25 Gennaio 2021

“Pills of right”: il dibattito di diritto a prova di giovani con Massimo Isabella

Si chiama "pills of right" l'esperimento di divulgazione e coinvolgimento su tematiche giuridiche che porta avanti questo intraprendente studente di Giurisprudenza.

25 Gennaio 2021

“Pills of right”: il dibattito di diritto a prova di giovani con Massimo Isabella

Si chiama "pills of right" l'esperimento di divulgazione e coinvolgimento su tematiche giuridiche che porta avanti questo intraprendente studente di Giurisprudenza.

25 Gennaio 2021

“Pills of right”: il dibattito di diritto a prova di giovani con Massimo Isabella

Si chiama "pills of right" l'esperimento di divulgazione e coinvolgimento su tematiche giuridiche che porta avanti questo intraprendente studente di Giurisprudenza.

Si chiama “Pills of right“, pillole di legge, l’iniziativa interessante e divulgativa che Massimo Isabella, laureando in Giurisprudenza di 23 anni ha inaugurato sul suo profilo di social media. Una boccata d’aria fresca (e intelligente) da parte di un digital native che si differenzia dai suoi coetanei perché al posto di apparire, rende effettivamente un servizio. Al posto di chiedere di trucchi, sneaker e cerette agli influencer, a Massimo vengono poste domande sul diritto a volte anche taglienti, ma molto vicine al sentire comune e anche alle curiosità di tutti i giorni. Noi ne siamo entusiasti e abbiamo capito molto di come la comunicazione dovrebbe essere fatta per incuriosire e alzare il livello di awareness culturale d’Italia.

Se visitate il profilo di Massimo Isabella, studente all’Università Statale di Milano, con un passato tra Svizzera e Calabria, ci sono le risposte a tutto quello che vi passa per la testa in tema di diritto: un genitore può spendere tutto prima di morire? Posso mostrare i tatuaggi sul posto di lavoro? L’accordo verbale ha valore legale? I diritti e i doveri dei ricoverati ospedalieri?

Massimo, la tua idea è davvero vincente e alla fruizione di tutti. Come ti è venuto in mente?

Rimuovere i virtuosismi di retorica tipici di linguaggio giuridico è stata sempre una mia idea fissa. E rendere questi concetti di facile accesso, alla portata di tutti quelli che dimostrano interesse era una mia aspirazione. Poi vedevo contenuti trash in giro e mi sono deciso a dare il mio contributo per cercare di creare qualcosa di valido. Propongo io dei temi o raccolgo curiosità da chi mi segue. La strada è lunga, ma cerco di costruirmela secondo i miei canoni.

E su che basi vuoi che si poggi la discussione che generi?

Mi va di creare una sana discussione al mondo di diritto, in un’ottica di riduzione della dicotomia tra stato e individuo. Questo secondo me succede perché non si ha effettiva conoscenza della legge. Le discussioni delle persone si concentrano sulle cose che non vanno ma la legge è a presidio della persona, ed è il miglior modo di difendersi. Anzi, conoscere vuol dire difendersi.

Che persona sei, tu?

Ho frequentato il liceo classico e ho intrapreso gli studi giuridici perché voglio diventare magistrato. Ho un amore solido per il diritto, mi affascina l’idea di avere voce in capitolo e riuscire ad agire per il bene comune. Rimandendo sottoposto solo alle legge.

Perché queste materie si percepiscono come fredde?

Beh, adesso sto studiando sul manuale di diritto civile di Rodolfo Sacco e Giorgio De Nova e sto imparando tantissimo. Basta studiare per superare il pregiudizio. Sono affascinato dalle materie penalistiche, perché hanno riscontrabilità nella vita quotidiana. Qualsiasi cosa immaginabile è regolata da norme ed è questa una delle certezze che mi portano a interessarmi sempre più. Prediligo comunque il diritto e procedura penale.

Come è cambiato lo studio della legge ora che viviamo in un mondo globalizzato?

