Loredana Vanini, fotografa e ideatrice di un progetto editoriale dedicato alle donne. Il libro fotografico uole normalizzare l’infertilità e abbattere un tabù. C’è un aspetto che accomuna l’esperienza di moltissime donne nel percorso che comincia con questa diagnosi, ed è la difficoltà a parlarne. UNADELLETANTE è un grande lavoro collettivo, uno stimolo ad alzare la testa e a sorridere, che passa attraverso 100 ritratti di donne coraggiose che, letteralmente “ci hanno messo la faccia”. Ogni ritratto è accompagnato da un aneddoto, da un flash su una storia magari complessa, per gettare uno sguardo sensibile sul mondo dell’infertilità, in cui si spazia dalla frustrazione all’ironia, dallo sconforto alla speranza. Sono 99 ritratti più uno, quello dell’autrice. L’idea di dare voce a tante donne infatti prende forma nel pensiero di Loredana in una sala d’aspetto quando, nel tentativo di avere un figlio, cambiava clinica preparandosi al suo quinto tentativo di fecondazione assistita.

Loredana Vanini nasce a Roma nel 1975. Spirito curioso e sensibile, le piace osservare il mondo e le sue sfaccettature da più angolazioni. Ogni ritratto di questo libro è accompagnato da un aneddoto, da un flash su una storia magari complessa, per gettare uno sguardo sensibile sul mondo dell’infertilità, in cui si spazia dalla frustrazione all’ironia, dallo sconforto alla speranza. “Sono 99 ritratti più uno, il mio“, dice l’autrice.
È proprio sbirciando attraverso il buco di una serratura, che da piccola scopre la fotografia. Dietro la porta chiusa, il bagno si trasforma in una camera oscura improvvisata dal padre. Tra l’odore pungente degli acidi da sviluppo e la vista delle immagini che prendono forma, nasce il seme di una passione che negli anni si rivelerà il suo destino professionale. Loredana arriva alla macchina fotografica con un percorso obliquo, misurandosi con i segreti della luce, le inquadrature e le pose, nei lunghi anni di backstage in cui lavora come make up artist al fianco di fotografi e registi. È un tempo utile in cui le competenze si affinano e i desideri assumono contorni definiti.
A trentatré anni il suo occhio, allenato a cogliere atmosfere e suggestioni, si sposta dietro l’obiettivo, con un linguaggio visivo chiaramente riconoscibile. Iniziano le sperimentazioni con i cataloghi e i progetti creativi. Scatto dopo scatto, la macchina fotografica diventa lo strumento eletto per osservare il mondo e restituirne una visione personale. Il suo sguardo spontaneo e caparbio, cattura dettagli e unisce frammenti creando storie. Con la diagnosi di infertilità Loredana entra in una realtà sconosciuta, fatta di donne dallo sguardo basso che silenziose affollano le sale d’attesa. Donne che i pregiudizi e i tabu hanno reso sole, ma che Loredana decide di raccontare con lo strumento che più la rappresenta. Loredana vive e lavora come fotografa a Roma con molti progetti artistici in cantiere.
La macchina fotografica di Loredana diventa quindi il mezzo attraverso cui ogni donna ha potuto raccontare l’intimità della propria storia. Donne che, nella condivisione, hanno smesso di provare vergogna e si sono aperte con generosità e complicità. Queste malattie sociali e i pregiudizi, si curano collettivamente per questo Loredana ha voluto coinvolgere diverse donne con set itineranti e trasversali, che partendo da Roma, hanno attraversato l’Italia, raggiungendo anche l’Inghilterra.