L’eclettico Damiano Gallo, imprenditore, immobiliarista, presentatore, ideatore di eventi, spenti i riflettori sul poderoso scenario del Castello Maniace di Ortigia, perla siracusana, traccia un bilancio sulla seconda edizione del “Siracusa Book Festival”, creato e organizzato insieme a Marco Garavaglia, ed egregiamente presentato con una splendente e brava Susanna Messaggio, dando l’appuntamento ovviamente al prossimo anno. L’evento, che ha come partner The Way Magazine, ha riempito per un weekend la location di città e ha accontentato cultori di vari generi. Oltre che a soddisfare la sana sete di celebrità che si respira in queste manifestazioni dove i vip finalmente possono raccontarsi al loro pubblico.





Cosa resta a luci chiuse della seconda edizione del “Siracusa Book Festival”?
Rimane la soddisfazione di avere coinvolto e generato entusiasmo nei confronti delle persone che ho avuto ospiti a questa seconda edizione del “Siracusa Book Fest”. Assieme a Marco Garavaglia, mio partner in questa avventura, non potremmo essere più soddisfatti.
Un Festival letterario diventa pure una fucina di idee.
È il valore aggiunto alla manifestazione! Per due giorni ondeggiavano sinergie, si sono generati contatti, scambiate idee, si è condivisa voglia di agire.
Da questo flusso di fattiva positività, sono certo che sbocceranno collaborazioni e proposte. Non solo: tutto ciò è il migliore antidoto per reagire e sconfiggere una certa pigrizia culturale, che a tratti avvolge la nostra isola.


Hai avuto qualche timore durante la manifestazione?
Il primo giorno esiste una normale ansia da debutto: sai che ti giochi in due giorni, un lavoro di mesi e mesi. In aggiunta, siamo stati tormentati da un caldo torrido che non lasciava tregua, e non ha certo aiutato. Poi, ho finito per non avvertirlo più. Man mano che la serata entrava nel vivo, ho iniziato a sentire un calore diverso, quello del pubblico che si coinvolgeva alle storie raccontate dagli autori, applaudendo, facendo domande, ridendo, prestando un’attenzione sensibile e coinvolta.
Il clou si è avuto nella seconda serata al “Premio Alessandra Appiano”.
Intanto mi piace sottolineare che abbiamo avuto trecento persone a sera: numeri che i Festival letterari sono lontani da ottenere. Nella seconda serata l’atmosfera è stata stupenda, e se posso dirlo, ho percepito dall’alto la fierezza della mia amica Alessandra, nell’averla onorata in un così evidente tributo d’amore.
Mi racconti un aneddoto curioso?
Mi riallaccio proprio al secondo giorno. Il vedovo di Alessandra Appiano, il giornalista Nanni Delbecchi, era visibilmente e comprensibilmente emozionato. Non reggeva lo stress del pre esordio, ed a un certo punto, mi incita ad entrare in scena! Gli spiego che non sono ancora microfonato ed attendo il fonico. Il suo essere su di giri, mentre lottavo per contenere la mia, di emozione, mi ha ispirato nei suoi confronti un’indicibile tenerezza. Di botto, l’ho abbracciato e tranquillizzato. Come ha poi ricordato lui in scena, Alessandra aveva il dono di aggregare le personalità più svariate: nel nostro caso, ha unito un pragmatico e vulcanico imprenditore multitasking, con un sognante intellettuale.

