8 Febbraio 2025

Galtrucco: i tessuti che hanno fatto lo stile d’Italia

8 Febbraio 2025

Galtrucco: i tessuti che hanno fatto lo stile d’Italia

8 Febbraio 2025

Galtrucco: i tessuti che hanno fatto lo stile d’Italia

C’è stato un momento in cui, prima dell’avvento del prêt-à-porter, e anni luce prima del fast fashion imperante, l’Italia dettava legge nella moda, partendo dai tessuti. Un’abitudine dimenticata che oggi viene riscoperta con l’apertura e la valorizzazione degli archivi sopravvissuti. Gli indimenticati tessuti Galtrucco, l’azienda che a Milano ha sintetizzato stili e tendenze fino al boom economico, hanno fatto scuola anche al di là della moda. Le sue vetrine da sogno e i negozi d’autore sono i protagonisti dell’esposizione aperta al pubblico fino al 15 giugno 2025 a Palazzo Morando | Costume Moda Immagine. Una mostra fatta di tessuti, abiti, arredi e riproduzioni delle vetrine dei negozi che riporta in auge gli anni e il lavoro di un marchio che persiste nell’immaginario di tutti.

Il totem in legno dipinto della Galtrucco che veniva posizionato sulle autostrade come pubblicità ai negozi (le foto in mostra lo dimostrano). A Palazzo Morando di Milano, nel cuore del Quadrilatero della Moda milanese, il tributo all’azienda gloriosa del primo made in Italy è visibile gratuitamente fino a giugno 2025.

La mostra si chiama “Galtrucco. Tessuti Moda Architettura”, ed è curata con precisione e dedizione mirabili da Alessandra Coppa, Margherita Rosina ed Enrica Morini e organizzata da Lorenzo Galtrucco S.p.A. in collaborazione con il Comune di Milano.

La fama dei tessuti Galtrucco era talmente alta che i maggiori couturier italiani e francesi, fino agli anni 70 del Novecento, si servivano delle pregiate realizzazioni per confezionare gli abiti. Si parla di moda di lusso, certo, ma la fortuna di Galtrucco è stato anche il pubblico italiano medio, quello che comprava pezzi di stoffa da donna e da uomo per farsi confezionare abiti dai sarti, come si faceva un tempo. La comunicazione stessa dell’azienda, ben documentata dall’interessante mostra milanese, era diretta a tutti, a volte in forma aspirazionale, a volte con piglio commerciale. In mostra si vede addirittura un totem che era posizionato in grande evidenza ai bordi delle autostrade.

L’esposizione intende far rivivere nelle sale del Museo gli anni dell’attività commerciale Galtrucco, raccontata in un percorso narrativo temporale che inizia negli anni Venti del Novecento, seguiti da avvenimenti storici cupi come la Seconda guerra mondiale, ma anche dalla ripresa economica degli anni Sessanta fino agli inizi del nuovo millennio.

Partì tutto da Lorenzo Galtrucco che arrivò ad esporre a Milano, in piazza Duomo sotto i portici, i suoi tessuti emblema di eleganza sobria, senza sfarzo, tipica del gusto della moda milanese. In mostra a Palazzo Morando, anche gli arredi dei negozi, che furono i primi a concepire le boutique come salotti. In foto c’è un pezzo di ceramica forgiato da Fausto Melotti e dipinto a mano. Serviva come piedistallo dei grandi tavoli di marmo disegnati dal creativo Guglielmo Ulrich a cui si è legato il nome della Galtrucco.

La mostra si articola in due sezioni: la prima, curata da Alessandra Coppa, dedicata alla comunicazione di Galtrucco attraverso i negozi, le vetrine e la pubblicità; la seconda, curata da Margherita Rosina ed Enrica Morini, incentrata sui tessuti venduti nei suoi spazi.

La narrazione relativa ai negozi è scandita dall’espansione della distribuzione nel campo tessile che arrivò a coprire buona parte del territorio nazionale (dalla prima bottega di Novara agli store di Torino, Milano, Trieste, Genova e Roma), sviluppando un concept di negozio il cui design di interni e gli arredi marcavano un’autentica capacità di innovare e le cui vetrine erano progettate e realizzate in modo da essere riconoscibili al primo sguardo.

Caratteristica di quelle del Secondo dopoguerra, oltre alle stoffe scenograficamente drappeggiate, era l’inserimento di figurini che suggerivano l’utilizzo sartoriale dei tessuti, per poi lasciare spazio dagli anni Settanta anche a capi già confezionati.

Il corpus dei 299 figurini conservati nell’archivio Galtrucco, alcuni esposti in mostra, rappresenta materiale di grande interesse artistico oltre che memoria storica.

