11 Aprile 2022
COMICITÀ STORICA

“Vieni avanti cretino”, 40 anni di risate e il mito di Banfi

11 Aprile 2022
COMICITÀ STORICA

“Vieni avanti cretino”, 40 anni di risate e il mito di Banfi

11 Aprile 2022
COMICITÀ STORICA

“Vieni avanti cretino”, 40 anni di risate e il mito di Banfi

Tre miliardi di lire in incasso, un cameo di Moana Pozzi e la nascita del mito di Lino Banfi. Che ‘Vieni avanti cretino’ fosse intrattenimento che ha fondato un genere ormai lo sanno anche le nuove generazioni di giovani che, il 7 aprile del 1982, quando uscì il mitico film di Luciano Salce, non erano ancora nati
Solo nel nuovo millennio, grazie all’intuito e forse anche all’apertura mentale del regista statunitense Quentin Tarantino, Lino Banfi ha potuto godere di una rivalutazione delle sue opere cinematografiche. Il suo stile, diventato fin da subito un marchio di fabbrica per il suo particolare accento pugliese, acquistò maggior rilevanza nel panorama cinematografico.
L’attore comico, originario di Canosa di Puglia, una frazione di Andria, 40 anni fa fu interprete di un sentito omaggio allo stile comico dei Fratelli De Rege. Un duo comico popolare in Italia durante gli anni ’30 e ’40. L’omaggio risiede proprio nel titolo, ovvero una frase, per non dire un cavallo di battaglia più volte sfruttato dai due.
Per molto tempo, soprattutto grazie anche ai vari passaggi televisivi, si è instillata nel pubblico la convinzione che la maggior parte delle scene fossero frutto dell’improvvisazione del genio di Lino Banfi. Le cronache dell’epoca narrano che il film fu costruito con una ricerca degli sceneggiatori sugli archetipi della comicità popolare, da Plauto fino alla commedia dell’arte.
A distanza di quattro lunghi decenni, è facile individuare il segreto di quell’immenso successo. Le battute, le frasi ironiche, nonché di una frizzante e spontanea ilarità, anche a doppio senso, entrarono di diritto nella lista dei tormentoni comici. Ogni scena del film, ogni gesto, ogni espressione, ogni battuta insomma è ormai un leitmotiv. Per i figli degli anni ’70 e anni ’80 il film è un mantra da recitare a memoria.
La folle irruenza del dottor Thomas e ‘La sua soddisfazione è il nostro miglior premio’ è da tempo immemore leggenda.
Come anche lo sketch che lo stesso Banfi confezionò insieme alla spalla storica di Paolo Villaggio, Gigi Reder, il mitico ragionier Filini dove i due si ritrovano in studio dentistico, dove prima c’era una casa di appuntamenti, ma il personaggio di Banfi non era a conoscenza del cambiamento del luogo. Oppure ‘la triste storia di Filomegna’, il cui finale di quella ‘struggente’ serenata composta dall’accento pugliese e dallo spagnolo maccheronico è ricordata come la miglior chiusura di una scena comica.
Per non parlare dell’indimenticabile scena in cui Pasquale Baudaffi, questo il vero nome del protagonista, lavorando come cameriere si ritrova una coppia che si sta per lasciare ed equivoca su ogni parola detta dai due, come se fosse un chiaro riferimento al tipo di caffè che vorrebbero consumare.
La colonna sonora del film venne composta da Fabio Frizzi, fratello del compianto Fabrizio. Mentre il regista era Luciano Salce, il quale viene prima menzionato da Banfi in apertura con lo sketch relativo ai camerini e poi sul finale in cui, lo stesso regista interpellato dallo stesso attore protagonista, è chiamato ad esprimere un giudizio critico.
Alla fine, Banfi riceverà una serie di torte in faccia degne della leggendaria scena di Stanlio e Ollio, un po’ anche per volare basso con la speranza di fare centro.
Accanto all’attore protagonista, oltre al già citato Gigi Reder, è doveroso non dimenticare anche lo storico pianista del ‘Maurizio Costanzo’ Show scomparso nel 2005, Franco Bracardi.

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