“Le lettere da noi sono grafica, mentre in Oriente la calligrafia è arte”. La fascinazione per le lettere per Lorenzo Marini, artista italiano che vive e lavora fra Milano, Los Angeles e New York, è il punto di partenza per capire la sua arte. Che è prima di tutto comunicazione e interpretazione, come sa ogni buon pubblicitario del mondo. Proprio perché, lo diciamo per chi non lo sapesse, prima che pittore, Marini è nella storia della cultura popolare italiana un grande pubblicitario, attivo da 20 anni con la sua azienda, e dagli anni 80 del Novecento “mente” di alcune memorabili campagne ideate per l’Armando Testa, Ogilvy, Leo Burnett.
Pittore sconosciuto al grande pubblico per scelta, lavora da quindici anni nel più totale silenzio e riservatezza, difendendo le sue opere dal clamore della pubblicità. Le stesse opere che però dal mondo pubblicitario attingono per l’idea di propaganda più raffinata, quella che con eleganza parla ai più e fa interrogare sul senso delle parole. Durante un recente incontro presso SCM Sim a Milano, il Multi Family Office specializzato nel Private Banking e Wealth Management che gli ha dedicato una prestigiosa private view aperta clientela selezionata, Marini ci ha parlato del suo colore e delle sue lettere di “elezione”.
“Le ho scelte come scelgo le brioches al bar al mattino – ci ha detto sulla selezione presentata – , qui ci sono opere che sono più legate alla pubblicità accostate a un altro percorso, quello della liberazione delle lettere”.
Marini, che attualmente è al Padiglione Armenia della Biennale di Venezia con la mostra TypeVisual, è divulgatore di un “manifesto” che ha il compito di liberare le lettere e renderle “come gli uomini, creature sociali e individuali”. Può sembrare bizzarro ma la provocazione che è stata ripresa dalla stampa internazionale ultimamente, è un unicum nel panorama della comunicazione globale. Marini, che ha sviluppato la sua poetica sotto il grande maestro Emilio Vedova, famoso artista “contro” negli anni Cinquanta, è convinto che le lettere siano schiave della funzione. Questo ruolo assunto nella società occidentale offusca la loro individualità, innata bellezza. “Hanno pari dignità dei ritratti, dei paesaggi, della nature morte e delle opere astratte”, si legge nel manifesto.
“L’incontro del gesto grafico con il volere pittorico fluisce qui in un piano d’ibridazione della materia che arricchisce la propria forma sconfinando verso una reificazione dell’immaginario che si traduce in un linguaggio grafico puro ed autorevole”, dice il critico Giorgio Grasso.
L’indagine artistica di Lorenzo Marini si fonde con il clamore della comunicazione pubblicitaria e i risultati sono visibili in queste settimane sia a Venezia sia a Shanghai, dove la sua arte sta incuriosendo molto i compratori orientali.