9 Dicembre 2021

Hara Life, un borgo trentino diventa albergo diffuso

Investimenti immobiliari che generano aumento del valore del territorio. E soluzioni abitative innovative. Ce ne parla il founder di questa esperienza, Nicola Zucca.

9 Dicembre 2021

Hara Life, un borgo trentino diventa albergo diffuso

Investimenti immobiliari che generano aumento del valore del territorio. E soluzioni abitative innovative. Ce ne parla il founder di questa esperienza, Nicola Zucca.

9 Dicembre 2021

Hara Life, un borgo trentino diventa albergo diffuso

Investimenti immobiliari che generano aumento del valore del territorio. E soluzioni abitative innovative. Ce ne parla il founder di questa esperienza, Nicola Zucca.

Investimenti e buona vita si coniugano a perfezione nelle Dolomiti, nel Parco Naturale Adamello Brenta, riserva della Biosfera UNESCO e area naturale protetta più vasta del Trentino, arricchita dalle Terme curative di Comano. Il borgo oggetto di questo approfondimento è quello storico montano di Sclemo, frazione del Comune di Stenico che l’ha patrocinato. Il progetto, elaborato e sviluppato da Hara Life, è stato citato anche nel 6° report italiano sul crowdinvesting presentato dal Politecnico di Milano, come case study  di riqualificazione di edifici rurali a uso abitativo e destinazione turistico-ricettiva. Si tratta di un Well-being Resort ecosostenibile con la formula innovativa di “Albergo Diffuso”.

Un modello di albergo diffuso rispondente, specie dopo la pandemia che ha cambiato le priorità del viaggiatore, a una forma di turismo lungimirante e replicabile, a sostegno dell’economia del territorio. Sorte in mezzo alla natura e in contesti ricchi di fascino, dove non vi è rischio di ressa, dislocate in spazi ampi, integrati con i residenti e in armonia con la comunità locale, provviste di tutti i comfort, le strutture di tipo “orizzontale” non devono ricorrere alla creazione di un unico edificio centralizzato, a differenza degli alberghi tradizionali con struttura “verticale”, e consentono al turista un’esperienza più autentica, inclusiva e variegata del luogo, soggiornando per brevi periodi in uno o nell’altro edificio. 

HARA Life è il primo albergo diffuso di Sclemo (frazione di Stenico – TN). Un meraviglioso borgo incantato sulle Dolomiti, nel mezzo di un parco naturale.
Nicola Zucca, founder e Ceo di HARA LIFE.

Di che territorio si tratta?

Gli edifici oggetto di recupero sono grandi e affascinanti casali, ormai inutilizzati, composti da due piani di archi in pietra, con i piani superiori in legno e pietra. Questi ambienti verranno trasformati in tante unità abitative. Questo territorio ha chiamato me e la mia famiglia nel momento in cui ci siamo resi conto della necessità di cambiare il nostro stile di vita.

Che processo avete percorso?

Siamo cittadini, frenetici, di corsa, per fortuna però abbiamo la possibilità di interrogarci. E intorno ai 40 anni, io e mia moglie abbiamo iniziato a pensare qualcosa di più corrispondente al contesto naturale, umano, green dell’abitare. Frequentavamo il comune di Stenico dove il turismo non è arrivato in forma spinta e abbiamo iniziato a pensare a questa vita “slow” e abbiamo osservato.

Cosa avete notato in particolare?

Abbiamo visto tanto valore che non era percepito, forse con la scarsa consapevolezza di chi in quelle zone vive, e dei ritmi di vita che qui si annidano. Ci sono attualmente 107 persone in vita, che vivono molto bene, e che per caratteristiche ed estrazione sociale sono molto diversi. Gli anziani non se ne vogliono andare e molti giovani che non vivono più dell’economia di sussistenza delle loro famiglie oggi restano vivendo del mercato turistico locale. C’è una buona attività, c’è un gruppo di 5 oratori, ci sono ragazzi che si occupano dei più piccoli. Uno degli elementi che ci ha interessato è il forte senso di comunità che si respira in questi luoghi.

Quando si arriva in questi piccoli contesti si è conquistatore o benefattore?

Noi sicuramente non facciamo parte della comunità, siamo “foresti” ma c’è disponibilità all’ascolto e al cambiamento. Le resistenze ci sono ma c’è molta intelligenza, con ragionamenti semplici ed efficaci ci si confronta. Perché dal punto di vista economico non ci sia stata ancora evoluzione dipende molto dal livello di soddisfazione alto che qui c’è.