L’aggiornamento del concept della vetrina di Milano si inserisce nell’ambito della ricostruzione postbellica della parte meridionale di piazza Duomo. È in questa occasione che gli spazi delle vetrine si trasformano in vere e proprie “scenografie urbane” che spesso seguono narrazioni riferibili a un tema preciso. Alcune di queste faranno da cornice all’esposizione, accompagnando il visitatore in una atmosfera evocativa.

La progettazione dei negozi fu affidata a famosi architetti: Guglielmo Ulrich e Melchiorre Bega; particolarmente accoglienti, si presentavano come “negozi-salotto d’autore”, arricchiti anche da opere in ceramica di Fausto Melotti e dipinti della disegnatrice Brunetta. L’ultimo, inaugurato da Galtrucco nel 1981 in via Montenapoleone a Milano, fu progettato da Piero Pinto.

Fotografie, figurini, disegni e progetti – come quelli di Guglielmo Ulrich e di Luciano Baldessari in prestito rispettivamente dallo CSAC-Università di Parma e dal Politecnico di Milano – insieme a pezzi d’epoca originali, provenienti dall’Archivio Galtrucco e dall’Archivio Ulrich di Milano, ricostruiscono l’identità della storica attività commerciale nella prima parte del percorso espositivo.

Galtrucco era anche un modo per comunicare cultura. In mostra oltre a un vecchio e affascinante registratore di cassa, anche un fantasioso albero genealogico della moda. Parte da Eva e arriva agli abiti del brand di metà Novecento.
Galtrucco ha servito le collezioni di Krizia (a sinistra) e Giorgio Armani, di cui appaiono in mostra anche delle pubblicità anni 80.
Scene di abitudini del passato: una signora sfoglia i grandi ‘figurini’ all’interno dei negozi Galtrucco. Servivano per dare ispirazione ai modelli da proporre alle sarte. La pubblicità con gli stilisti come Karl Lagerfeld (foto a destra) è arrivata a noi non solo con una foto di archivio, ma finanche con un pezzo di stoffa identico a quello usato dalla modella nella foto.

La seconda parte si occupa dei tessuti per abbigliamento in vendita nei negozi Galtrucco e degli abiti che con quei tessuti sono stati confezionati in un arco di tempo che va dagli anni Trenta agli anni Novanta del Novecento.

Il filo conduttore sono gli album campionario e le tirelle che anno dopo anno hanno documentato quanto veniva offerto alla clientela e messi a confronto con una selezione di vestiti femminili e maschili realizzati con stoffe che in quei campionari hanno un riscontro.

Questi ultimi, assieme alle tirelle, sono stati gentilmente messi a disposizione da Clerici Tessuto & C. S.p.A. di Grandate (CO), che ne è proprietaria.

Ripercorrendo la storia di Galtrucco, sono esposti abiti di sartoria accompagnati dalle relative pagine di campionario, ma anche da figurini, ingrandimenti di fotografie delle vetrine e interni dei negozi. Seguono i modelli di Krizia, Chloé e Armani realizzati dagli anni Settanta in poi che documentano l’attività di progettazione e cobranding di Galtrucco con diversi marchi di prêt-à-porter.

Gli abiti in mostra provengono in buona parte dalla collezione di Palazzo Morando | Costume Moda Immagine che ha fornito scenografici vestiti da sera, leggeri capi da giorno, eleganti completi maschili, creazioni di Germana Marucelli e di sartorie degli anni Cinquanta.

La Fondazione Antonio Ratti di Como ha prestato un modello di confezione lariana la cui seta è precisamente documentata nei campionari Galtrucco. Da Torino provengono invece tre vestiti conservati nelle raccolte di Palazzo Madama e del Liceo Artistico Aldo Passoni, a testimonianza dell’eleganza e dell’importanza della sartoria del capoluogo piemontese.

I modelli di fashion designer e marchi di prêt-à-porter partecipano alla mostra in diverse forme.

La collaborazione con Giorgio Armani è documentata con due giacche maschili dell’Archivio Galtrucco di Milano.

Quattro abiti di Chloé progettati da Karl Lagerfeld e confezionati con tessuti Galtrucco sono stati gentilmente concessi in prestito dai Chloé Archives Paris.

Infine Krizia è rappresentata da una serie di disegni della collezione Primavera/Estate 1975 corredati da campioni di stoffe Galtrucco conservati allo CSAC-Università di Parma.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Moebius edizioni.

INFORMAZIONI

Galtrucco. Tessuti Moda Architettura Palazzo Morando | Costume Moda Immagine via Sant’Andrea 6, Milano

13 dicembre 2024 – 15 giugno 2025

Orari

Dal martedì alla domenica 10 – 17.30 Lunedì chiuso

Ultimo ingresso ore 17

Ingresso gratuito

Maggiori informazioni su: https://www.comune.milano.it/web/palazzo-morando

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Immagine di Christian D'Antonio

Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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