15 Giugno 2022
INCISIONI D’AUTORE

Peter Willburger a Salerno con opere, grafiche e film

15 Giugno 2022
INCISIONI D’AUTORE

Peter Willburger a Salerno con opere, grafiche e film

15 Giugno 2022
INCISIONI D’AUTORE

Peter Willburger a Salerno con opere, grafiche e film

Viaggio intorno all’istante: le Dissolvenze di Peter Willburger arrivano a Salerno, in Campania dove l’artista aveva trascorso buona parte degli anni Sessanta. Era stato a Raito, il piccolo paesino arroccato in Costiera Amalfitana, per poi sviluppare nuove tecniche di incisione dell’acquerello a Firenze.

A Salerno presso gli spazi della Pinacoteca provinciale, presso la Galleria Paola Verrengia si apre la mostra nell’anno celebrativo degli ottant’anni dell’indimenticato artista a cura di Antonello Tolve.

L’artista austriaco sarà protagonista dell’ esposizione, realizzata in collaborazione con l’Associazione L’Arte di Peter Willburger, oltre che con opere già presenti nella sezione “artisti stranieri”, con una piccola selezione di grafiche ed il prezioso video Ogni giorno un po’ di più, Cactus film produzioni di Licio Esposito e Paola Vacca. Successivamente il 30 giugno, in occasione dell’esposizione, nel cortile della Pinacoteca sarà organizzato un talk con Antonello Tolve, Elmar Zorn e Stefania Zuliani. In serata, intorno alle ore 19,30, ci si sposterà presso la Galleria Paola Verrengia, per il secondo vernissage.

Con Dissolvenze, Tolve racconta che “non solo torna chiaro il ricordo di un artista che ha sempre lavorato sull’attesa, sulla fuga, sull’ombra e sulla sembianza, sulla vicinanza e sulla distanza, sulla luminosità della Costiera Amalfitana, sul sogno e sulla memoria, su un crinale montuoso contemplato per captare la vertigine dell’infinito, sul corpo come paesaggio e sul paesaggio come corpo, ma anche la curiosità di un uomo attento a captare ogni possibile movimento del mondo per aprirlo all’urto della fantasia e restituirlo da un’altezza nuova”.

In mostra verranno proposte alcune opere realizzate fra il 1979 ed il 1998 in cui il tema prevalente è il paesaggio, dando vita ad un itinerario in cui con gesto audace Peter Willburger ha realizzato meravigliose grafiche: acquaforte, acquatinta, puntasecca sono “alcune delle modalità linguistiche utilizzate dall’artista”. Treffpunkte (1979) e Metamorphose (1979), Atmosfera (1980), Vier Jahreszeiten e il sessuale Sogno (1980), Wolkenbildung (1981), le preziose Tageszeiten del 1983, Herbstzeiten (1983), Jahreszeiten (1983), Fenster (1983-1986), Küste e Küstenfigur (giugno, agosto, dicembre) del 1994 e Verso e viceversa del 1998 (dal ciclo I Profili, 1996-1998): ecco le opere che compongono questo brillante itinerario. Da quel lontano 1963 comincia “il racconto”, racconto che si fa viaggio, nell’ostinato coraggio nel seguire e, perseguire, unicamente l’arte, con, come unico obiettivo, aleatorio, rischioso, iniziatico, l’approdo ad un reale, attraverso la continua ricerca, il tempo, la metamorfosi, l’attesa. Peter Willburger aveva quale luogo di nascita delle sue opere il punto, che noi identifichiamo con il tempo, con l’istante, un istante che vale non per quello che seguirà o si prevede che segua, ma di per sé. L’istante filosofico è ciò da cui qualche cosa muove scrive Platone e se la creazione di Willburger, la sua linea, il suo “tema” è un seguito di punti, d’istanti, una certa organizzazione razionale del tempo, in attesa della presa dell’acido, dell’incisione, della trasformazione. Tempo che diventa autosufficienza dell’istante, assumendo una dimensione sacrale, rituale, mitica, misterica, l’atto della vita stessa nella sua pienezza, esaltante quel segno traversante l’abisso dell’io, specchio dello sguardo infinito di Peter Willburger. L’incisore partiva dal punto per comporre le sue linee, i suoi profili, è icnografia, per dirla con Michel Serres, nel suo procedere senza limiti, attraverso la molteplicità degli spazi e dei tempi annullante ogni nostro possibile sforzo teorico, racchiudendo in sé, all’infinito, tutte le chances per una sua decodificazione, non un’opera, non una rappresentazione, ma il capo, il pozzo, la scatola nera che comprende, implica, avvolge tutti i profili, le apparenze, le rappresentazioni, il suo puro sentire, in cui ci siamo immergeremo, come perduti, dialogando con l’opera stessa, dando l’abbrivio al nostro gioco di associazioni, di nascite, di pensieri felici.

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