14 Luglio 2025

A Barga quattro pittori che hanno segnato il 900

Fino al 14 settembre 2025 la mostra “Barga incantata. Visioni del paesaggio dell’anima” nella cittadina in provincia di Lucca

14 Luglio 2025

A Barga quattro pittori che hanno segnato il 900

Fino al 14 settembre 2025 la mostra “Barga incantata. Visioni del paesaggio dell’anima” nella cittadina in provincia di Lucca

14 Luglio 2025

A Barga quattro pittori che hanno segnato il 900

Fino al 14 settembre 2025 la mostra “Barga incantata. Visioni del paesaggio dell’anima” nella cittadina in provincia di Lucca

Una nuova mostra, “Barga incantata. Visioni del paesaggio dell’anima“, è stata inaugurata l’11 luglio 2025 a Barga, presso il Museo “Stanze della Memoria”. L’esposizione intende celebrare quattro importanti pittori del Novecento: Alberto Magri, Adolfo Balduini, Bruno Cordati e Umberto Vittorini, esplorando il loro profondo legame con il territorio di Barga. L’evento curato da Cristiana Ricci (Presidente della Fondazione Ricci ETS), presenta circa 40 opere tra dipinti, grafiche e incisioni. L’obiettivo è valorizzare Barga non solo come paesaggio naturale, ma come spazio interiore e poetico, visto attraverso gli occhi e l’anima degli artisti. Ogni pittore ha una sezione dedicata, evidenziando le opere legate a Barga e mettendo in dialogo le loro diverse sensibilità e affinità stilistiche. La Sindaca di Barga, Caterina Campani, ha sottolineato come la mostra sia un’opportunità per riscoprire la poesia e l’identità barghigiana attraverso questi artisti, considerati figure di riferimento per l’arte locale. La curatrice ha spiegato che il titolo “Barga incantata” vuole evocare un luogo che va oltre la sua bellezza architettonica e paesaggistica, diventando un luogo dell’immaginario, capace di suscitare emozioni e visioni interiori. Il sottotitolo, “Visioni del paesaggio dell’anima”, sottolinea come il paesaggio barghigiano sia uno specchio di sentimenti e stati d’animo degli artisti. Un’importante influenza in questo “sentire” è stata quella di Giovanni Pascoli, la cui poetica del guardare alle cose semplici con occhi di fanciullo e del considerare il “luogo” come un rifugio sicuro, ha ispirato questi pittori nel trasformare la natura in uno specchio dell’anima. I visitatori attraversano un percorso che è tanto estetico quanto emotivo e meditativo, un viaggio attraverso il paesaggio come spazio reale e simbolico. È un invito a rallentare, a ritrovare il senso dell’incanto e a scoprire Barga come un luogo capace di “parlare all’anima”. Un catalogo di 140 pagine, curato da Cristiana Ricci, accompagna l’esposizione, con sezioni dedicate a ciascun pittore (includendo biografie e autoritratti) e testi critici. È stato analizzato il rapporto tra Pascoli e gli artisti, basandosi su documenti dell’archivio Casa Museo Giovanni Pascoli. L’iniziativa è supportata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Kedrion Biopharma, con il patrocinio della Provincia di Lucca, della Fondazione Pascoli e sotto l’egida del Consiglio della Regione Toscana.

Testo a cura di Teobaldo Fortunato

Barga incantata. Visioni del paesaggio dell’anima

11 luglio-14 settembre 2025, Museo “Stanze della Memoria”, Barga

dal giovedì alla domenica, dalle 17:30 alle 20:00

Ingresso Libero

Per informazioni: Comune di Barga, via di Mezzo, 45 – Barga (LU), tel 0583724711,

www.comune.barga.lu.it

bio artisti:

ALBERTO MAGRI (1880-1939), pittore e incisore, noto per il suo stile ispirato alla pittura medievale toscana e per le scene di vita contadina, nasce a Fauglia ma vive prevalentemente a Barga. Dopo un periodo a Parigi, dove conosce l’arte illustrativa, e dopo gli studi in Chimica e Farmacia, si dedica alla pittura. Umberto Boccioni lo ha definito un raffinato interprete della pittura medievale, capace di rievocarne lo stile e il gusto con straordinaria sensibilità. Chiamato alle armi dopo la disfatta di Caporetto nel 1917, nel 1919 rientra a Barga, centro della sua attività artistica e

luogo di ispirazione delle sue opere. Nel 1928 partecipa alla Biennale di Venezia con il dipinto “La sementa nella valle del Serchio”, consolidando il proprio ruolo nel panorama artistico italiano. La sua pittura, influenzata dalla poetica di Pascoli, con il quale intrattenne rapporti anche epistolari, si concentra sulla rappresentazione della vita contadina in opere come “La vendemmia”, “La casa colonica” e “Il bucato”. Attraverso un attento recupero delle tecniche pittoriche del Duecento

toscano, comprese le lumeggiature in oro tipiche della tradizione medievale, Magri riesce a rinnovare il linguaggio pittorico del suo tempo. Oggi la sua casa a Barga è stata trasformata in casa-museo, testimoniando il valore e l’eredità di un artista che ha saputo coniugare tradizione e innovazione in una pittura intensamente evocativa e profondamente legata alla sua terra.

