25 Novembre 2024

I dieci anni di “Wall of Dolls”

Incontro a Milano con Jo Squillo e Giusy Versace: "Non siamo bambole era l'idea iniziale. C'è sempre bisogno di tenere i fari accesi sulla violenza sulle donne".

25 Novembre 2024

I dieci anni di “Wall of Dolls”

Incontro a Milano con Jo Squillo e Giusy Versace: "Non siamo bambole era l'idea iniziale. C'è sempre bisogno di tenere i fari accesi sulla violenza sulle donne".

25 Novembre 2024

I dieci anni di “Wall of Dolls”

Incontro a Milano con Jo Squillo e Giusy Versace: "Non siamo bambole era l'idea iniziale. C'è sempre bisogno di tenere i fari accesi sulla violenza sulle donne".

“Wall of Dolls” è un’installazione artistica permanente contro la violenza sulle donne, divenuta Onlus a Milano. L’idea, dieci anni fa, è venuta a Jo Squillo, cantante e volto televisivo di programmi legati alla moda, che proprio in una Milano Fashion Week maschile aveva per prima attirato l’attenzione sul problema. Da allora la marcia per il riconoscimento di diritti e tutele per le donne colpite da violenza di genere è stata trionfante, si è allargata, ma non senza problemi.

Jo Squillo e Giusy Versace al Wall of Dolls di Milano.

Solo quest’anno alla commemorazione del Wall of Dolls milanese (in via De Amicis, 2 dove è allestito anche un museo) è arrivato il sindaco della città. Il muro delle bambole è stato invece più volte violato. “Anche il solo gesto di avere un muro permanente a memoria di quello che succede contro le donne ha urtato qualcuno – racconta Jo Squillo nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – tanto che abbiamo dovuto tutelare anche il muro. Le bambole sono state violate, strappate, incendiate, mortificate. Per quest’anno abbiamo cambiato l’aspetto, rendendolo più green ma l’intenzione è sempre la stessa”.

Tanti artisti hanno regalato opere al progetto Wall of Dolls. A destra un dipinto di Dario Ballantini.

Giusy Versace, atleta e attivista e celebre volto tv, ha dato una mano fin dall’inizio: “Jo Squillo è davvero vulcanica, ha convinto subito tutti gli artisti e stilisti che si volevano unire in questa causa a realizzare e regalare una bambola al progetto. Ci siamo chiesti: perché? Perché non non vogliamo essere trattate come bambole. Secondo la tradizione indiana c’è l’usanza che ogni bambola esposta è una denuncia di una donna violata che ha denunciato. Si voleva mandare un messaggio forte al mondo maschile ma anche a tutti quegli ambiti che dettano bellezza, messaggi, e tematiche vicine alle donne. Qui tutti possono portare la propria bambola che rappresenta una denuncia di bambole. E purtroppo finché ci sarà il problema, il muro resterà”.

Jo Squillo, che ha esportato il muro delle bambole anche a Roma, Trieste, Brescia, Genova, Messina, racconta: “Spesso ci hanno criticato, dicendo che il muro è inquietante. Ma io dico: sono ben felice di scuotere coscienze con un’installazione. E sono io che ringrazio persone speciali che mi hanno aiutata nel diffondere il messaggio. Abbiamo realizzato documentari che parlassero delle tragedie ma anche delle rinascite delle donne che escono da percorsi di violenza. Vogliamo raccontare la sorellanza, l’amicizia tra donne che diventano sempre di più. Io credo fermamente che aver coinvolto l’arte in questo progetto ha fatto ribaltare il modo in cui si affronta il tema”.

Il rapper Ranzy, 33 anni, è da tempo accanto a Jo Squillo negli happening di Wall of Dolls. “Lui è la dimostrazione che un uomo completo è possibile, e soprattutto rispettoso e che aderisce al nostro messaggio”, dice la cantante.

Wall of Dolls è stato pioniere di un sentire la ribellione femminile all’oppressione e alla violenza in maniera diversa. Non ci sono numeri, non ci sono trattati sociali da studiare per capire la presa del muro delle bambole. Ma è un racconto di persone, di donne, fatto da donne che con il dialogo alimentano il passaggio delle testimonianze, che avviene nei commoventi documentari audiovisivi. Si tiene in vita un’attenzione al rispetto partendo dalle scuole, che ai muri sono invitate costantemente al confronto. Ed è una testimonianza di un’epoca che stiamo vivendo tutti. E che si spera, possa migliorare.

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Immagine di Christian D'Antonio

Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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