“Il terrorista nella testa”, interessante docufilm di Luca Alessandro e Antonio Zannone, offre uno sguardo profondo e compassionevole sulla vita di coloro che affrontano la complessa condizione di chi è colpito da disturbo ossessivo compulsivo. Attraverso testimonianze personali, interviste con esperti e immagini del quotidiano, il film si propone di far luce su un disturbo mentale spesso frainteso. Il nucleo del documentario si focalizza sulla storia di Samuele, un adolescente che convive con il disturbo ossessivo-compulsivo, detto DOC, e che, nonostante gli ostacoli, cerca di trovare un equilibrio nella sua esistenza. Dai racconti di persone vicine a lui, i genitori in primis, emergono le varie esperienze maturate a contatto con la malattia e la vastità del suo impatto sulla vita quotidiana. Alessandro esplora le radici del DOC, fornendo contesto storico e spiegazioni scientifiche per aiutare il pubblico a comprendere meglio questa condizione complessa. Esperti nel campo della psichiatria offrono approfondimenti sulla natura del disagio, evidenziando l’importanza di sfatare i miti e superare la stigmatizzazione associata ad esso. Il film non si limita a presentare il lato oscuro di un malessere, ma cerca anche di evidenziare le strategie di coping e il successo che il protagonista affetto da questa condizione riesce a raggiungere. Si concentra sulle terapie efficaci, i sostegni sociali e le risorse disponibili per coloro che cercano di gestire il DOC e vivere una vita normale.
Anche attraverso l’uso sapiente di immagini animate e suoni particolari, si cerca di far vivere al pubblico le esperienze quotidiane di chi ha lottato e lotta con il DOC; sequenze di routine diventano intense e coinvolgenti, fornendo uno sguardo intimamente crudo sulla realtà di chi affronta questo disturbo in silenzio. Un “viaggio” che sottolinea la necessità di una maggiore consapevolezza e comprensione della salute mentale, che incoraggia il dialogo sfidando le sovrastrutture associate ai disturbi mentali e promuovendo la compassione come base per il supporto. Gli spettatori vengono guidati a riflettere sulle proprie percezioni e pregiudizi, incoraggiati a considerare il modo in cui la società può contribuire a creare un ambiente più comprensivo per coloro che vivono con la psicosi. “Il terrorista nella testa” si propone altresì di essere non solo un’esperienza informativa, ma anche un catalizzatore per il cambiamento sociale distinguendosi come un’opera cinematografica potente e toccante che offre uno sguardo empatico sulla vita di chi affronta il DOC.
E’ possibile vedere il film su RaiPlay a questo indirizzo .