1 Agosto 2023

L’arte di Michal Korman: tutta la bellezza della natura

La forza della gioventù nelle opere dell'artista che abita a Parigi. Visita alla sua dimora e racconto della genesi dei suoi quadri.

1 Agosto 2023

L’arte di Michal Korman: tutta la bellezza della natura

La forza della gioventù nelle opere dell'artista che abita a Parigi. Visita alla sua dimora e racconto della genesi dei suoi quadri.

1 Agosto 2023

L’arte di Michal Korman: tutta la bellezza della natura

La forza della gioventù nelle opere dell'artista che abita a Parigi. Visita alla sua dimora e racconto della genesi dei suoi quadri.

Michal Korman (1987), vive e lavora a Parigi, la sua patria d’elezione dopo un’infanzia da enfant prodige. Ci racconta che all’età di cinque anni, il pittore slovacco Jozef Jelenak lo ha ammesso ai suoi corsi per bambini presso la scuola d’arte nella città natale di Michal. Nel 2005, il suo stile si affina: una combinazione di dipinti ad olio, ispirati alla grafica. Nel 2006, Michal completa la scuola d’arte in soli due anni. Da allora, il suo stile personale si configura con motivi figurativi, trovando ispirazione durante i viaggi in terre e paesi a lui ignoti. A Bruxelles nel 2009, l’esordio europeo. Nel 2016, inizia a lavorare su piante e fiori che diventeranno la cifra connotativa della sua arte.

Le sue mostre sono state allestite dall’Italia al Giappone, Israele, Brasile, Francia, Belgio, Russia, Usa, Slovacchia, Sri Lanka. Un successo dopo l’altro, tanto che le sue opere ricche di brio ed esplosione di colori come la sua spiccata personalità, sono presenti in collezioni private di mezzo mondo per la loro carica di vitalità che trasmettono. Dal Belgio, al Canada, alla Cina, alla Repubblica Ceca, in Francia, Germania, Ungheria, Israele, Italia, Giappone, Lussemburgo, Malesia, Paesi Bassi, Federazione Russa, Singapore, Slovacchia, Spagna, Sri Lanka, Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti d’America.

E la casa di Michal? O meglio la nuovissima piccola deliziosa dimora atelier dove si è trasferito da poco, è semplicemente una autentica esplosione di colori. Sulle pareti domestiche ed in ogni angolo, i protagonisti assoluti sono i suoi dipinti connotati dai fiori rossi come il divano o gli sgabelli, dalle foglie realistiche e dai fiori fantastici delle ultime collezioni in cui fa capolino qualche dragone o una teiera. Altri soggetti che accampano lo spazio pittorico delle tele, sono steli verdissimi o le iris dalle tonalità intense come la sua vita artistica, mossa dalla curiositas che lo porta lontano dal Giappone alla Turchia. In Italia, nelle città d’arte ha trovato tante volte le ispirazioni dei suoi viaggi reali e visionari come solo la fantasia degli artisti puri sa ricreare.

“A volte disegno sul mio tavolo, guardando fuori la città per eseguire schizzi veloci; ho i miei libri a portata di mano e questo mi aiuta a sviluppare le idee. Quando ho bisogno di realizzare un disegno preciso, lavoro sul tavolo di legno. Quando non mi siedo per terra, trovo posto su uno dei miei quattro sgabelli rossi. Altrimenti, seduto sul pavimento, riesco a muovermi meglio senza stancarmi troppo”, afferma Michal con evidente entusiasmo per il suo lavoro. “La parte importante del processo è anche lo spazio per pensare; mi piace sedermi o sdraiarmi sul divano di fronte alle mie tele a cui sto lavorando. Trascorro molto tempo a guardarle; non c’è molta luce e questo mi aiuta a riposare gli occhi in quanto per la maggior parte del tempo lavoro con colori forti. Lavoro sempre ascoltando la musica. È molto importante per me, soprattutto quando mi giunge da dietro le spalle mentre lavoro. In tal modo, mi sento dentro il suono mentre dipingo”.

L’artista afferma che la sua casa atelier non è connotata da quella allure di follia creativa o dal disordine che a volte aleggia in tante dimore d’artista; al contrario, tutto è sistemato, lindo e dal sapore domestico, chiaro nelle scelte cromatiche che riflettono i colori che ravvisiamo nei suoi quadri sistemati sulle pareti o semplicemente adagiati a terra. Sono accostati in modo ordinatissimo come se stessero per essere portati via e trovare posto altrove.

Mi sono concentrato – continua il giovane artista – e ho trovato ispirazione nelle piante e nel mondo vegetale già da un paio di anni. I fiori, i giardini, gli esseri viventi intorno a me mi infondono felicità; trasformo in pezzi i piatti sulla tela con aggiunte: una sorta di ornamento o “motivo” per sublimare e interrompere la loro presenza all’interno della composizione. Importante per me è avere l’eccitazione artistica negli occhi. Giardini, parchi, fiori recisi o adagiati in vasi e brocche di ogni foggia e piante che crescono in vaso soddisfano la mia curiosità più di ogni altro “oggetto di interesse” e li considero un buon soggetto per l’apprezzamento e la comprensione di un’opera d’arte da parte del pubblico. Ma, mi diverto ancora di più a dipingere tutto quanto è dietro di essi: il vento, i ruscelli. La reattività alla luce incarna nel codice colore, le possibilità di sviluppo di ogni oggetto nel tempo. Mi sono rivolto in qualche modo con naturalezza a questi “soggetti e spazi” che non ero in grado di esplorare nell’infanzia a causa di una forte allergia. Oggi, mi danno gioia e piacere così come il fatto di tradurli in arte. Lavoro tanto con la musica e le forme dei dipinti sono sviluppate con la struttura dei pezzi musicali; ad esempio, ho realizzato tre tele per i concerti; quattro, cinque, sei per le suite… La musica mi dà molta ispirazione. Lavoro solo con olio sulla tela con la tecnica di super-flat nello stile cloisonné, poi aggiungo il motivo contrastante sulle macchie di colore puro. Non è acrilico, tutto olio”, ci spiega con tutto la pacatezza e il brio che trasudano dalle sue opere.

Michal Korman, da sinistra Chenille e Cactus.

Il tempo è assente o è stigmatizzato dai petali dei fiori recisi che non cadono come nelle nature morte d’una erudita quanto lontana accademica sapienza; nei suoi autoritratti, vi è la forza della gioventù d’un novello petit prince dell’arte tout court. Compare e si impone la bellezza del suo sorriso alla vita. Il suo esprit a volte è smorzato da un velo di inquietudine che traspare negli occhi di alcuni autoritratti e nelle variopinte ali della farfalla posata per sempre sulla mano in un suo magnifico ritratto.

Testo Teobaldo Fortunato, foto Michal Korman

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