Come si diventa autorevoli e affidabili per vendere i prodotti beauty online? Il boom dei social network e le tecnologie mobile stanno rivoluzionando il settore della vendita della bellezza anche in Italia.
Un’inserzione su Instagram o Facebook può valere di più, in termini di target mirato, di una pagina su un quotidiano.
Il consumatore agisce sulla base delle cinque S: search, share, site, speed, science. È facilmente intuibile: si fa la ricerca, si condivide un consiglio, si visita un sito, si premia la velocità del rinnovamento dei brand e si è sempre più attenti alle innovazioni tecnologiche.
L’Italia, specie “le donne del Nord Italia”, dicono gli analisti, è al centro del rinnovamento. Non solo perché è un italiano, Fabrizio Freda, ad di Estée Lauder, ad aver portato il colosso beauty ad avere 600 siti nel mondo con 388 milioni di contatti. Il marchio della bellezza di lusso oggi realizza il 10% del fatturato online e fa campagne accattivanti come quella della foto “Driven by Desire”.
Ma è anche l’industria italiana a mostrare bel vigore, tanto che il presidente di Cosmetica Italia Fabio Rossello è stato invitato la settimana scorsa a Porta a Porta su Rai Uno per parlarne. Nel 2015 la cosmetica italiana ha guadagnato 6.5% in valore (a oltre 10 miliardi di euro), sostenuta di un export a +14.3% annuo e vendite a online a oltre 170 milioni, anche se il 40% del business italiano è ancora realizzato nei supermercati.
Guidano la riscossa beauty sul web in Italia tre linee molto popolari: Kiko, Pupa e Deborah.
Cosa funziona per i marchi di bellezza sul web? Il fatto che abbiano assecondato il cambiamento delle propensioni di acquisto ha la sua parte. Non hanno osteggiato il progresso come l’industria di musica e cinema. L’hanno cavalcato, hanno capito che i Millennial prediligevano l’uso dei social media e l’offerta di un’assistenza personalizzata online. E hanno anche intuito che è inutile pubblicizzare trattamenti preventivi e migliorie “nel tempo”. Il consumatore oggi vuole tutto e subito, con risultati immediati.
Speed, appunto. Che vuol dire anche passaparola sui social. Secondo una ricerca americana pubblicata da www.franchisehelp.com, l’82% delle consumatrici crede che i trend di bellezza viaggiano attraverso i social media. Non solo in riferimento agli account delle celebrities, ma soprattutto grazie a suggerimenti di amici e amici di amici.
Ultimo aspetto, le coccole. Sì, avete letto bene: le confezioni di campionario delle ultime novità come i consigli personalizzati nei tutorial web sono percepiti come gratificazione dai clienti. E creano fidelizzazione, sia in creme che in pixel.
Commenti e opinioni
Beauty online, quali sono le cinque S del successo sul web?
Driven by desire: spinti dal desiderio, delle clienti, di sentirsi più vicine al marchio scelto. Attraverso i social media.
Commenti e opinioni
Beauty online, quali sono le cinque S del successo sul web?
Driven by desire: spinti dal desiderio, delle clienti, di sentirsi più vicine al marchio scelto. Attraverso i social media.
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Beauty online, quali sono le cinque S del successo sul web?
Driven by desire: spinti dal desiderio, delle clienti, di sentirsi più vicine al marchio scelto. Attraverso i social media.
Come si diventa autorevoli e affidabili per vendere i prodotti beauty online? Il boom dei social network e le tecnologie mobile stanno rivoluzionando il settore della vendita della bellezza anche in Italia.
Un’inserzione su Instagram o Facebook può valere di più, in termini di target mirato, di una pagina su un quotidiano.
Il consumatore agisce sulla base delle cinque S: search, share, site, speed, science. È facilmente intuibile: si fa la ricerca, si condivide un consiglio, si visita un sito, si premia la velocità del rinnovamento dei brand e si è sempre più attenti alle innovazioni tecnologiche.
L’Italia, specie “le donne del Nord Italia”, dicono gli analisti, è al centro del rinnovamento. Non solo perché è un italiano, Fabrizio Freda, ad di Estée Lauder, ad aver portato il colosso beauty ad avere 600 siti nel mondo con 388 milioni di contatti. Il marchio della bellezza di lusso oggi realizza il 10% del fatturato online e fa campagne accattivanti come quella della foto “Driven by Desire”.
Ma è anche l’industria italiana a mostrare bel vigore, tanto che il presidente di Cosmetica Italia Fabio Rossello è stato invitato la settimana scorsa a Porta a Porta su Rai Uno per parlarne. Nel 2015 la cosmetica italiana ha guadagnato 6.5% in valore (a oltre 10 miliardi di euro), sostenuta di un export a +14.3% annuo e vendite a online a oltre 170 milioni, anche se il 40% del business italiano è ancora realizzato nei supermercati.
Guidano la riscossa beauty sul web in Italia tre linee molto popolari: Kiko, Pupa e Deborah.
Cosa funziona per i marchi di bellezza sul web? Il fatto che abbiano assecondato il cambiamento delle propensioni di acquisto ha la sua parte. Non hanno osteggiato il progresso come l’industria di musica e cinema. L’hanno cavalcato, hanno capito che i Millennial prediligevano l’uso dei social media e l’offerta di un’assistenza personalizzata online. E hanno anche intuito che è inutile pubblicizzare trattamenti preventivi e migliorie “nel tempo”. Il consumatore oggi vuole tutto e subito, con risultati immediati.
Speed, appunto. Che vuol dire anche passaparola sui social. Secondo una ricerca americana pubblicata da www.franchisehelp.com, l’82% delle consumatrici crede che i trend di bellezza viaggiano attraverso i social media. Non solo in riferimento agli account delle celebrities, ma soprattutto grazie a suggerimenti di amici e amici di amici.
Ultimo aspetto, le coccole. Sì, avete letto bene: le confezioni di campionario delle ultime novità come i consigli personalizzati nei tutorial web sono percepiti come gratificazione dai clienti. E creano fidelizzazione, sia in creme che in pixel.
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Christian D'Antonio
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