Pensavamo di aver assistito a tutto, televisivamente parlando, ma quando un comico decaduto ha preso parola in un talk domenicale l’altro giorno ne abbiamo sentite delle belle. Nel salotto di Barbara D’Urso c’è chi protesta per i tradimenti altrui, ma anche chi ce l’ha coi chirurghi che tagliano peni (sì, avete letto bene purtroppo).
Ed ecco che, come per le elezioni in Sicilia dove trionfa Forza Italia, è subito un tuffo nel 2001, quando oggi si leggono i dati d’ascolto della tv italiana. Un programma morto e dato per spacciato come il Grande Fratello fa sfaceli. Una Domenica In posata e “vecchia guardia” è invece a rischio chiusura.
L’onda anomala che poi colpisce esperimenti riusciti e osannati fino a 10 mesi fa come quello di Mika è del tutto inspiegabile. Il cantante anglo-libanese è spassoso con quel pizzico di autocelebrativo che può infastidire, d’accordo. Ma affossarlo perché a stento supera il 7% di share, quando porta un inedito giro d’Italia in prima serata con tanto di spazio all’opera che nessuno tocca da noi, è troppo.
Il dibattito che queste incongruenze pop scatenano è ampio. Ma rivela soprattutto un impoverimento dell’educazione al bello per cui siamo famosi all’estero. Il brutto non dovrebbe essere assecondato. Mai più repack di dischi col flavour of the moment come fa in questi giorni il blasonato Tiziano Ferro. Mai più interviste compiacenti come ha fatto Maurizio Costanzo al risorto Silvio nazionale. E soprattutto, non vergogniamoci di essere la nicchia che il bello lo sostiene. Anche se non in voga.
Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it.
Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia.
Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
“MONZA 100 – IL PODCAST DELL’AUTODROMO” è una serie in otto puntate, ideata e prodotta da Dr Podcast Audio Factory LTD, in cui il giornalista e storyteller PINO
Falconeri, brand elegante e contemporaneo, ha invitato i suoi ospiti al suo primo Fashion Show nella città meneghina, per intraprendere
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Commenti e opinioni
L’imBARBARimento tv non ci rallegra
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L’imBARBARimento tv non ci rallegra
Pensavamo di aver assistito a tutto, televisivamente parlando, ma quando un comico decaduto ha preso parola in un talk domenicale l’altro giorno ne abbiamo sentite delle belle. Nel salotto di Barbara D’Urso c’è chi protesta per i tradimenti altrui, ma anche chi ce l’ha coi chirurghi che tagliano peni (sì, avete letto bene purtroppo).
Ed ecco che, come per le elezioni in Sicilia dove trionfa Forza Italia, è subito un tuffo nel 2001, quando oggi si leggono i dati d’ascolto della tv italiana. Un programma morto e dato per spacciato come il Grande Fratello fa sfaceli. Una Domenica In posata e “vecchia guardia” è invece a rischio chiusura.
L’onda anomala che poi colpisce esperimenti riusciti e osannati fino a 10 mesi fa come quello di Mika è del tutto inspiegabile. Il cantante anglo-libanese è spassoso con quel pizzico di autocelebrativo che può infastidire, d’accordo. Ma affossarlo perché a stento supera il 7% di share, quando porta un inedito giro d’Italia in prima serata con tanto di spazio all’opera che nessuno tocca da noi, è troppo.
Il dibattito che queste incongruenze pop scatenano è ampio. Ma rivela soprattutto un impoverimento dell’educazione al bello per cui siamo famosi all’estero. Il brutto non dovrebbe essere assecondato. Mai più repack di dischi col flavour of the moment come fa in questi giorni il blasonato Tiziano Ferro. Mai più interviste compiacenti come ha fatto Maurizio Costanzo al risorto Silvio nazionale. E soprattutto, non vergogniamoci di essere la nicchia che il bello lo sostiene. Anche se non in voga.
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