Imprenditore, self-made man, protagonista degli eventi culturali più in voga tra Milano e la sua Sicilia. Damiano Gallo, oltre a essere prestigiosa firma di The Way Magazine e volto noto in tv, è anche un uomo di grandi vedute. E per questo ha accettato volentieri la sfida del Comune di Siracusa che per il 2021 ha organizzato il Siracusa Book Festival (dal 24 al 26 settembre). E Damiano ha in questo caso la doppia veste di direttore artistico e moderatore dei numerosi dibattiti e incontri pubblici che si terranno nella cornice storia dell’Ortigia. Siracusa, Patrimonio dell’UNESCO, già candidata come Capitale italiana della Cultura per il 2024, apre così la marcia di avvicinamento all’importante riconoscimento con una tre giorni densa di appuntamenti popolari, aperti al pubblico tutto, che daranno occasione di dialogo tra lettori e beniamini dello scaffale. Tra gli altri, Dario Vergassola, l’ex Pooh Roby Facchinetti, Franco di Mare.
Insieme a Marco Garavaglia, editor e titolare di agenzia letteraria , Francesca Campioli giornalista, Gallo lavora da mesi per la realizzazione di questa manifestazione culturale. Ha altresì coinvolto Lorella Ridenti, direttrice di settimanali per la Portobello che presenterà il libro di Roby Facchinetti. Tantissimi i giornalisti, uomini di cultura e di spettacolo hanno accettato partecipare in maniera attiva alla manifestazione che chiude idealmente l’estate siciliana 2021.

Damiano che tipo di ospiti avete messo assieme per la prima edizione del Siracusa Book Festival?
Abbiamo voluto coinvolgere autori più disparati con peculiarità diverse. Ci sono scrittori professionisti di fama internazionale con tantissima esperienza come Sveva Casati Modignani che ha venduto più di 12 milioni di copie in tutto il mondo con i suoi romanzi, nuove firme letterarie come Salvatore Esposito, direttamente da Gomorra con il suo romanzo poliziesco e Dario Vergassola attore e comico di fama televisiva.
In cosa pensi che questo appuntamento sia diverso dal resto degli eventi in Sicilia e in Italia?
Non so se sia diverso dagli altri. Siamo appena “nati”, nel nostro paese ci sono festival letterari importanti e consolidati. Di diverso c’è forse la mia direzione artistica che punta molto alla cultura ma anche al mondo patinato. Ritengo che alla cultura vada riconosciuto anche un tocco glamour per rendere tutto più accattivante agli occhi dei lettori e del pubblico.
Da direttore artistico, la tua idea di un festival come si articola?
La mia idea di festival è quella di far sognare la città. Mi piacerebbe coinvolgere tutto il tessuto sociale cittadino: dai negozianti, agli albergatori, alle associazioni culturali, insegnanti e studenti. Tutti dovranno sentirsi protagonisti e per tre giorni, sentirsi parte integrante del progetto. Per questo abbiamo invitati attori, cantanti e giornalistti noti. Un modo per evadere, per qualche ora, da questa pandemia che ci tiene reclusi da ormai due anni.
Come approcci i vari ospiti che devi intervistare pubblicamente?
Sono molto empatico e penso di avere una grande capacità di adattamento. Mi adeguo alle persone che ho davanti. Mi aspetto però sempre educazione e garbo.
Delle celebrità che incontri cosa ti colpisce?
Mi è capitato di lavorare in passato con star “capricciosette” mi riferisco a donne e uomini dello spettacolo e della cultura. Quando questo inficia il lavoro divento insopportabile ed entro in conflitto. Per questo cerco sempre di attorniarmi di persone intelligenti e modeste.
Che tipo di letture fai abitualmente nel tuo tempo libero?
Non mi piacciono i romanzi tranne che a scriverli siano penne davvero brillanti. In quel caso, leggere diventa un piacere. A volte, si rischia di leggere storie noiose e poco interessanti e per giunta scritte male. Mi piacciono tantissimo le biografie. Mi immedesimo sempre nelle vite di chi ha vissuto esistenze piene di lavoro e sodisfazioni.
