Tutti conosciamo Londra e l’energia nevralgica che ha costituito nella storia dell’Europa occidentale. Pochi sanno che la capitale britannica è collegata idealmente con un’unica strada fino alla Romania (e oltre), in un punto che si chiama “Porte di Ferro”. Le Porte di ferro sono una profonda gola attraversata dal Danubio lungo il confine tra Serbia e Romania ed è lì che è segnato il passaggio dai Carpazi meridionali ai Balcani. Questa e tante altre curiosità sono raccontate in un libro, attraverso un meticoloso lavoro di documentazione che si alterna all’esperienza in prima persona, quella di Mathijs Deen, l’autore. Il libro uscito in Italia per Iperborea si chiama “Per antiche strade” ed è un saggio narrativo sul continente europeo, sulla sua storia e i suoi abitanti.
Chi l’ha detto che l’Europa unitaria non esiste? Le strade europee esistono da migliaia di anni e sono state consumate dai piedi e dalle ruote di tutti coloro che le hanno usate per emigrare, per commerciare, per attaccare eserciti nemici o semplicemente per fare ritorno a casa.
Nell’ultimo milione di anni moltissimi viaggiatori hanno vagato per l’Europa, dal misterioso Homo antecessor le cui impronte sono state trovate sulla costa dell’Inghilterra, fino ai guidatori sulle autostrade di oggi. Ma in Europa non ci sono mai state le highway americane, dritte, segnate, sicure e battute. Lo scrittore olandese Mathijs Deen segue le orme di rifugiati, banditi, pellegrini, ciclisti, cercatori di fortuna e conquistatori che si sono fatti strada lungo le coste, i fiumi e le vie d’Europa. C’è perfino rievocata la storia del bandito Bulla che terrorizzò la Via Appia intorno al 200 d.C.; di Gudrid, la prima donna islandese a toccare suolo americano, viaggiatrice instancabile che intorno all’anno 1000 intraprese un pellegrinaggio verso Roma; di un ebreo sefardita che portò il meglio del teatro spagnolo ad Amsterdam nel 1640; di Coenraad Nell, un suo antenato asmatico costretto a seguire in Russia l’esercito di Napoleone; del figlio di un fabbro londinese che a inizio Novecento guidò alle prime gare su strada.
Due percorsi simbolici costituiscono il perno del libro e dell’affascinante riscoperta che permette: la E8, che va da Londra a Mosca, così come raccontata a un Mathijs Deen bimbo dal padre; il lungo cammino che portò il primo uomo, partito dall’Africa, a toccare il suolo europeo nel Pleistocene, pare milioni di anni fa.