Di chi sono gli edifici che volete recuperare?

Il borgo è composto da edifici con archi di legno e fienili che non vengono usati per le loro forme originarie. Spesso sono di proprietà di molti eredi che non hanno gestito il passaggio e molti spazi differenti sono incastrati l’uno sull’altro. Sembra impossibile gestire il bene per ciascun proprietario. Non vanno d’accordo tra loro e noi abbiamo proposto di fare ordine assieme. Quindi abbiamo avuto interesse dalle cantine Ferrari che a quell’altezza ora possono coltivarele uve e assieme abbiamo ripartito il tutto.

I passaggi per il recupero di un borgo: quanti e quali sono?

Ogni fase ha un ciclo economico indipendente all’interno del progetto macro, in modo da renderlo più sicuro. La prima fase è l’acquisto, nel caso in esame da parte di Hara Abitare che sta realizzando tante soluzioni differenti per poi metterle sul mercato come seconde case. Da questo ciclo l’impresa fa un minimo profitto ma tiene per sé degli spazi negli edifici che sono dedicati a servizi. L’obiettivo è quello di portare il borgo a essere abitato tutto l’anno.

Che tempi ci sono?

Ad oggi, siamo pronti ad avviare i cantieri sul primo condominio/edificio e a lanciare l’apertura delle vendite dei primi 6 appartamenti, con prezzi oscillanti tra 105 mila e 170 mila euro e pagamenti accessibili: acconto 20% e saldo al rogito con mutuo convenzionato a 10 anni. Due le formule proposte per sostenere l’investimento: Property management per la messa a reddito nei periodi di inutilizzo; oppure Buy-to-rent, formula che prevede l’incasso di un canone di locazione e un prezzo di rivendita garantito, +30% oltre a ulteriori benefit. Proseguiremo poi le vendite di altri appartamenti man mano che saranno avviati i cantieri dei primi 4 edifici. Il recente aumento di capitale genererà risorse per l’avvio di ulteriori sviluppi su altri 3 edifici, inserendo una proposta di unità destinate a prime case – vista la richiesta specifica. A fine 2022 ci sarà la consegna dei primi appartamenti, si impiega sempre molto più tempo nella fase di progettazione che nella realizzazione. La consegna e l’apertura dell’Albergo diffuso sono previste per la stagione estiva 2023.

540 mila euro raccolti in pochi mesi, adottando la leva del crowdfunding immobiliare, in particolare la piattaforma Trusters, leader in questo settore, che  ha consentito di chiudere una tranche da 180 mila euro in sole 4 ore; oltre 600 mila euro già sottoscritti in occasione del primo aumento di capitale sociale; 

Su quali basi si fonda questo progetto?

Il benessere della persona (well being) e stile di vita eco-sostenibile e la valorizzazione territoriale e riqualificazione immobiliare, in particolare di edifici rurali di borghi storici. In più ci aggiungiamo l’utilizzo dei plus del digitale e dell’innovazione tecnologica, applicata sia alla progettazione sia allo sviluppo immobiliare. Riusciamo a recuperare fiscalmente molto di quello che abbiamo speso, ristrutturaee al meglio efficientamente con un piazzamento di prezzo al metro quadro tra 1700 e 2400 euro. C’è una grande accessibilità dell’investimento, che non sarebbe stato fattibile senza il bonus governativo. Abbiamo tarato tutto sulle agevolazioni intorno al 50%.

C’è dell’innovazione in queste soluzioni abitative?

Abbiamo puntato a integrare le migliori tecnologie, la domotica, i materiali. Il luogo si presenta già bene e abbiamo investito molto sull’analisi di come bisogna favorire la percezione da chi viene fuori. Abbiamo chiesto a Marco Nieri biolandscaper di darci soluzioni. Oltre a essere architetto sceglie materiali e flora e come interagiscono i vegetali e l’uomo. Quindi abbiamo lavorato sulla riduzione dei campi magnetici, su quale tipo di pianta piazzare all’interno e all’esterno. Soprattutto abbiamo scelto materiali che fanno stare bene le persone.

La visione è inclusiva perché?

Non è un super hotel chiuso dove ci si coccola e si scappa. C’è un mutuo scambio tra chi lo frequenta da esterno e chi lo vive. Gli spazi comuni dell’albergo diffuso sono vissuti alla stessa maniera da chi ci abita e chi visita. C’è sempre più attenzuione a una corretta alimentazione, e quindi la ristorazione è un modo di ritrovarsi e costituisce un grande punto di eccellenza del luogo. Anche nelle mezze stagioni si viene per una settimana di smart working, se si vuole mangiare in un certo modo modo sano qui si trovano risposte.

