L’esasperazione dell’applicazione delle tecnologie alla vita di una società futuribile è alla base del tema Cyberpunk che attraversa la cultura popolare mondiale. In Occidente, dalla data di uscita di “Blade Runner” (film di Ridley Scott del 1982) a quella del disco di Billy Idol chiamato proprio “Cyberpunk” (1993) è stato un tema ricorrente nel mondo creativo che ha abbracciato videogiochi, estetica, moda e musica. Ora l’Academy Museum di Los Angeles dedica un’intera mostra al filone, Cyberpunk: Envisioning Possible Futures Through Cinema che apre il 6 ottobre 2024 ed è curata da Doris Berger, vicepresidente degli affari curatoriali, con Nicholas Barlow ed Emily Rauber Rodriguez, curatori assistenti.

Cyberpunk: Envisioning Possible Futures Through Cinema è tra le oltre 70 mostre e programmi presentati come parte del programma californiano PST ART e mette in mostra materiali di produzione, costumi, oggetti di scena e concept art tratti dagli iconici film Cyberpunk.
Si tratta di un evento regionale di riferimento curato da Getty, l’importante istituzione americana, che esplora le intersezioni tra arte e scienza, sia passate che presenti.
La mostra esamina l’impatto globale e l’influenza duratura del sottogenere fantascientifico cyberpunk sulla cultura cinematografica. Con scenari futuri prossimi ambientati in mondi che assomigliano al nostro, i film cyberpunk accostano i progressi tecnologici a sconvolgimenti sociali, crisi ecologica e degrado urbano. Al centro di queste storie ci sono emarginati e personaggi ribelli che combattono contro sistemi politici corrotti, tecnologia impazzita, mega-corporazioni globali e colonialismo.
La mostra dell’Academy Museum (che resterà visibile fino all’aprile 2026) presenta materiali di produzione, costumi, oggetti di scena e concept art di iconici film cyberpunk tra cui Blade Runner (USA, 1982), Tron (USA, 1982) ed eXistenZ (Canada, 1999). Mette inoltre in luce film internazionali come Sleep Dealer (Messico/USA, 2008) e film d’animazione fondamentali come Ghost in the Shell (Giappone, 1995). Al centro della mostra, un’installazione immersiva esplora temi e motivi visivi dei film cyberpunk e futuristi. Con una voce narrante scritta dallo scrittore e regista Alex Rivera, l’installazione illustra le origini del cyberpunk nel XX secolo e le nuove direzioni globali che ha preso nel XXI secolo, espandendosi in generi come l’afrofuturismo (Neptune Frost, Ruanda/USA, 2021), il latinofuturismo (Alita: Battle Angel, USA, 2019) e il futurismo indigeno (Night Raiders, Canada/Nuova Zelanda, 2021).
Il catalogo di accompagnamento offre nuove prospettive sul cinema cyberpunk e le sue eredità, e un’esperienza di realtà mista, creata in collaborazione con Magnopus, esplora la creazione di un paesaggio cyberpunk distopico.