Arnaldo Pomodoro è stato uno scultore e orafo italiano. Fratello maggiore di Giò, anch’egli scultore, viene considerato uno dei più grandi esponenti della scultura contemporanea italiana. Arnaldo Pomodoro si è spento domenica 22 giugno a Milano all’età di 99 anni nella sua casa
Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie. Il Maestro lascia un’eredità immensa, non solo per la forza della sua opera, riconosciuta a livello internazionale, ma anche per la coerenza e l’intensità del suo pensiero, capace di guardare al futuro con instancabile energia creativa.
L’artista diceva: “Non ho mai creduto alle fondazioni che celebrano un solo artista come unicum. L’artista è parte di un tessuto di cultura, il suo contributo attivo non può venire mai meno ed è per questo che ho concepito la mia Fondazione come un luogo attivo e vivo di elaborazione culturale, oltre che come centro di documentazione della mia opera, capace di fare proposte originali e non solo di conservare passivamente. Ma il meglio deve ancora venire: questo è stato solo un inizio e nelle mie intenzioni il progetto – rivolto ai giovani e al futuro – si deve radicare, fare della continuità un elemento ineludibile…”

Nel 1966 gli viene commissionata una sfera di tre metri e mezzo di diametro per l’Expo di Montreal, ora a Roma di fronte alla Farnesina: è il passaggio alla grande dimensione. Questa è la prima delle numerose opere dell’artista che trovano collocazione in spazi pubblici di grande suggestione e importanza simbolica.

L’imponente scultura, di 350 cm di diametro, è stata realizzata in fiberglass nel 1966.
“La sfera è una forma magica. La superficie lucida rispecchia ciò che c’è intorno, restituendo una percezione dello spazio diversa da quello reale, e crea mistero” Arnaldo Pomodoro.
Carlotta Montebello, direttore generale della fondazione intitolata all’artista, scrive: “La Fondazione, nata da questa visione e forte della direzione tracciata da Arnaldo Pomodoro nel corso di trent’anni, continuerà ad operare secondo la volontà del fondatore, garantendo la conservazione e la valorizzazione della sua opera, impegnandosi a diffondere il proprio patrimonio materiale e immateriale attraverso la realizzazione di mostre, eventi e iniziative in uno spazio inventivo, quasi sperimentale, di studio e confronto sui temi dell’arte e della scultura, che mira a un coinvolgimento, profondo e globale, con le persone e la società. Mancherai a tutti noi Arnaldo e faremo tesoro dei tuoi insegnamenti”.
Oltre alle tante sculture sparse per la città, Arnaldo Pomodoro è protagonista di un’installazione unica in zona Solari a Milano. Ingresso nel labirinto, 1995-2011, è un’opera ambientale di 170 metri quadri con un massimo d’altezza di 3,80 metri in bronzo, rame, fiberglass colorato e patinato. Si trova in via Solari 35, a Milano, negli spazi ipogei dell’edificio ex Officine Meccaniche Riva-Calzoni, già sede espositiva della Fondazione Arnaldo Pomodoro (2005-2011), oggi headquarter milanese della Maison FENDI.
Nata nel 1995 come work in progress, è ispirata all’Epopea di Gilgamesh, il primo grande poema allegorico della Storia dell’Umanità (2000 a.C. circa), il Labirinto conduce il visitatore in un viaggio tra mito e memoria, alla scoperta delle radici dell’esperienza umana.
L’opera ambientale, nella forma archetipa del labirinto, è una sintesi perfetta del percorso artistico e creativo che Arnaldo Pomodoro ha sviluppato nel corso di una vita: una riflessione su tutto il suo lavoro a partire dall’elaborazione delle forme arcaiche della scrittura, fino allo sconfinamento nella dimensione architetturale e nello spazio scenico.