19 Dicembre 2019

Marco Ferradini: “L’uomo e la donna al centro della mia musica”

Stasera a Milano il ritorno dal vivo al Ciù Ciù Cabaret con Enzo Iacchetti. Il cantautore di "Teorema" rivendica il primato della parola.

19 Dicembre 2019

Marco Ferradini: “L’uomo e la donna al centro della mia musica”

Stasera a Milano il ritorno dal vivo al Ciù Ciù Cabaret con Enzo Iacchetti. Il cantautore di "Teorema" rivendica il primato della parola.

19 Dicembre 2019

Marco Ferradini: “L’uomo e la donna al centro della mia musica”

Stasera a Milano il ritorno dal vivo al Ciù Ciù Cabaret con Enzo Iacchetti. Il cantautore di "Teorema" rivendica il primato della parola.

Marco Ferrandini e la figlia Charlotte questa estate hanno lanciato la canzone“Le Parole”. “Una canzone nata inizialmente per me ma non pensavo di fare un duetto – dice il famoso cantautore comasco, che dal 1981 è entrato nella leggenda della musica italiana grazie al brano “Teorema” –  poi la canzone è esplosa ci è piaciuta davvero tanto realizzata in tandem. Vi si uniscono due sensibilità. Io faccio un momento basso e poi salgo, usiamo tante parole ma non ci sono mai parole adatte a descrivere i sentimenti nel modo giusto. Spesso diventano ridicole ma la canzone dice che basta uno sguardo e un sospiro che i sentimenti arrivano più immediatamente”.

Il singolo fa parte di un disco di inediti che è uscito qualche settimana fa che si chiama “L’uva e il vino”, il primo di incisioni nuove per il cantautore (quest’anno prodigiosamente arrivato ai 70 anni) dal 2014. Non è la prima volta che Ferradini collabora con altre voci. Aveva lavorato in tempi recenti a una compilation “La mia Generazione” per onorare il ricordo di Herbert Pagani scomparso nel 1988. Herbert per Ferradini era un co-autore, per la musica italiana è stato un cantautore, disc-jockey, ma anche poeta, scrittore, scultore. In quell’occasione Marco aveva condiviso la voce con Ron e Fabio Concato, Alberto Fortis, Simon Luca, Moni Ovadia, Giovanni Nuti, Eugenio Finardi, Anna Jenceck, Shel Shapiro, Legramandi, Caroline Pagani, Syria, Mauro Ermanno Giovanardi, Federico l’Olandese Volante, Flavio Oreglio, Fabio Treves, Lucio Fabbri e Andrea Mirò.

Marco Ferradini con la figlia Charlotte nella redazione di The Way Magazine, Milano 2019.

Dopo tanti anni vederlo nella nostra redazione ancora appassionarsi quando parla di musica, è una piacevole rivelazione: “Per me la musica è stata una zattera, un’ancora di salvezza, volevo dimostrare che potesse esserlo anche per gli altri. Io ho odiato lo studio anche per effetto di un maestro violento, quindi ho fatto da solo”.

Scritto dallo stesso Ferradini, il singolo Le Parole è prodotto da Cello Label e Auditoria Records con la produzione artistica di Antonio Chindamo. Qui sotto il video.

Alla vigilia del suo ritorno sulle scene questa sera dal vivo a Milano (dettagli in calce all’articolo) ci parla anche del suo rapporto con la musica attuale: “Adesso i rapper usano solo parole senza melodia ma non resterà nulla di questa musica, semplicemente perché nessuno la canta. La magia di questo pezzo con mia figlia è che abbiamo inciso e il cameraman ha ripreso ed è venuta fuori una verità molto forte. Uno studio sulle parole e interpretazioni che ci ha permesso spontaneità e forza comunicativa. È sbagliato dire che non c’è nulla di buono oggi, certo. Ma è la spinta che manca, quella spinta che portava i giovani a comporre perché oggi non ci sono le condizioni esterne di ascolto. È esattamente l’opposto delle opportunità, se prima andavi da un discografico avevi possibilità di convincerlo. Se riteneva che era una proposta valida, la carriera decollava, come è successo ai più grandi perché c’è stato sempre qualcuno che ci ha creduto. Anche per me è andata così, la prima volta a Sanremo non era successo nulla, poi ho fatto 12 album. Ma adesso chi arriva a investire in denaro su carriere durature? Le radio se possono ti spremono, non ti danno una mano”.

