Abbiamo visitato alle OGR Officine Grandi Riparazioni l’installazione di Mike Nelson “L’Atteso” (a Torino, visitabile fino al 3 febbraio 2019). Si tratta del primo intervento site specific dell’artista inglese per un’istituzione italiana ed è un tempio suggestivo della capacità di commuovere dell’arte contemporanea.
Si entra nel grande spazio al chiuso, simbolo della riqualificazione post-industriale torinese, e istintivamente si viene colti da un senso di smarrimento che induce al silenzio. L’opera si presenta come un parcheggio al buio con macchine in attesa di attraversare qualcosa.
“Sono state portate qui macerie e macchine”, ci racconta il curatore Samuele Piazza. “Torino è una delle letture del progetto, Mike è londinese da anni, le macchine sono recenti con cui tutti abbiamo avuto a che fare, ma sono sul punto dell’obsolescenza”.
Un ragionamento su cosa saranno le macchine, cosa sono state per la città di Torino e cosa la società crede sia indispensabile e cosa da buttare: l’installazione è tutto questo.
All’interno di un ambiente buio dove, tra una distesa di macerie pressate, stazionano una ventina di automobili parcheggiate, coperte di polvere, in stato di abbandono. Non è chiaro perché le macchine siano in questo stato, ma diversi oggetti che raccontano le memorie dei loro possessori reali o immaginari sono ancora distribuiti tra i sedili e portano traccia del passato del luogo.
Una struttura narrativa emerge dalle modifiche dell’architettura in relazione alla storia dell’edificio e agli oggetti attentamente selezionati dall’artista e da lui trasformati in sculture, per creare un’articolata stratificazione di senso. I livelli di lettura si sedimentano come le stratificazioni materiali che formano il terreno e la patina che ricopre gli oggetti, mentre tra le crepe dei sedimenti emergono possibili molteplici interpretazioni, tra il viaggio onirico e la fantascienza.
120 tonnellate di rifiuti