architettura presso l’Università di Firenze, ho iniziato a frequentare le botteghe d’incisione calcografica (acqueforti) di alcuni artisti pisani. Dopo la laurea e la professione inerente per un decennio, ho portato avanti entrambe le cose, poi la terracotta e la ceramica e l’abbandono definitivo dell’architettura. Ho trascorso un lungo periodo dedicato alla creta. Con la malattia di mia madre e il lock-down, l’avventura del bronzo e la comodità delle fusioni a Pietrasanta e la cera come materia di mezzo del bronzo. Qui, nel nuovo atelier posso riprendere tutto quanto. Dimenticavo l’esperienza ingenua ma genuina con la scrittura e, negli esordi la produzione di chine e tempere, su disegni anche applicabili a stoffe e decori in ceramica in parte riprodotti. Nell’immediato, proseguo il ciclo di bronzetti sugli Arcani Maggiori dei Tarocchi. Sono a metà del percorso. Le tematiche delle mie mostre personali sono dettate da fasi emotive più che da scelte razionali, esplorando l’ampia scala dei sentimenti”.

Le sue sculture di contenute o medie dimensioni, dalle calcografie alle maioliche, dall’argilla bianca agli smalti, dalla terracotta invetriata o ingobbiata, ai bronzetti, dalle cere alle fusioni in argento o auree e coralli tradiscono e raccontano piccole, singolari cronache private o stigmatizzano grandi storie corali: da “La Casa Rosada” ad “Antinoo”, da “The Flag” a “L’Appeso”, dal “Mercenario” a “Cristo spaccato” al “Cristo vuoto” a “O Surdato nnamurato”. Mostrano tutte il disincanto amaro e allo stesso tempo giocoso ed ironico che forse rappresenta una delle cifre più alte dell’arte di Marcantonio Bibbiani. Le cromie delicate ed a tratti brillanti conservano quella sobrietà nel dosaggio dei colori che trova la sua genesi nella sagacia e nella perizia d’artista. Un’opera molto interessante è “La Tovaglia” eseguita tra il 2008 e l’anno successivo. Abbiamo chiesto all’artista di spiegarcene la genesi: “tutta maiolica, compreso forchetta, coltello, bottiglia Ferrarelle, etc… Il periodo in cui l’arte non mi dava da mangiare, con un gesto violento, sbaraglio l’apparecchiatura, un gesto che ha richiesto 1 anno intero di lavoro.

Spettacolare il modo con cui ho risolto l’avvitamento delle mani tagliate a metà; sorprendente il fuori baricentro dell’attacco delle mani. Queste ultime sono fatte modellando alveolati a nido d’ape per dare resistenza e leggerezza, come per gli avambracci così sporgenti”. Le sue opere sono state esposte da Roma a Berlino, da Firenze a Pietrasanta, da Mantova a Pisa, da Assisi a Montelupo Fiorentino. Marcantonio sorride al telefono con quella schiettezza tutta toscana e svincola quando gli chiediamo dei numerosi riconoscimenti e premi ricevuti nel corso degli anni. Ma ci racconta dei premi più belli:” a Benevento ad esempio, per l’opera “Amore senza barriere” vincitrice, interpretando amore e sessualità nei portatori di handicap”.

In foto in alto: desiderio e sessualità degli handicap vincitore del premio Benevento 2013, foto di Rudy Pessina. THE GOLDEN GATE, omaggio comunità gay San Francisco, I mandato Trunpiano (opera politica dunque) 2015 circa, presentato Artepadova Fiere 2016 Terracotta smalti bronzo e nastri multicolor.

In foto in basso: THE FLAH, bronzetto con bandiera in tela e tempera a stucco bianca) multiplo di 5 numerati + 2 pda, ne è rimasto un numerato.

Gli ultimi premi? Il “premio Gronchi” nel 2024 e il “Fiorino d’argento” nello stesso anno. Quando gli abbiamo proposto di voler visitare l’atelier e la sua dimora, per un momento ha esitato; ci ha confessato che era intento a rinfrescare gli ambienti e dare un nuovo esprit e un ordine giusto al “disordine d’artista”. Ha imbiancato pareti e sistemato le opere, coadiuvato dai suoi amici Simona e Roberto che hanno spostato opere e tavoli e piedistalli, fino a quando lo spazio è divenuto ancora una volta una galleria d’arte dove Marcantonio elabora e compone, plasma e modella con quella disciplina indomabile che ha ereditato dalla secolare tradizione delle terre in cui è nato e si è formato. Qui riceve amici, committenti e studiosi che dalla vociante città della Torre Pendente, salgono in collina verso il piccolo borgo tranquillo dove l’artista ha deciso di stabilirsi. Gli chiediamo quale sia l’opera perfetta: “vorrei realizzare un’opera “grande” in bronzo. Ho già realizzato opere eccezionali in terracotta, forzando questa materia al massimo, fino quasi a romperla, conoscendone perfettamente ogni segreto; opere impossibili da realizzare e comunque realizzate, senza cliché e senza uno stile che fosse immediatamente riconosciuto o sia riconoscibile dal mercato, senza una paternità a priori. In definitiva, opere libere, un prodotto di nicchia per veri cultori dell’arte”.  Manterremo la promessa fatta all’artista, ora che tutto è sistemato: prima del gran caldo d’estate, andremo a trovarlo. Ammireremo de visu le opere consacrate da tempo e quelle in fieri per il nuovo rinascimento della sua arte.

Testo a cura di Teobaldo Fortunato, foto gentilmente concesse dall’artista Marcantonio Bibbiani. La foto di Marcantonio Bibbiani “caravaggesco” è di Rudy Pessina

Read in:

Immagine di Christian D'Antonio

Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
Ti potrebbe interessare:

Le donne di Strehler in un libro

Si è soliti pensare a quanto un regista teatrale o cinematografico influenzi attori e personaggi. Ma cosa succede al contrario?

Iscriviti alla newsletter e ai nostri contenuti speciali!

Vuoi farne parte? Con soli pochi step si entra in un mondo “privè” con alert sulle novità e tanti contenuti esclusivi. Registrati subito e accedi ai contenuti “Privè”