12 Novembre 2020
REALIZZATO IN “ROCKDOWN”

Fabrizio Fedele, una chitarra “Addicted to different monsters”

12 Novembre 2020
REALIZZATO IN “ROCKDOWN”

Fabrizio Fedele, una chitarra “Addicted to different monsters”

12 Novembre 2020
REALIZZATO IN “ROCKDOWN”

Fabrizio Fedele, una chitarra “Addicted to different monsters”

“Mentre il mio mondo continua a urlare / respiro ancora”: nasce all’ombra del lockdown “Addicted to Different Monsters”, undicesimo disco solista di Fabrizio Fedele, chitarrista e compositore tra i più autorevoli della scena indipendente italiana e ambasciatore di quell’“electric modal jazz” per lui coniato un paio di anni fa dall’edizione maltese del prestigioso Times.

Il disco è stato registrato tra il Cellar Studio napoletano dello stesso Fedele e gli Orange Dot Studios delle Shetland ed esce a due anni di distanza dal progetto/live “ON AIR: live session” e a un anno da “13 Petites Compositions”, disco di composizioni chitarristiche.

Endorser ufficiale degli amplificatori DV Mark, dei Montanino Custom Pedals e delle DS Custom Guitars del liutaio Davide Sorrentino, Fabrizio Fedele ha concepito, scritto e realizzato il suo disco durante quello che molti musicisti hanno ribattezzato “Rockdown”, periodo tra la primavera e l’estate in cui il coronavirus ha fatto da sfondo alle vite dei cittadini del mondo intero.

Otto le tracce del disco – dalla acuminata “Sad Like Grasshopper” all’avvolgente preghiera laica “A New Dawn” – in un tragitto sonoro in bilico tra la dedica d’amore (“Waltz For Bimba”), i riferimenti alla “Au Lait” di Pat Metheny in “She Lies Heavy” e il garbato omaggio alla beatlesiana “Blackbird” firmata da Paul McCartney del 1968 in “Once Were Cockroach”.

Le percussioni di Renzo Spiteri e gli strumenti a fiato di Pino Ciccarelli emergono in alcune tracce dell’album. Come in buona parte dei dischi di Fedele, anche “Addicted To Different Monsters” ha una texture ampia, internazionale: non a caso, l’album è stato pubblicato dall’etichetta francese Elison Musique. Diretta da Renato Gambuli, la label d’Oltralpe aveva originariamente programmato un live-tour del disco in differenti città della Francia, poi rinviato per via del coronavirus.

La densità della materia sonora e musicale di Fedele conferma una qualità compositiva profonda, intensa; il chitarrista napoletano propone una ‘sua’ musica, riconoscibile e pervasiva, e non ricalca mai i suoi passi. È forse questo l’elemento-chiave della produzione di Fedele: la ricerca costante, quasi ostinata, mai priva di pura creatività formale e compositiva.

Recensione a cura di Michelangelo Iossa

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