Emanuele Resmini, Hot in Public, è un artista che ha esperienza nella progettazione e realizzazione di laboratori creativi, basati principalmente sull’utilizzo di vernici spray e riferiti prevalentemente ad un target adolescenziale e pre-adolescenziale, in cui la componente artistica si unisce a quella educativa.
Un committente “segreto”, tramite l’associazione Gruppo FAS – C’è vita intorno ai binari
operante da anni sui due lunghi lati della stazione centrale di Milano, ha commissionato a Hot in Public un murales in questo spazio affascinate ai confini di NoLo, zona davvero “hot” per la street art. Abbiamo visto le fasi finali della realizzazione dell’opera (in queste foto) e il risultato davvero spezza con sapienza la monotonia del vialone che costeggia gli interminabili binari e tunnel sotto la strada ferrata.
L’artista ci ha detto: “Il progetto è stato realizzato e preparato molto tempo prima dell’emergenza che stanno vivendo le nostre città. Ma posso dire che il mood di una metropoli grigia, sospesa, quasi austera si inserisce a perfezione in quello che stiamo vivendo da qualche settimana”.
Il gruppo FAS di contro, ringrazia: “Non possiamo ancora svelare il committente ma da anni cercavamo il modo di fare uno o più murali sul muro di cinta della Centrale Termica della Stazione Centrale”.
Oggi ci sono riusciti con l’intervento di questo artista che sta dimostrando una particolare sensibilità nell’interpretare anche lo spirito di questi tempi. “Nel 2007 ho fondato lo Studio creativo Hot in public, nato dalle ceneri dell’associazione omonima. Fin dall’inizio, oltre ad essere il posto in cui porto avanti parte della mia produzione artistica, è diventato un luogo di aggregazione, un misto tra spazio espositivo, spazio ludico e laboratorio in cui l’ironia è il collante tra gioco e conoscenza. Discussioni a tema, esposizioni, serate estemporanee, mani interminabili di briscola chiamata e performance improbabili sono stati momenti di dialogo nato e maturato dal continuo confronto con le persone che sono passate ed hanno reso vivo lo Studio portando con sé il proprio vissuto privato e professionale negli ambiti più disparati. Conseguentemente a quanto espresso in queste righe nasce l’idea di concepire la discussione della Tesi come una performance da realizzare all’interno dell’aula, dello spazio appositamente allestito come se fosse lo Studio Hot in public o, per meglio dire, una “sintesi” di quest’ultimo. L’intento dell’esposizione è quello di ricreare, tramite l’ausilio di una selezione di opere, lo spirito che è alla base della mia concezione di arte, della mia poetica maturata anche all’interno di un percorso accademico ricco di persone e dialoghi”.