Questo è un campo oggetto di diversi studi personali, proprio per la globalizzazione del diritto. Oggi è bene conoscere le nostre regole e guardarsi intorno e riuscire a contestualizzarle. In diversi post che ho pubblicato su svariati argomenti c’è stato bisogno di fare dei confronti, per riconoscere ulteriore passi avanti della legge, per accogliere nuove normative o forse per apprezzare il punto in cui siamo. Bisognerebbe essere fieri di vivere in uno stato di diritto.

Questa tua passione ti ha portato già soddisfazioni?

Ho avuto la possibilità di scrivere degli articoli e trasmettere la mia conoscenza. Il mio obiettivo è vivere di diritto. Sono anche contento di poter stimolare dibattiti con colleghi e di poter approfondire alcuni aspetti proprio per poter rispondere nella maniera più idonea alle domande sui social.

La legge si discute?

Io non sono un avvocato e quindi stimolo sono riflessioni. Il diritto si discute, certo, quando bisogna porsi dei punti interrogativi, la mia idea la devo sostenere con fermezza e nel contempo devo ascoltare quello che pensano gli altri. Vado sempre a documentarmi, ma non mi sostituisco a un professionista. Anche se devo confessare che mi hanno chiesto pareri legali, il che mi gratifica visto che sono ancora studente.

In Italia si sente sempre la pressione di un’eccessiva produzione di norme. Che ne pensi?

La produzione normativa è necessaria. Studiando, mi rendo conto che ci sono tanti aspetti della realtà che sono regolati dalla legge, bisogna operare e cercare di immedesimarsi nella realtà che ci circonda, le esigenze e le vite delle persone devono essere tutelate in maniera diversa. Certo, alcune leggi dovrebbero essere modificate, aggiornate ma h molta fiducia nel sistema legislativo italiano.

Cosa vorresti cambiasse nel lettore che ti segue?

L’idea di farsi amica la legge, anche se è scritta in maniera complicata ma è lì per tutelarci in ogni aspetto. Ecco perché ho pubblicato gli esempi delle regole sul tatuaggio, la diffamazione, l’eredità di Maradona. Queste domande nella maggior parte dei casi sono sorte da confronti con miei amici.

Si dice: fatta la legge, trovato l’inganno. Un peccato?

Io credo veramente che la legge sia uguale per tutti, inevitabilmente può ritorcersi conto qualcuno se deve tutelare l’idea di giustizia. Ma non bisogna fermarsi e cristallizzare le proprie idee su alcuni punti, la conoscenza è l’unica arma a disposizione. Cosa c’è di più bello che conoscere i nostri diritti? Non bisogna lamentarsi e accettare passivamente la propria esistenza, dobbiamo darci una svegliata.

Senti che c’è voglia o necessità di partecipare al processo legislativo?

L’iniziativa popolare nella formulazione delle leggi è prevista dal nostro ordinamento, ovviamente, ma nella prassi spesso chi dovrebbe essere la rappresentanza della nostra voce, non fa il proprio dovere. Credo che non sia il popolo a doversi fare leggi ma a partecipare all’evoluzione delle esigenze sociali. Ci sono persone preposte a fare le leggi e quello che possiamo fare è assicurarci che facciano bene quel mestiere.

Che progetti hai dopo “Pills of right”?

Ho diverse ambizioni, si potrebbe sintetizzare la pagina in un manuale o farne qualcosa di fruibile per altri media. Al momento sto studiando un lancio, sempre online, di un law dictionary, un glossario con le parole che sentiamo tutti i giorni ma non conosciamo. Quanti sanno che affitto e canone di locazione sono due cose diverse? Vorrei anche allenare il lettore a trovare il reato in alcune situazioni che pubblicherò.

Hai dei temi che ti stanno maggiormente a cuore per il futuro?

Vorrei affrontare il mondo dei diritti civili che mi stanno a cuore, il tema della violenza, il consenso, anche la crisi di governo, la pronuncia dell’Onu sulla cannabis. Sentiamo dibattiti tutti i giorni e vorrei dare gli strumenti per comprendere la base legale di ogni aspetto della realtà. Il mondo del diritto senza applicazione nella nostra realtà è incompleto.

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Immagine di Christian D'Antonio

Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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