Si chiamavano ‘pignatari’ ed erano conosciuti sin dall’antichità per lavorare la terracotta o la pietra viva in Calabria. Specialmente a Seminara, vicino Reggio Calabria, la forgia delle maschere antiche è stata per secoli un’attività tramandata dalle generazioni antiche a quelle moderne. Oggi Salvatore Nudo, nella provincia di Cosenza, fa esattamente lo stesso processo antico con Ceramiche Nudo. La proposta artigianale è arricchita da un interessante guizzo artistico moderno. Le maschere apotropaiche (da un termine greco che significa ‘allontanare’) sono usate come strumenti contro la cattiva sorte se posizionate su portali o ingressi di case. Sono tipicamente di terracotta, maschere con volto mostruoso, spesso con lingue penzolanti, nasi storti e occhi sporgenti. Nella tradizione popolare erano utilizzate per allontanare lo spirito del male a protezione della propria casa da pericoli reali o astratti, che è vero una superstizione, ma anche un’affascinante eredità storica che sopravvive in Calabria.
Ci racconta Salvatore Nudo: “Sono cosciente che non è facile capire il senso di questa rappresentazione oggi, ma la mia proposta si orienta soprattutto a chi nel Mediterraneo scopre un’origine multuculturale comune. Queste maschere a prima vista spaventose servivano in varie civiltà a proteggere le abitazioni e le persone dal malocchio e da altri mal oggetti con l’obiettivo di allontanare il male e le forze negative. Sono presenti in molte culture”.
Da Corigliano Rossano, in provincia di Cosenza, Salvatore Nudo ha recuperato una antichissima tradizione e restituito ai giorni nostri un’eredità storica con l’aggiunta di creatività artistica. L’artigiano calabrese realizza anche finissime lampade traforate, altro manufatto che ritroviamo sia nell’Italia meridionale che nell’Africa settentrionale, e soggetti marini di rara bellezza.


