“Sannacchiudere” significa “bisogna chiuderli, metterli via”. Nella credenza, si intende perché questi dolci tarantini sono talmente buoni che se fatti in prossimità delle feste, a Natale rischiano di non arrivarci perché tutti li vanno a prendere per mangiarseli prima. Giovanni Bucci, giovane chef pugliese con la passione della cucina regionale, è stato protagonista di una nostra scoperta estiva in Sardegna.

Ora, per la stagione natalizia, è tornato a casa, nella sua Taranto, precisamente nella parte storica della città di mare alla punta d’Italia, dove le donne usavano ingredienti “di rimanenza” per creare prelibatezze. I “sannacchiudere” sono fatti con farina, zucchero, uova e vino bianco e la scorza d’arancio tipica del periodo invernale.
“Mi colpivano per il nome quando ero piccolo – ci ha confidato lo chef – le nonne dicevano: sono talmente buoni che si devono chiudere negli stipetti altimenti finiscono prima di Natale. Sono tipici gnocchi rigati e si modellano con le mani, quindi è un dolce tipico della sapienza antica”.

PREPARAZIONE – Bisogna disporre degli ingredienti poveri che erano quelli che si avevano a disposizione nelle case: farina, olio extra vergine d’oliva, vino bianco, zucchero, scorza di arancio e limone, cannella e chiodi di garofano.
Si prepara l’impasto creando dei bastoncini da cui si ricavano dei tocchetti da incavare su un rigagnocchi (vedi foto). Si passa alla cottura friggendoli in abbondante olio e infine, una volta freddati, si ripassano nel miele caldo ammorbidito e vengono serviti con codette e anesi colorati per guarnirli con allegria.

Giovanni Bucci chiude così: “Proprio perché questa distanza sociale in questo Natale 2020 ci fa sembrare freddi e distaccati le cose che puoi fare in casa con la famiglia sono da rivalutare. Prepariamo dolci della tradizione e sarà di buon auspicio per la speranza di un anno migliore con soluzioni e sollievo”.