Una città che corre, crea, trasforma. E che mangia, benissimo. A maggio 2025 Milano si conferma la capitale gastronomica del Paese anche grazie a una raffica di nuove aperture avvenute nelle ultime settimane: ristoranti, bistrot, trattorie, cocktail bar. Una mappa del gusto in continua evoluzione, dove si intrecciano tradizione e sperimentazione, personaggi celebri e giovani talenti. Milano ha ormai assunto il ruolo di laboratorio culinario d’Italia, capace di attirare chef da tutta la Penisola e da oltreconfine, con progetti innovativi che incontrano una clientela sempre più esigente e curiosa.




In Montenapoleone sbarca la coppia d’oro della ristorazione italiana: i fratelli Cerea aprono due locali firmati Da Vittorio all’interno del concept store Louis Vuitton. Un bistrot e un ristorante gourmet, tra cotoletta d’autore, risotti alla milanese e gli iconici paccheri al pomodoro. Un doppio format che unisce eleganza francese e solidità bergamasca, cuore pulsante di una cucina che non ha bisogno di presentazioni.

Ma la città oltre allo charme si nutre anche di storie pop. A Porta Venezia l’attore capitolino Claudio Amendola lancia Cascina Romana: al piano terra Frezza in versione easy, al primo piano il fine dining romano di Adriano Baldassarre con cucina più raffinata, ispirata alle trattorie degli anni Sessanta. L’attore romano porta a Milano un pezzo della sua città, tra sapori di casa e atmosfere rilassate capitoline.
Altra storia casual è quella di Misale, il bistrot da 27 coperti in via Lamarmora, dove Alessio Di Sarno punta su assoluta semplicità, come il “pane e ragù”. Un’ode al comfort food napoletano, tra ravioli alla genovese e tagliolini al polpo, in un ambiente pop, intimo e informale. La sua è una cucina della memoria, sincera e accogliente.


Ha aperto da poco in corso Sempione, la terza sede cittadina di Filante. Il patron Federico Delunas, ex top manager, si è buttato sulla pizza più meneghina che ci sia, quella alta al trancio. Elementi caratteristici? Lievitazione 24 ore, farina tipo 1, mozzarella filante e niente olio in eccesso, per una pizza soffice e leggera ma anche croccante e digeribile.
In zona Sarpi, da poche settimane ha aperto Tutta Fatta, micro locale principalmente da asporto, firmato Andrea Cantisani (patron della gettonatissima Cristalleria, sempre in zona). Qui i paccheri Verrigni diventano basi bianche (cacio e pepe) o rosse (ai tre pomodori) su cui creare, con topping ispirati all’alta cucina Da Vittorio. Qualità alta, spirito veloce e al passo con i tempi.
Sempre in zona nel cuore del Leonardo Hotel, c’è invece il pizzaiolo Vincenzo Capuano che rende omaggio al nonno con Don Vincè, aprendo una trattoria napoletana che sa di pasta e patate con provola, ziti alla genovese e polpette al ragù. Il menu ricalca la cucina di casa, ovviamente verace e mediterranea.
Altra apertura nella gettonatissima Brera, un locale mignon ma strabordante di stile. Ci riferiamo a ByIT, nuovo cocktail bar con cucina del Gruppo IT in via Fiori Chiari. Qui si mangia solo con le mani e si bevono signature drink come il Mustacchioni, un Negroni a base tequila. I piatti, in formato bites, sono curati fin nei dettagli, dall’impasto ai condimenti.
All’ombra della madonnina c’è spazio anche per nuovi brunch e i fiammanti tramezzini. In via San Nicolao nasce Atelier Prato, delle sorelle Martinez, tra pancake, avocado toast e vini naturali. È anche fioraio, un luogo che unisce passioni e accoglienza. In via Mantova invece L’Altro, storico bistrot veneziano, si rifà il look e rilancia i suoi famosi tramezzini. Ora in un ambiente più ampio e curato, ma con la stessa attenzione alla qualità degli ingredienti.
Infine il Cilento arriva in viale Piave con That’s Panaro: ci sono panini con polpo, soppressata Slow Food e cacioricotta di capra. Il progetto riprende la tradizione del panaro napoletano, il simbolico cesto calato dai balconi, e la trasforma in esperienza gastronomica moderna.