Attività commerciali e ludiche per strada sospese fino ad almeno il 15 aprile. Anche Parigi, la capitale culturale d’Europa, è in questi giorni ferma e silenziosa come non mai. Mentre la Francia continua il suo confinamento, la fauna riprende il suo posto nella capitale e si segnalano addirittura dei bizzarri avvistamenti nella ville lumiere.
Le anatre non rimangono più sulle rive della Senna ma ora vagano per le tranquille strade di Parigi in prima serata, ad esempio vicino alla Comédie Française. I viali si spopolano di ogni presenza umana e gli unici assembramenti possibili sono quelli dei senza tetto, spostati dalle periferie e dai dormitori chiusi al centro delle grandi boulevard.
Tutti uguali, tutti abitanti della stessa gigantesca metropoli sonnolenta, tutti in attesa di una probabile ripartenza. La snoberie proverbiale dell’elegante città, che svela ancora di più la sua innegabile bellezza, si fa viva in alcune abitudini inedite. In Italia si canta e si balla sui balconi (almeno all’inizio della pandemia), sulle rive della Senna ci si sfida a quiz culturali dai balconi (con risposte sui social media).
Fa discutere l’immutata irrinunciabile abitudine personale di ogni cittadino d’oltralpe, quella di andare a comprare il pane ogni singolo giorno. “We can’t live without bread”, titolava il New York Times in proposito qualche giorno fa.
Fotoservizio di Andrea Agostinelli