Ferradini, che la figlia Charlotte definisce “eccessivamente modesto”, ha un posto nella vista di ogni italiano grazie a quelle parole dell’intramontabile “Teorema“: prendi una donna, dille che l’ami…. Lui così ricorda anche la prima canzone che ha scritto: “Si chiamava Daniela e l’ho scritta su una base di un suono western dedicandola a questa persona che amavo. Ma con il tempo ho capito quanto le parole siano inefficaci quando pretendono di dare le stesse emozioni che l’amore fa provare. Le vedi che arrancano in salita, si gonfiano in una inutile fatica e non raggiungono mai lo scopo. Anzi, più sono tronfie e più diventano ridicole, quando basta invece un semplice sospiro con la sua carica di incognite inespresse, uno sguardo o un movimento a svelare, a raccontare”.

Charlotte ci racconta: “Oggi siamo tutti giornalisti di noi stessi, usiamo tantissime parole anche a sproposito ogni giorno ma non ci soffermiamo sul vero significato. Per me è una cosa naturale fare questo duetto con mio padre. Non avevo capito fino ai 10 anni cosa facesse, conoscevo la canzone “Acqua” pensavo che inventasse parole. Solo con la crescita ho capito cosa hanno significato per la società le sue canzoni. Essendo cantautore è una rarità, scrivere è difficile, anche io sono cantautrice, ho collaborato con Bungaro nel 2012, quest’anno è uscito il mio singolo “Arcobaleno”. E riconosco la preziosità di questo dono”.

Charlotte canta anche brani storici con il padre: “Lo faccio da tanto, non è una novità, fa parte di me, anche se si tratta del suo repertorio, non mi sono nemmeno preparata per cantare nel tour quest’estate. Perché l’ho sentito per anni in casa mentre la costruiva, sono canzoni che canto spontaneamente come le sento. È il mio papà, conosco il suo modo di scrivere talmente bene che questa musica mi è famigliare”.

Il 7 giugno 2019 è l’uscito “Le parole”, singolo che ha anticipato il nuovo disco di Marco Ferradini di quest’autunno su etichetta Cello Label dal titolo “L’uva e il vino“.

Tra i due ci sono collaborazioni sporadiche. “Ma è difficile scrivere per gli altri – confessa lui – ho sempre vissuto della mia musica e non ho sempre avvertito questo bisogno. Poi anche lei scrive le sue storie”.

Anche Charlotte si deve misurare con i trend del momento anche se stima la musica del passato, ha cantato al Cavern di Liverpool per i Beatlesiani d’Italia, ascolta tanta musica di vari generi, studia al conservatorio: “Quando ho bisogno di sentire qualcosa di famigliare ascolto canzoni italiane. Ho una personale visione della musica, anche da trentenne. Secondo me il mondo musicale oggi è molto povero, gli indie sono magari tra i più interessanti sui testi ma parlano tutti della stessa cosa. Il vuoto, beviamoci su. Non sono bacchettona, ma il disagio a un certo punto stanca, non c’è una proposta alternativa, i nuovi cantautori secondo me sono ripetitivi”.

L’uva e il vino è il titolo del disco di Marco Ferradini targato 2019, 11 pezzi inediti e due bonus con una canzone natalizia che era uscita in precedenza per beneficenza. Il titolo nasce da una constatazione, un’angolatura di ‘Teorema’ diversa. “Ho letto una lettera di un lettore a un giornale che raccontava della sua esperienza di innamoramento di una donna, oggi che gli uomini sono tutti intenti a rispettare ed esaltare la femminilità. Era una storia di rifiuto e quindi mi è riaffiorato quell’argomento che si riferisce ai rapporti tra uomo e donna e ho scritto un nuovo testo. È una ballata dove lei esprime bei proponimenti e alla fine dice: non mi piaci perché sei troppo tenero e troppo dolce”.

Tra i suoi contemporanei chi rimpiange di più? “Mi manca Mario Castelnuovo, quando la casa discografica RCA ci ha messo sul palco con la possibilità di creare uno spettacolo, per me è stata una bellissima esperienza, tanto che stiamo pensando di fare una reunion. Ho lavorato con Ron e Lucio Dalla erano prodotti da Sandro Colombini che era mio produttore e ci si frequentava all’epoca. Quello è stato un periodo che ti dava la possibilità di essere in una famiglia”.