L’ambizione di vedere rinascere questo luogo nasconde altro?

Vogliamo fare in modo che l’albergo venga frequentato sempre. Proponiamo di comprare e affidarlo a noi con la locazione breve da noi gestita con gli immobili che sono vuoti e che tornano a vivere. Agli acquirenti proponiamo di generare un reddito potenziale e noi pensiamo a tutto. L’altra formula è comprare l’immobile, restituirlo a noi a un prezzo vantaggioso, con un ricavo mensile per 10 anni che andrebbe a coprire l’ipotetico mutuo. Si tratta di un piano di accumulo con in più un credito di due settimane di permanenza in qualsiasi altro immobile del borgo.

A chi è diretta questa proposta?

Abbiamo pensato questa formula per renderla accessibile a tutti. Ci aspettiamo che anche coppie giovani possano accedere ma non pensiamo che possa andare bene a chi vuole lusso senza sostanza. Dare la possiiblità di venire qui a chi sposa i nostri valori ci interessa molto.

Il borgo di Sclemo si trova nelle Dolomiti, nel mezzo del Parco Naturale Adamello Brenta, riserva della Biosfera UNESCO e area naturale protetta più vasta del Trentino. Un progetto ideale che nasce dal sogno di dare nuova vita gli edifici rustici assegnandogli una destinazione turistico ricettiva a quattro stelle dove immergersi in un’esperienza inclusiva capace di creare un rapporto speciale con le persone e con il territorio.
L’Albergo Diffuso rappresenta una sintesi perfetta tra un hotel e una casa privata, tra un servizio turistico-ricettivo di alta qualità ed un investimento in un immobile di pregio. I proprietari delle unità immobiliari avranno l’effettiva proprietà dell’immobile affiancati dal partner HaraAbitare che si assume la responsabilità della gestione, affittando l’appartamento quando non è utilizzato dal proprietario. In altre parole, acquistando le unità abitative all’interno dell’albergo diffuso si acquisiscono tutti i vantaggi di possedere una seconda casa, in una destinazione di prestigio, senza alcun impegno di gestione né spese di manutenzione.

Per il design e contract a chi vi siete affidati?

Abbiamo messo assieme contract differenti, con prodotti di rappresentanza come Kartell, per raccontare la plastica riciclata. Poi abbiamo dettagli, artigiani che si prodigano nel recupero ad hoc per i tanti punti di lavoro di questi ambienti che necessitano sempre di attenzioni peculiari. Non ce n’è uno uguale all’altro.

Il well being come si misura?

Per fortuna essendo un posto dove si sta bene, non è difficile immaginarlo, ma abbiamo un metodo scientifico. Si chiama HRV parametro fisiologico ‘heart rate valuability’, con un’azienda che legge lo stress attraverso lo stato di salute del corpo ancor prima che arrivino i segnali. Lo stress può risultare da sintomatologie patologiche e di varia natura, non solo lavorativo. Dimostriamo che il sole, i mirtilli, la sessione di yoga, la passeggiata nel bosco possono aiutare. La camera anecoica dove si isolano i sensi poi, serve a fare uno shutdown completo.

La cosa più difficile dell’operazione?

Lavorare in Italia con norme che si susseguono e cambiano le regole in corsa. Ma siamo molto determinati, e soprattutto pensiamo che le formule proposte siano ben accettate e sono replicabili, cioè pensiamo di trasformarle in processi. Il progetto è verticale, c’è la possibilità di aderire con obiettivi diversi quindi è molto appetibile.

Che cosa ha imparato lei personalmente da questa avventura?

Che l’Italia è un posto meraviglioso e merita di essere scoperto. Stiamo lavorando per lanciare un portale online e segnalare luoghi che potrebbero far emergere nuovi borghi dove si possono fare operazioni simili. Le adesioni sono con le ragioni più diverse: c’è chi vuole fare speculazione immobiliare, chi investe in equity, si sono agganciati professionisti che hanno iniziato a collaborare con noi, c’è chi sta pensando di trasferirsi in posti rilassanti per cambiare vita ed entrare in quel contesto e viverlo appieno.

Per maggiori informazioni sulla società www.haralife.com

Modulo di contatto: https://www.haralife.com/it/contactenos/

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Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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