26 Marzo 2021

Richard Lindsey: “La mia carriera nell’opera ha salvato la mia vita”

La vita famigliare turbolenta e l'incontro con l'arte di Giuseppe Verdi. "Ascoltavo R&B e ora a seguito del mio impegno, ho la possibilità di cantare in tutto il mondo.

26 Marzo 2021

Richard Lindsey: “La mia carriera nell’opera ha salvato la mia vita”

La vita famigliare turbolenta e l'incontro con l'arte di Giuseppe Verdi. "Ascoltavo R&B e ora a seguito del mio impegno, ho la possibilità di cantare in tutto il mondo.

26 Marzo 2021

Richard Lindsey: “La mia carriera nell’opera ha salvato la mia vita”

La vita famigliare turbolenta e l'incontro con l'arte di Giuseppe Verdi. "Ascoltavo R&B e ora a seguito del mio impegno, ho la possibilità di cantare in tutto il mondo.

Non va nel dettaglio dei ricordi famigliari ma Richard Lindsey, affermato cantante lirico americano, è preciso nel segnalare che la sua origine è molto, molto modesta. L’abilità di Richard di affermarsi come artista e dare origine ad una carriera musicale si è sviluppata una volta trovata una via d’uscita dalla turbolenta e povera situazione in cui è cresciuto. E Richard a 32 anni può dire di avercela fatta, con l’Italia che gioca un ruolo fondamentale nella sua vita, ovviamente. Purtroppo, mentre stava pensando di trasferirsi in Europa, la pandemia da Covid si è diffusa, obbligandolo a mettere da parte, momentaneamente, il suo sogno.

Richard dove risiedi ora?

Vivo a Newport Beach ad Orange County, California. Grazie alla mia carriera di cantante internazionale mi sposto a seconda di dove mi porta la mia carriera, infatti ho vissuto sia sulla East che West Coast degli USA.

Come è iniziato il tuo avvicinamento all’opera?

Ho scoperto l’opera a 11 anni quando vivevo in una situazione molto complicata con la mia famiglia e già a quel tempo ero molto indipendente. Un giorno in un negozio di dischi che all’epoca aveva le cuffie per ascoltare assaggi musicali, ho scoperto l’opera, ho notato gli strumenti, le colorazioni delle voci, tutto così diverso rispetto a quello che avevo conosciuto fino ad allora. La canzone che ha cambiato la mia vita è stata “Caro Nome” dall’opera “Rigoletto”.

Bel battesimo hai avuto con un’opera di Giuseppe Verdi!

Sono cresciuto ascoltando generi come il gospel, il jazz e soprattutto l’R&B e mi sono ritrovato a fantasticare con ‘Questo o Quella’ e ‘Habanera’ dalla Carmen che erano cose che mai immaginavo potessero esistere. Prima di allora non ero mai venuto in contatto con quel genere di musica, sono nato nel 1989 e non dimenticherò mai quando nell’8th Grade (13 anni, ndr) non mi hanno scelto per cantare la canzone in occasione del diploma. All’epoca mi dissero: “Richard, hai una voce molto unica e se continui ad esercitarti potresti diventare un cantante lirico. Il mio problema era che non avevo nessuno che potesse supportarmi per raggiungere questo obiettivo.

Come ti sei mosso?

A 14 anni mi sono trovato un lavoro in un ristorante italiano nel New Jersey, così che io mi potessi permettere di pagare le lezioni di canto e in quell’occasione, dato che i proprietari erano Siciliani, ho imparato molti aspetti della loro cultura. Mentre lavoravo al ristorante, potevo guardare la RAI e ascoltare l’opera e tutto ciò mi lasciava incantato. Un giorno, durante la pausa, i proprietari mi sentirono cantare seguendo la canzone trasmessa alla tv e rimasero stupiti.

Lindsey è un’artista sponsorizzato da The Opera Buffs LLC, nel Sud della California, un’organizzazione con la missione di fornire supporto finanziario a promettenti cantanti d’opera emergenti.

Quindi da un ristorante è arrivata la consapevolezza…

Un giorno stavano trasmettendo O Mio Bambino Caro, un’aria dell’opera Gianni Schicchi di Giacomo Puccini, alla tv e io iniziai a cantare seguendo la canzone. I proprietari Vito e Antoinette mi sentirono cantare con Maria Callas e non potevano credere conoscessi la cantante e le parole della canzone; finirono per adottarmi e mi iniziarono a sostenere. Mi permettevano di lavorare di più così che potessi permettermi le lezioni di canto. Ogni ora di lezione mi costava 90 dollari e per poterne pagare una dovevo lavorare due o tre giorni. Però ripensandoci in quel momento la mia vita aveva dei progetti più grandi per me e avevo intenzione di fare di tutto per realizzarli anche se ciò implicava uno sforzo. Alla fine mi sono trasferito lontano da casa, ho iniziato il mio percorso di studi al Westminster Choir College. Lì ho trovato una professoressa che mi ha inspirato e spronato a imparare le lingue e a diventare un cantante migliore. ; e ho, quindi, imparato l’italiano, il francese, ed il tedesco. Mi era stato detto che Solo il 4% di chi va al conservatorio fa carriera nella musica e io volevo far parte di quel 4%.

Cosa ha rappresentato questa svolta per te?

