3 Marzo 2025

Una giornata nell’atelier di Maria Rosaria Ruggiero

Le opere del passato che rinascono sotto gli occhi dei visitatori. La nobile arte del restauro in un luogo senza tempo.

3 Marzo 2025

Una giornata nell’atelier di Maria Rosaria Ruggiero

Le opere del passato che rinascono sotto gli occhi dei visitatori. La nobile arte del restauro in un luogo senza tempo.

3 Marzo 2025

Una giornata nell’atelier di Maria Rosaria Ruggiero

Le opere del passato che rinascono sotto gli occhi dei visitatori. La nobile arte del restauro in un luogo senza tempo.

La pazienza delle mani è alla base della nobile arte del restauro. Una giornata nell’atelier di Maria Rosaria Ruggiero, significa confrontarsi con la bellezza dei manufatti d’arte, tra Bambinelli  e ritratti, specchiere dorate e santi a cui ridonare la bellezza d’un tempo.

Entrare in un laboratorio/atelier di un’artista votata al restauro, è un’esperienza che moltissimi dovrebbero vivere almeno una volta. Rappresenta un balzo repentino nel passato remoto ed al contempo nel futuro, attraversando il presente, fatto di pazienza e sagacia, di perizia tecnica e amore per il lavoro silenzioso che si sta svolgendo. 

Siamo stati da Maria Rosaria Ruggiero, “di professione tecnico del restauro con una formazione, frutto di un chiodo fisso cioè l’arte iniziata da piccola e proseguita con la laurea all’Accademia di Belle Arti a Frosinone, la Scuola di Restauro a Salerno e tanta attività pratica” come lei stessa ci racconta. Mentre è alle prese con il restauro d’una “stazione di Via Crucis” quasi concluso, visto l’approssimarsi delle festività di Pasqua, le chiediamo di parlarci del suo amore per l’arte: “Questa passione nasce e si consolida all’interno di quella che mi piace definire una famiglia d’Amore: Amore per la vita, per la bellezza, per l’arte. Nulla nella casa in cui sono nata e cresciuta, si faceva se non era bello e per il piacere di farlo e non acquistarlo già fatto. Anche un dolce doveva essere bello. Papà ciabattino/scultore, mamma casalinga/pittrice, sorella restauratrice/artista, la prima figlia Valentina, restauratrice e ”andinista”, Maria Pia la seconda figlia, fotografa cinematografica”. 

Se è pur vero che tutti i restauri raccontano una storia. Sono essi stessi al contempo sempre diversi e tutti restituiscono emozioni, senza differenza alcuna, da un piccolo ritratto dell’Ottocento ad una grande statua lignea o di cartapesta del XVIII secolo, da una tavola quattrocentesca di minute dimensioni ad un telero barocco o una pala d’altarerinascimentale. “Ricordo una Madonna con Bimbo, una statua lignea/policroma a cui lavoravo in loco e che aveva le criticità solite, presenza diffusa di xilofagi, fenditure, scollamenti e lacune ma, quello che rallentava il lavoro erano le quotidiane visite di una donna. Alla mia richiesta di evitare o ridurre le visite, mi fu spiegato che veniva a pregare per la guarigione di un figlio malato terminale. Da quel momento, ogni giorno la aspettai, lasciando sole le due mamme”. Il restauro è anche questo: oggetti di devozione e di culto o testimonianza materiale di un tempo trascorso che continuano a lasciarci attoniti per la loro bellezza evocativa o a sbalordirci per la capacità di far rivivere civiltà e luoghi nel mondo. 

Attualmente, Maria Rosaria è impegnata in un progetto di manutenzione programmata al Parco Archeologico di Velia. L’atelier e la casa dove vive con il marito Nino sono a Nocera Superiore in Campania. Gli ambienti della sua dimora e l’atelier sono disposti su piani differenti. Ma, come lei stessa ci confessa: “L’amore per la natura ci ha portati a cercare e restaurare un’antica casa di campagna in Irpinia. Qui, ho recuperato antiche decorazioni parietali sotto carte da parati e gli originari forni e i camini preesistenti. Ho ricavato persino uno studiolo in veranda per rifugiarmi a dipingere e creare. La nostra casa di campagna l’abbiamo arredata con mobili d’epoca e di recupero”. 

Le abbiamo chiesto di parlarci di una delle varie fasi da seguire nel laborioso processo atto a restituire una nuova dignità d’arte a manufatti compromessi dal tempo e dagli eventi: “Nel restauro è affascinante la fase della pulitura delle superfici pittoriche perché è una rinascita dell’opera. Tuttavia il primo amore non si scorda mai, la pittura e il disegno sono il mezzo con cui realizzo ritratti! L’Amore per l’arte mi ha portato anche a ricercare il sale della vita e con il sale, ho realizzato tappeti di sale colorato ed insieme a due amici abbiamo creato il Concorso dei Salatori in onore della Festa Patronale nel paese in cui vivo”. 

Il tempo tra miniature e Croci e candelieri e nature morte e specchiere dorate e sculture ieratiche e testine di putti dalle ali spezzate, passa veloce. Torneremo prima dell’estate a rivedere le opere del nostro passato, rinate dopo il lavoro lento e affascinante di consolidamenti e invisibili ritocchi.

 Testo Teobaldo Fortunato, foto courtesy Maria Rosaria Ruggiero scattate da Maria Pia Ruggiero.

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