Mi dici un aggettivo per gli ospiti vip presenti in questa edizione?
Per Alessandro Cecchi Paone: sorprendente. I suoi interventi hanno fatto discutere, e pure il suo look particolare.
Per Susanna Messaggio: esplosiva. Il suo fare coinvolgente ed ironico, è stato apprezzato dal pubblico.
Per Diego Dalla Palma: emotivo. Come sempre, Diego viaggia su un pianeta sensibile, e quel che dice, è connotato sempre da un tocco vibrante.
Per Stefania Prestigiacomo: prorompente. Lei divide il pubblico, e per questo averla come madrina, è stata una scelta azzeccata. Entusiasta, ha dichiarato il suo plauso per avere avviato energie, che costituiranno solide basi per migliorare nella prossima edizione. Infine, le sono grato per essersi esposta a mia difesa.
L’aspetto più chiacchierato del Festival?
Non ho esitazioni: i miei outfit! Sono stato vestito da Etro per entrambe le serate, ed ero certo che avrei scatenato i commenti più disparati.
Non mi vedo proprio come “il bravo presentatore” ingessato dentro uno smoking! Il mio look distonico, ha sorpreso il pubblico, ma quel tocco aggressive era voluto, perché in linea con uno show letterario, che amalgama glamour e cultura. Affermo con certezza che ho vestito la mia energia, imprigionandola in una giusta forma.
Esiste un frangente, uno sguardo, una frase che porti nel cuore?
Mi colpisce non un solo sguardo, quanto gli sguardi.
Quelli che arrivano timidi, quasi di soppiattò e vergognosi, non delle star avvezze a alzare gli occhi impettiti ed abituati ai riflettori, ma quelli schivi e umili delle persone comuni. Per esempio, ho colto gli occhi approvanti dei custodi del castello Maniace, quasi perplessi dalle situazioni sorprendenti che ho scaturito.
Quegli sguardi, hanno trovato la voce, non in stereotipati complimenti di facciata, quanto in frasi di sincera stima nei miei confronti, intrise di elogi genuini.
Sono queste le reazioni che mi lusingano, e di fronte al loro incitamento a non gettare la spugna, mi sorprendo a dire a me stesso “Damiano non recedere: qui non si molla!”



C’è qualcosa che vuoi cambiare nella prossima edizione?
Esistono sempre i margini per migliorare. E se penso al futuro, immagino un Festival letterario tripartito tra Siracusa, Palermo e Piazza Armerina, per creare movimento su più luoghi della Sicilia. Le mie due giornate siracusane, hanno smosso un indotto, oltre di tanti libri venduti, anche di hotel, ristoranti, catering, trasporti, driver. Soprattutto a Piazza Armerina, dove sono stato assessore, città a cui sono molto legato. Desidero pure ingigantire l’aspetto dello show, mantenendo l’immagine del salotto letterario, con pluralità di voci, aggiungendo tra uno scrittore e l’altro un divertissement, come la presenza di un comico, sempre lasciando salda la mia conduzione affiancato da un personaggio televisivo.
È mai possibile che nella tua terra tu abbia dovuto farti soccorrere dagli sponsor privati, mentre le istituzioni chiudevano gli occhi?
Non lo so se è una colpa della Sicilia, o del mio essere un irriducibile “yes man”: non scendo a compromessi, meraviglioso pregio o terribile difetto, è solo questione di prospettive. Sono stato tartassato da difficoltà burocratiche e ostruzionismi, inspiegabili quanto micidiali, come un evento musicale alle 22, che ha pressato i tempi della prima serata.
Se posso auto complimentarmi, più mi mettono i bastoni tra le ruote, più mi viene voglia di usarli come trampolino per volare ancora più in alto.

Qual è il prossimo traguardo?
Oltre al progetto di ingigantire il “Siracusa Book Festival”, valorizzando ulteriormente il superbo territorio siciliano, a settembre mi attende su Discovery Channel la terza edizione di “Chi ha dormito in questo letto”.
E ora?
Vado in vacanza a Gozo, e ho detto alla mia famiglia di non preoccuparsi, ma sento il bisogno di staccare tre giorni il cellulare, per rigenerarmi.
Come sempre, hanno capito. Aggiungo che sono stati orgogliosi di conoscere i miei contatti, e coniugare il proprio mondo, con i tanti mondi diversi che prospetto loro: spaccati di vite curiosi e interessanti.
E mi è d’obbligo dedicare un pubblico grazie, per avermi aiutato nelle pubbliche relazioni, portando una vera folla motivata alle due serate evento.
Un’ultima curiosità su di te?
Oscillo in perenne up e down: mi alzo e vado giù, mi risollevo e crollo. Qual è il punto d’incontro? Che tra traguardi e sgambetti, non mi fermo. Continuo, sempre e comunque, a macinare chilometri, e inglobare idee, se no, i traguardi, restano puntini sfocati. E io, amo le luci vivide e centrate: quelle degli obiettivi raggiunti.