Posso dire con sicurezza che la musica ha salvato la mia vita, il mio modo di connettere con le persone e con molte altre culture. Mi ha emancipato da piccolo, oggi mi permette di viaggiare; per esempio, quando vengo in Italia, ho la possibilità di cantare ed esprimermi più genuinamente. Il canto ha anche limato il mio accento mentre canto in una lingua che non è la mia lingua madre.

Cosa ti piace di più di quello che fai?

Sono passato dall’essere un controtenore a baritono e sono soddisfatto di quello che è successo alla mia voce. Il mio obiettivo è ovviamente riuscire a cantare al Teatro Alla Scala a Milano. Finora nella vostra città ho cantato solo per concerti privati, ora sto studiando un nuovo repertorio, visto che la mia voce si è trasformata per sembrare più drammatica e, con essa, anche io sono molto cambiato. Attualmente la mia voce è più adatta a Le Nozze di Figaro e il Rigoletto che sto imparando, piuttosto che sono lontano da Die Fledermaus di Johann Strauss che ho cantato in precedenza.

Richard Lindsey è innamorato dell’Europa, in particolare dell’Italia. Durante la sua stagione di esibizioni del 2018, Richard è apparso in un concerto alla St. Cecilia’s Hall, a Edimburgo. Nella sua performance Call it MAGIC !, ha presentato uno spettacolo di musica classica, improvvisazione libera, che ha dettagliato la sua storia di vita emergente, cercando il sogno impossibile di diventare un cantante d’opera nell’era della cultura hip-hop. Richard Lindsey si è esibito in importanti sale da concerto e università, tra cui la Princeton University, la Yale University, la Carnegie Hall e il Kimmel Center, sotto la direzione del maestro Yannick Nézet-Séguin.

Cosa stai facendo in questo periodo?

Avevo un piano di spostarmi in Italia o Spagna l’anno scorso, e mi faceva piacere perché la mia carriera è molto più adatta al mood europeo. Vedremo dopo la pandemia come riuscire a concretizzarlo. Al momento mi sono autoprodotto un podcast in cui mi si vede e mi si sente, contemporaneamente. Sto anche registrando delle performance virtuali; la registrazione è un processo molto complesso e delicato. Infatti se sbagliavo una nota dovevo rimettere in moto una registrazione di ore. Per esempio “Ah per sempre io ti perdei” è un’aria che dura sette minuti, ed essa implica così tanta energia che ricantarle nello stesso giorno è come sollevare un taxi.

Che tipo di persona sei?

Amo essere aperto a nuove personalità e sono molto mistico, mi piace la filosofia, imparare la potenza della mente. Passo molto molto tempo meditando, una pratica che come la preghiera mi mantiene a terra. Amo la natura, ogni tanto mi concedo un giorno intero lontano dalla città, e quasi tutti i giorni anche solo per un’ora.

Cosa ti resta dei viaggi intorno al mondo in un periodo di stasi come quello che stiamo vivendo?

Ciò che mi rimane sono i ricordi come, per esempio il caffè preso a Milano o le gondole a Venezia. Non sono un turista che compra i souvenir, come le tazze, provenienti da una città ma preferisco imparare le altre culture entrando nei negozi di seconda mano; dovunque vada compro sempre indumenti indossati dalla gente del posto. Mi fa sentire un pezzo di loro addosso.

L’Italia rientra nelle tue mete preferite professionali e private. Cosa pensi quando pensi all’Italia?

L’ammirazione, penso a quanto ammiro il vostro stile di vita. Penso alla bicicletta a Milano e allo street food nelle altre città. Penso al caffè a un euro davanti all’Arena di Verona, una sensazione pazzesca. Da voi l’estetica dei palazzi è vivace e rispecchia l’euforia degli italiani. Visitando l’Italia, ho anche incontratouna delle mie migliori amiche, lei viene da Padova. Ci siamo conosciuti perché mi ha aiutato a capire su quale treno sarei dovuto salire. Ho anche un bel ricordo di quando ho portato in Italia un mio amico. In quell’occasione abbiamo fatto una gita in campagna, ammirato i colli e le case desolate. Recentemente ho scoperto che online ci sono dei live video dalle città italiane e ogni tanto vado a vedere come state vivendo, così mi sento più vicino a voi.

Artista internazionale | • Cantante lirico | Baritono • Cantante jazz • Docente ospite e narratore

Cosa hai fatto in questi mesi di blocco delle attività anche in America?

Devi andare indietro e rivivere le esperienze che hai avuto la fortuna di sperimentare per sentirti grato. Ho fatto delle Instagram Live, mi sono dato ai podcast e alla registrazione di alcune canzoni. Uno di questi è The Pain… of feeling good dove introduco la mia vita di vegano a chi non mi conosce, racconto delle mie intense esperienze per arrivare qui, di musica, della mia vita, della salute mentale e dello stare in forma. Sono anche un insegnante del belcanto, attività che ho svolto di persona o online. Dato che il mio modo di cantare e la mia tecnica sono molto italiani, non c’è giorno in cui io non omaggi o esprima la mia gratitudine all’Italia per avermi aiutato a diventare il cantante che sono oggi.

La voce del cantante lirico e concertista internazionale Richard Lindsey è stata descritta come “fenomenale e dolce”. Si è distinto per la sua drammatica espressività e musicalità.

Foto di apertura: Richard Lindsey all’Irvine Barclay Theater, USA.

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Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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