All’improvviso non ci siamo più chiesti dell’oppressione delle idee. La situazione sanitaria è in continua evoluzione nel mondo ma ci sono delle dinamiche che, osservando il lavoro di artisti come Claudio Sorrentino, continuano a interrogare e affascinare i creativi. Napoletano, classe 1986, Sorrentino ha ideato l’installazione “Fabula” in vetro proprio per simboleggiare le idee fragili che sono delle bandiere al vento. “Ora la voglio far vivere e portarla al mondo” ci racconta l’artista, che vorrebbe realizzare l’opera in una fabbrica di vetro e sta pensando a metodi sofisticati per installarla nel punto giusto.
“La percezione dell’installazione, metaforicamente si fa significato anzi, significati – racconta Sorrentino, Premio Arte Cairo Editore, 1° classificato sezione Fotografia nel 2013, a The Way Magazine – . Ognuno nelle cose (dell’arte?) può dare la propria interpretazione. Nello specifico, ogni bandiera ha la propria prospettiva ma, ponendosi di fronte avviene l’unificazione dei punti di vista in un unico blocco frontale. Simbolicamente un atto di forza sui punti di vista. La stereopsi che in questo caso può essere paragonata alla ricerca di senso attraverso la costruzione tridimensionale, è annullata grazie anche alla trasparenza del vetro. Insomma, è come dire è impossibile fortunatamente avere un unico punto di vista”.
Perché Fabula? Per lo spirito di contraddizione, dice Claudio Sorrentino: “Ho realizzato questo lavoro unendo aspetto formale e contenuto, facendo attenzione ad organizzare gli elementi del racconto, in questo caso: prospettiva, vetro, simboli, un po’ come il formalismo russo. Un omaggio di bandiere rosse ad un gruppo di artisti in contrapposizione all’uso dell’arte sotto la Russia staliniana come realismo socialista”.
L’idea di Fabula è nata durante il periodo che il creativo ha trascorso in Germania partendo dallo studio di un documentario nazista dal nome Was Du Ererbt (“Cosa erediti”) per il programma AKTION T4 contro le malattie genetiche e handicap mentali. Ma si porta indietro una tradizione tutta italiana: dall’anniversario della fondazione del Pci, al 1° Maggio di Emilio Notte che si trova al Museo del Novecento a Napoli.
Claudio Sorrentino, che ha conseguito nel 2013 la laurea magistrale in new Media Art presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, con il progetto “E tu cosa mi dai in cambio?” , è avezzo allo stimolo dello spettatore attraverso la sua arte. Nel 2011 si era laureato in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, con il progetto: “QUESTO NON E’ UNA TESI, sicuro è solo à morte” . Altri interventi li ha realizzati come assistente dell’artista Thomas Kilpper nel progetto “A lighthouse for Lampedusa”, Mediation biennale, Poznan (Polonia) e “Squatt or be damned”, Fokus Biennale, Lodz (Polonia).
successivamente “cotta” a caldo in modo da esaltarne la texture garantendola nel tempo.
Di Fabula. Clausio Sorrentino confessa: “La cosa che mi piace è che la bandiera permette varie interpretazioni e spiegazioni, si può rapportarla al proprio credo o al proprio passato. Esprimere l’idea politica con queste bandiere da parata fatte di vetro rapporta alla fragilità. I punti di vista si azzerano perché Fabula appare come un unico blocco di bandiere. Lo ammetto, io subisco la fragilità, è così difficile arrivare a un credo e sostenerlo. Viviamo in un mondo fatto di medie statistiche, vedo che c’è molta difficoltà ad esporre la propria posizione. Fabula è anche questo, un riflesso del nostro tempo”.