ADOLFO BALDUINI (1881-1957), artista italo-argentino con una carriera segnata da continui spostamenti tra Italia e Argentina, nasce ad Altopascio e, dodicenne, si trasferisce con la famiglia a Buenos Aires, dove studia arte alla Vieja Sociedad Estímulo de Bellas Artes. Nel 1901 torna in Italia e frequenta la Scuola Libera del Nudo a Firenze e l’Accademia di Belle Arti di Roma. Si stabilisce a Barga dopo il matrimonio con Amalia Salvi, avviando una fase prolifica della sua produzione artistica. Alterna il soggiorno in Italia con nuovi ritorni in Argentina, partecipando a diverse esposizioni; durante la Prima Guerra Mondiale presta servizio all’ospedale militare di Lucca. Dal 1922 si trasferisce a Sommocolonia, dedicandosi a soggetti agresti. Partecipa a numerose mostre, tra cui la Biennale di Venezia (1930), esposizioni a Roma, Livorno, Fiume e Buenos Aires. Divenuto professore all’Istituto Magistrale di Barga nel 1941, continua a esporre in Italia e all’estero, con personali a Lucca e partecipazioni a mostre nazionali e internazionali, come quella di Genova (1946) e Bogotà (1947). Verso la fine della vita, problemi di salute rallentano la sua produzione, ma continua a esporre, seppur con opere meno recenti.

BRUNO CORDATI (1890-1979) nasce a Barga in una famiglia modesta. Anche se non può proseguire gli studi dopo le scuole elementari, il suo talento nel disegno e nella pittura gli permette di dedicarsi a ritratti e decorazioni. Grazie ai guadagni come imbianchino, nel 1914 inizia a frequentare l’Istituto d’Arte di Lucca, ma deve interrompere gli studi a causa della Prima Guerra Mondiale, dove è chiamato a combattere sul Carso. Dopo il conflitto, si dedica completamente all’arte, realizzando il suo primo dipinto a olio, “Soldati al fronte”. Nel 1922 sposa Clotilde Costi e inizia un periodo di intensa attività espositiva, spesso accanto all’amico Adolfo Balduini. Partecipa a numerose mostre locali, nazionali e internazionali, tra cui la Biennale di Venezia (1928) e importanti esposizioni a Roma, Torino e Fiume. Nel 1937 lascia l’Italia per insegnare storia dell’arte e disegno nei licei italiani all’estero, soggiornando a Budapest, Parigi e in Bulgaria, prima di tornare in Toscana nel 1943, a causa della guerra. Nel Dopoguerra riduce l’attività espositiva e nel 1947 si ritira a vita privata, dedicandosi alla lettura, alla musica e alla pittura. Il suo stile passa da un’impostazione accademica al Verismo, fino a un avvicinamento all’Arte informale nel secondo Dopoguerra. Alla fine degli anni ‘60 acquista Palazzo Bertacchi a Barga, che diviene la sua residenza e studio. Dopo la sua morte, la sua opera è stata celebrata con retrospettive a Firenze, Pisa e Sofia. Oggi a Casa Cordati si trova la mostra permanente di molte sue opere.

UMBERTO VITTORINI (1890-1979), pittore italiano nato a Barga e cresciuto a Pisa, si forma sotto Edoardo Gordigiani, esordendo nel 1910 con ritratti caratterizzati da una profonda analisi psicologica. Durante la Prima Guerra Mondiale realizza disegni ispirati all’esperienza bellica. Nel 1928 si trasferisce a Milano, dove tiene una personale alla Galleria Scopiniche nel 1930 diventa docente all’Accademia di Belle Arti di Brera. Espone in prestigiose rassegne nazionali e internazionali, tra cui la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma, nazionali e internazionali, tra cui la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma ricevendo numerosi premi. Oltre alla pittura, si dedica anche all’incisione, producendo alcune rare acqueforti, tirate in pochi esemplari e dunque poco conosciute. Viene nominato membro di Accademie come: la Clementina a Bologna nel 1955, la Tiberina nel 1959 e quella dell’Arte dell’Incisone nel 1979.

Il suo stile evolve da un’influenza neocézanniana e divisionista a una pittura espressionista e decorativa, ispirata anche dal paesaggismo lombardo e dalla poetica di Giovanni Pascoli. Pur vivendo a Milano, mantiene un forte legame con Barga, alla quale torna durante i mesi estivi per la necessità di isolarsi nella natura e ritemprare un animo provato dalla depressione, eredità delle vicende legate alla deportazione della moglie nella Seconda Guerra Mondiale. Ha voluto essere sepolto nel piccolo cimitero di Sommocolonia a ricordare di essere Figlio di Barga e della sua terra. La Collezione Vittorini Barga, nata nel marzo 2023 in via dell’Acquedotto, ospita una ricca esposizione di opere del Maestro.

In foto nell’ordine:
U. Vittorini, Montagna di Barga (1914)
Bruno Cordati, Sera Barghigiana (1931)
A. Magri, Piazza Salvi (1909)
A. Balduini, Veduta con viale alberato (1920)

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