Monteleone21, complesso polifunzionale a nord di Verona che ha ampliato la cantina della celebre etichetta Masi, è stato il punto focale dell’annuale appuntamento con il premio Masi. Una location che già comunica valori: un territorio collinare prezioso che confina a ovest con il Lago di Garda, un elemento architettonico progettato per integrarsi armoniosamente nel paesaggio della Valpolicella, l’edificio è per due terzi sotterraneo e appare come una collina erbosa. Qui si è svolta la cerimonia ufficiale di premiazione dei vincitori del 43° Premio Masi.
Il talk-show di cui sono stati protagonisti i cinque vincitori – con la moderazione del giornalista Alessandro Milan – si è concentrato sul fil rouge scelto per il Premio “IL CIRCOLO VIRTUOSO DELLA BELLEZZA”, scandito dalle testimonianze e dai racconti dei premiati.
In apertura è stato presentato anche il progetto di Monteleone21 attraverso il racconto dell’importanza strategica della location come entry gate nella terra dell’Amarone. Prima della premiazione, è stata consegnata la Targa Giorgio Boscaini, riconoscimento speciale che la famiglia Boscaini da più di quarant’anni riserva ai collaboratori che hanno contribuito alla costruzione del marchio Masi nel mondo.
I cinque premiati – l’imprenditore triestino Riccardo Illy, lo scultore vicentino Arcangelo Sassolino e l’attivista e scrittrice ambientalista Sara Segantin per il Premio Masi Civiltà Veneta; la produttrice toscana Donatella Cinelli Colombini per il Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino; Fratel Gedovar Nazzari, economo generale dell’Opera Don Calabria, per il Grosso D’Oro Veneziano – sono stati protagonisti del talk moderato dal giornalista di Radio24, Alessandro Milan.
Sandro Boscaini, Vicepresidente della Fondazione e Presidente di Masi, ha presentato in apertura Monteleone21: “un progetto che rappresenta la visione di Masi e il legame profondo con il territorio e che aspira a diventare un punto di riferimento per l’enoturismo, un hub culturale dedicato al mondo del vino e un palcoscenico per accelerare l’attrattività delle Venezie e della Valpolicella”. Attraverso un video, sono state rivelate le caratteristiche di Monteleone21, approfondite da Raffaele Boscaini, direttore marketing e settima generazione della famiglia, e dall’amministratore delegato Federico Girotto, che hanno spiegato l’importanza strategica della location come entry gate nella terra dell’Amarone di fonte a una domanda enoturistica in crescita a livello globale.
Milan ha introdotto il fil rouge di questa edizione: ‘Il circolo virtuoso della bellezza’, invitando sul palco la presidente della Fondazione Masi, Isabella Bossi Fedrigotti, che ha commentato: “In un periodo storico complesso come quello attuale, la bellezza può generare un circolo virtuoso, diventando un faro di ispirazione e miglioramento per tutte le generazioni“.


Riccardo Illy ha raccontato il Polo del Gusto e Incantalia, due realtà che mettono al centro il territorio, la sostenibilità e l’eticità, attraverso prodotti di eccellenza che nutrono il corpo e l’animo: “La bellezza la vediamo con gli occhi, ma la sentiamo anche con il palato e il naso, mentre il vino è nettare per lo spirito”.
Milan ha poi chiesto se la bellezza possa esseredefinita sperimentazione continua ad Arcangelo Sassolino che ha commentato: “La scultura deve contenere conflitto, contraddizione e contrasto. Dev’essere in qualche modo metafora della vita con tutti i suoi conflitti e aspetti”.
Sara Segantin, alla domanda sul luogo più bello che avesse mai visitato, ha riposto: “Provate a immaginare: un fiume scintillante, da cui si sale fino alle vette più alte, poi grotte, deserti e infine un mare colmo di vita e di colore. Si chiama Terra. Che vale la pena conoscere, amare, difendere. Abbiamo a disposizione consapevolezza, tecnologie e conoscenza: tra cent’anni l’unica cosa che farà la differenza sarà la volontà di ognuno di usare questi strumenti”.
Donatella Cinelli Colombini alla sottile provocazione “Di un calice di vino si dice in genere che è buono, è profumato. Ma dove trova, lei, la bellezza?” ha incalzato: “Il vino è bello. Lo è per il luogo dove nasce e per le persone che lo producono. Questo mi fa sentire fortunata nella professione, che considero la più bella del mondo”.