Essere una voce dell’enciclopedia del pop italiano non è da tutti. Come la vive questa condizione? “A volte sono conscio di quello che i miei testi hanno stimolato ma non ci penso. Sono felice, vivo una vita tranquilla, vivo del mio lavoro e sono felice, il successo grande o piccolo non mi interessa. La voglia di fare quello che ti va è il vero successo, mi fa molto piacere riconoscere che per anni non ho fatto cretinate per incontrare il favore del pubblico o partecipare a cose televisive poco gradevoli, ho cercato di essere me stesso”.

Di ambizioni ne ha ancora: “Mi piacerebbe avere la possibilità di fare un programma tv dedicato ai cantautori ma non necessariamente i successi. Vorrei far emergere anche le cose nascoste. Sono stato invitato a “Ora o mai più” lo scorso inverno come ospite ma non voglio fare di più, la gara o le baruffe televisive no, non fa per me. Nemmeno la gara di Sanremo sarebbe opportuna per me”.

 

Questa sera a Milano Enzo Iacchetti incontra Marco Ferradini  presso: Ciù Ciù Bollicine Musicabaret +39 02 36599322 Via Ricciarelli, 3 Milano (MI) Zona Piazzale Brescia

Orario Spettacoli: Inizio spettacolo ore 22:00 – Dalle ore 21:00 è aperta la biglietteria e la tavola fredda (tagliere Ciù Ciù)

BIOGRAFIA MARCO FERRADINI

Nativo di Como, all’età di otto anni Marco Ferradini si trasferisce con la famiglia a Milano, città cui rimarrà a lungo legato. Agli studi scolastici alterna quelli musicali, approfondendo e sviluppando un talento naturale che era maturato molto presto. L’esordio da solista avviene ufficialmente al Festival di Sanremo del 1978 con il brano Quando Teresa verrà e il successivo album, che ottiene un buon riconoscimento di critica e pubblico. Ma il vero successo arriva nel 1981 con la pubblicazione del singolo Teorema, che diviene subito un tormentone radiofonico e proietta Ferradini tra i cantautori più suonati e conosciuti d’Italia. Nello stesso anno partecipa a un tour con Ron e al Festivalbar.
Nel frattempo Marco continua a lavorare anche come autore, scrivendo e collaborando con numerosi artisti di punta, da Lucio Dalla a Bruno Lauzi, da Marcella Bella a Riccardo Cocciante, da Pupo a Mina, da Eros Ramazzotti ad Ivan Graziani, da Luca Barbarossa a Toto Cutugno.
Nel 1983 Marco è di nuovo sul palco del Festival di Sanremo dove presenta Una catastrofe bionda. L’omonimo album è un successo, trainato in parte dal brano Lupo solitario DJ, che negli anni diventa un vero e proprio pezzo cult per le radio e i DJ di tutta Italia, ai quali è dedicato.
Nel 1985 è la volta dell’album Misteri della vita, un concept album costruito attorno al tema della musica ma anche alla nascita della figlia Marta. Nel 1986 esce invece Marco Ferradini, un album che si discosta dai precedenti per le sonorità blues rock. Seguono nel 1990 l’album È bello avere un amico, nel 1992 la raccolta Ricomincio da Teorema, nel 1995 il disco Dolce piccolo mio fiore.
Nel 2000 Aldo, Giovanni e Giacomo nel loro film Chiedimi se sono felice scelgono Teorema come parte della colonna sonora, riportando attenzione e interesse nei confronti del cantante e della sua musica. Nel 2001 esce Geometrie del cuore, album che contiene anche una nuova versione di Teorema. Nel 2005 è la volta di Un filo rosso, raccolta di quindici canzoni tra le quali cinque inediti. Nel 2012 Marco è impegnato nella promozione di un progetto a cui tiene molto: un doppio CD intitolato La mia generazione in memoria dell’artista e amico Herbert Pagani. Le ultime pubblicazioni risalgono al 2014, quando Ferradini rilascia i singoli Due splendidi papà, in duetto con Gianni Bella, ed Attimi.

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Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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