Ti capita mai di essere “bloccato” davanti allo charme di tutti i personaggi famosi che incontri per lavoro?
All’inizio della mia carriera, sì. Ero timoroso. Ho intervistato gli uomini piu potenti d’italia e personaggi internazionali ma il coraggio non mi è mai mancato.
Ti è mai capitato qualcosa di imprevedibile in questi contesti?
Mi piace ricordare un aneddoto divertente. Stavo intervistando il Cavaliere Benito Benedini, noto imprenditore lombardo, e ricordo che, durante una udienza privata mi aveva raccontato di un episodio divertente che riguardava lui e la regina Elisabetta che era stata sua ospite durante una visita ufficiale a Milano. Si trattava di una storia bella che meritava di essere raccontata a mio parere. Durante le riprese de Il Bello del Mattone, il mio programma televisivo, prima che si si accendessero le telecamere …ricordo che l’addetto stampa del cavaliere mi aveva “vietato” di fare quella domanda sulla regina perché a suo parere troppo privata. Rassicurai l’addetto dell’uffico stampa particolarmente “premuroso” melius “odioso” dipende dai punti di vista e, quando finalmente si accese la luce rossa della camera mi rivolsi al cavaliere con la prima domanda : “Cavaliere può gentilmente raccontare ai nostri telespettatori del suo incontro con la regina Elisabetta? Ricordo che l’addetto stampa mi fulminò con gli occhi …io risposi con un sorrisetto malizioso ma il cavliere fu felice di raccontarmi di quell’incontro inusuale e prezioso con Elisabetta regina d’Inghileterra. Portai a “casa” l’intervista che volevo. Se non fossi stato sicuro di me stesso non ci sarei riuscito.

La letteratura è un veicolo importante di conoscenza. Pensi che ci siano dei messaggi fondamentali da veicolare in questa prima edizione?
Sono un grande promoter della Sicilia, mi ccupo di ambiente politica e attività culturali e ritengo che questa sia una delle regioni più belle al mondo. Ma la Sicilia è una suola piena di contraddizioni e criticità intrinseche. Spazzatura, inquinamento ambientale e abusivismo sono alcune delle problematiche più rilevanti e da me affrontate. Ritengo che portare cultura sia doverso perchè con il confronto si può progredire.. il siciliano ama le novità.
Lasciamoci con un ricordo di Alessandra Appiano a cui è dedicata la scoperta di talenti nella terza serata del Siracusa Book Festival. A cosa pensi quando pensi alla tua collega prematuramente scomparsa?
La sogno spesso. Nell’ultimo sogno era lei a vincere il premio letterario, durante la cerimonia mi abbracciava forte. Questo mi dà la forza di andare avanti e continuare con questo progetto. Lei ne sarebbe felicissima. Affrontare tematiche come quelle della depressione, malattia che ha riguardato da vicino Alessandra è fondamnetale. Serve per non sottovalutare il problema.
Come avete scelto i vincitori del concorso letterario a lei dedicato?
E’ stata costituita una giuria: tra i giurati, l’attrice Ottavia Piccolo, Franco Cordelli, Simona Sparaco,scrittrice e moglie di Massimo Gramellini, Enzo DI Mauro, Silvia Truzzi, Daniela Marcheshi, Nanni Delbecchi, Marco Garvaglia. Sono state fatte delle votazioni.
Cosa ti sta insegnando questa esperienza di direttore di festival culturale nell’anno dei tuoi 40 anni.
Che si possono avere mille idee ma per realizzarle biosgna essere pratici e fattivi e soprattutto faticare molto. Successi e traguardi si raggiungo se dietro c’è tanta volontà, determinazione e lavoro. Nulla arriva facilmente. Le idee infatti sono di chi le sa realizzare…. e se non avessi avuto accanto a Marco Gravaglia e Francesca Campioli non ci sarei riuscito.