Nell’ambito di “PHOTOFESTIVAL 2021” il 17 Settembre dalle 18,30, presso la Biblioteca di Parco Sempione a Milano, si inaugura la mostra della prestigiosa fotografa Agnès Spaak intitolata “Sense of Beauty”. E il “Senso della bellezza”, per tradurre letteralmente il titolo del vernissage, cammina da lontano nella Spaak, figlia di Charles, noto sceneggiatore belga, e sorella maggiore di Catherine, e ancor prima di lei, acclamata attrice con un esordio come protagonista in “Un Amore” tratto dal romanzo di Dino Buzzati, in cui presta il volto a Laide.
Di bellezza, e interpretazione di questo massimo sistema, la fotografa si è occupata fortemente, come riflessione che parte dall’intimo, per riversarsi su quei mistici volti femminili a lei tanto cari. Agnès gestisce una sua totale decodificazione dell’estetica, in cui il bello non è quella vetrina multimediale ed usa getta di Instagram, ma è imperfezione sentimentale che, per paradosso, diventa delicata e perfetta, recepita dal fruitore in modo personale ed unico. Le immagini proposte, si offrono agli occhi del visitatore, facendo risuonare, ognuno a suo modo, le corde del cuore. L’artista consegna i propri scatti appesi alle pareti, ad un mondo vibrante e vero in cui, in un misterioso processo associativo, si recuperano ricordi, storie, segreti, che si ritagliano e accomodano, come una soffice seta che fruscia sul corpo e sussurra una favola, che altro non è, se non la magia dell’esistenza.

Biblioteca Parco Sempione, Viale Cervantes 1 – 20121 Milano
Orari: Mar e Gio 09 – 14 | Mer e Ven 14 – 19 | Sab 10 – 14 | Dom e Lun chiuso
Accesso con green pass per i maggiori di 12 anni.
Ingresso contingentato negli orari di apertura della biblioteca
Prenotazione all’app Affluences oppure al numero 0288465812
Altre info: segreteria@milanophotofestival.it

Debutti il 17 Settembre con la mostra “Sense of beauty”: di che si tratta?
Inizio con una nota curiosa. La mostra si inaugura all’interno della Biblioteca milanese di Parco Sempione venerdì 17 Settembre alle 18.30, e sono ospitate 17 mie foto. Quando me l’hanno fatto notare, sono scoppiata a ridere: la superstizione, decisamente non mi appartiene!
Come mai la scelta di questo titolo?
Il titolo “senso di bellezza” è una suggestione, per me la bellezza non può racchiudersi in un rigido canone, quanto piuttosto nella sensazione personale che ognuno ne coglie. In un’era dominata dalla chirurgia plastica e da un Instagram che sembra un copia/incolla di facce innaturali, non ne posso più di labbra a canotto e nasi leziosi! La bellezza è qualità interiori che ci attraversano da dentro fino ad illuminare un volto: non è retorica, ma la verità espressiva accade solo a queste condizioni. Per questo motivo, non attribuisco mai un titolo alle mie foto, che decido di numerare in modo sequenziale. Quest’anonimato, regala allo spettatore durante la visita, la possibilità di raccontarsi una storia come indica la suggestione del momento. Io stessa, da spettatrice, non leggo mai le etichette delle opere, che vivo come una forzatura alla libertà di fruizione.
Hai fatto tante esposizioni delle tue opere: esiste un filo conduttore che conduce fino a “Sense of Beauty”?
Certamente esiste un filo conduttore molto evidente, che lega il mio percorso artistico nelle diverse mostre, fino a giungere a questa del 17 Settembre, dove sono ospite della Biblioteca di Parco Sempione a Milano. Io lavoro con una tecnica di sovraesposizione dell’immagine, che viene avvolta in più strati fotografici, che poi elaboro fino alla costruzione finale, e scarnifico. Per paradosso, dal più passo al meno, in un processo che prima aggiunge, per poi levare e consegnare, non l’essenziale, quanto piuttosto l’essenza di uno scatto.
Mi bilanci la soggettività e l’oggettività all’interno delle tue istantanee?
Anche se una dose di oggettivo esiste, il piatto della bilancia pende a favore di una soggettività. Le mie opere sono democratiche: una volta appese ad una parete ed esposte, sono di tutti in eguale modo. D’altronde pure io, nella fase creativa, di fronte ad uno scatto, inizio spinta da un’emozione, che sembrerebbe portarmi in una certa direzione, e poi magari devio verso una sponda tutta diversa! Significa che se ci si immerge con onestà in un progetto, non esiste nulla di preordinato, anzi il caos creativo guida la mano del fotografo.
Delinei una tua definizione di bellezza?
La bellezza è uno dei temi più praticati e discussi in ambito artistico.
Per me è particolarità, quel tratto distintivo che ricorda che il piano metafisico deve vincere su quello reale. È mistero, vaghezza, pace: sta all’artista miscelare il tutto in un delicato equilibrio.
Cosa recuperi della lunga e importante attività di fotografa di moda, in questa fase da ritrattista?
Tanto: ho lavorato per anni in settimanali femminili, in cui mi occupavo di bellezza e fotografavo donne bellissime. Di quel periodo, oltre alla lunga esperienza dietro l’obiettivo, porto il desiderio di fermare e firmare lo scatto con la mia visione del mondo. È l’occhio di Agnès che guarda dentro quella parte che si fissa sulla pellicola, ed è la mia anima che la reinventa a suo modo.
L’apertura di eventi culturali dopo il blocco per il Covid, segna una fase di ripresa della cultura: come ritrovi il mondo oggi?
Ovviamente la ripresa artistica segna un messaggio di ripresa della cultura, e da artista, non posso che gioirne! Tuttavia con sincerità, non posso esimermi dal constatare che i bei messaggi e propositi, specie nel primo momento culminante della pandemia, in merito ad essere migliori, sono stati fiori gettati alle ortiche. Peccato! Mai dovremmo perdere l’occasione, da una tragedia, di lavorare su noi stessi e diventare protagonisti della costruzione di un mondo migliore.
Raccontaci il messaggio inclusivo che vuoi fare arrivare ai visitatori della tua mostra.
Il messaggio è per paradosso, non dare indicazioni, quanto suggerire la libertà individuale di immergersi nel mio percorso artistico, facendolo diventare di propria pertinenza. Mi piace allontanarmi dalle mie foto, e fare entrare in queste stanze segrete, chi ha voglia di percorrerle: inutile sottolineare che auguro a tutti, che sia un viaggio speciale.