18 Giugno 2017

Lindsay Kemp a Firenze… e gli studenti IED sognano in grande!

L'esclusiva dell'incredibile performance dell'artista per lo Ied di Firenze. Una leggenda della danza contemporanea che continua a mescolare le arti.

18 Giugno 2017

Lindsay Kemp a Firenze… e gli studenti IED sognano in grande!

L'esclusiva dell'incredibile performance dell'artista per lo Ied di Firenze. Una leggenda della danza contemporanea che continua a mescolare le arti.

18 Giugno 2017

Lindsay Kemp a Firenze… e gli studenti IED sognano in grande!

L'esclusiva dell'incredibile performance dell'artista per lo Ied di Firenze. Una leggenda della danza contemporanea che continua a mescolare le arti.

Passare due giornate col maestro Lindsay Kemp, vederlo durante le prove, subirne l’energia, l’entusiasmo e la passione che mette in ogni spettacolo e che trasmette a chi lo affianca con parola intonata, espressione, gesto, pausa è un’esperienza che mi ha riempito e avvolto e che cercherò di trasmettervi anche attraverso le sue parole cominciando dal principio.

Hanno fatto una meravigliosa incursione nel mondo della creatività pura, della fantasia, della inventiva folle i giovani creativi dello IED di Firenze che hanno partecipato alla realizzazione dello spettacolo “Kemp Dreams Kabuki Courtesans” nell’ambito di un workshop – ispirato al teatro Kabuki e alle stampe artistiche giapponesi Ukiyo-e, del periodo Edo, tra il XVII e il XIX secolo – tenuto dal 12 al 15 giugno In occasione della 92ma edizione di Pitti Uomo.

40 studenti IED, guidati dal maestro della danza contemporanea, Lindsay Kemp, come novelle Alici sono scesi nel mondo meraviglioso del teatro Kabuki e, con la guida del ballerino-mimo-regista e con la supervisione di Giovanni Ottonello, art director IED, hanno creato i costumi per lo spettacolo finale, grazie a tessuti e prodotti provenienti da aziende del territorio comasco e toscano, ed hanno completato la loro partecipazione all’evento indossando le loro creazioni durante la performance finale andata in scena il 15 giugno presso il suggestivo Chiostro del Museo Novecento di Firenze.

Lo spettacolo è stato un evento semi-improvvisato, irripetibile, con protagonisti Lindsay Kemp, Daniela Maccari, Alessandro Pucci ed il maestro Joji Hirota, musicista giapponese che con le sue percussione, il suo flauto e canto, ha accompagnato i ballerini in una fusione tra antica tradizione e avanguardia contemporanea.

“Dovendo collaborare col mondo della moda ho pensato che avevamo bisogno di un po’ glamour, un po’ di stravaganza e un po’ di follia nei vestiti, perché, specialmente in questo momento, in cui il mondo è così povero e così cupo, abbiamo bisogno di colore, passione ed amore” ha dichiarato Kemp durante una godibilissima conferenza stampa, incantando i presenti con il suo carisma prepotente e il suo charme ineguagliabile. Ha suggerito, quindi, agli studenti di abbandonare le regole e le inibizioni e lasciarsi andare alla follia, non essere convenzionali. Il risultato sono stati kimono destrutturati, accresciuti nei volumi, dipinti a mano in grado di fondere tradizione e innovazione. “Collaborare con questi ragazzi è stata un’avventura. Io sono sempre molto ansioso quando lavoro, ma ho trovato un bel gruppo che ha lavorato con entusiasmo”.

Per lo Ied di Firenze, la partecipazione di Lindsay Kemp è stata il culmine di un percorso formativo per gli studenti.
Per lo Ied di Firenze, la partecipazione di Lindsay Kemp è stata il culmine di un percorso formativo per gli studenti.

Il grande maestro ha poi ricordato che il suo amore per il Giappone ed i ventagli e per l’estetica giapponese iniziò quando era un bambino di 2 anni e mezzo e il padre, che era un marinaio, portò dal Giappone un piccolo regalo, un piccolo kimono ed un piccolo ventaglio. “Quindi quel kimono” ricorda commosso “fu il mio primo vestito. Il mio primo giorno di scuola, quando si supponeva si dovesse indossare quell’orribile divisa grigia, non appena salutai mia madre con un bacio”, dice mimando il gesto, “levai la divisa ed indossai il mio kimono rosso. Naturalmente il preside della scuola scrisse una lettera a mia madre: “Gentile signora Kemp non lo mandi a scuola con indosso un kimono rosso” e così il giorno dopo l’ho indossato blu”, facendoci capire così che sin da bambino era presente in lui una spiccata sensibilità verso l’arte e contro le convenzioni.

Tornando allo spettacolo ha raccontato: “Quando mi è stato offerto di partecipare a questo progetto ho chiesto colori e luci e gioia. Quindi una volta ancora sono tornato al mondo fluttuante del Giappone periodo EDO, quando c’era solo tanto piacere. C’era il Kabuki, c’erano le case da te e c’erano i bordelli, con prostitute d’alta classe. Ed i loro vestiti, il loro stile di vita sono stati d’ispirazione per alcuni dei miei lavori. Così ho chiesto agli studenti di ispirarsi al Kabuki con particolare attenzione al mondo fluttuante, non copiando, ma prendendo spunto lasciandosi ispirare: chiudere il libro e creare i loro disegni. Perché Kabuki significa “Avanguardia”, quindi li ho incoraggiati a non essere tradizionali, anche se io amo tutto ciò che appartiene alla tradizione. Ma il lavoro deve appartenere a questo momento, all’oggi e ho incoraggiato gli studenti ad essere “folli”, a rischiare. E quando vedrete i vestiti, alcuni più di altri, vi direte che hanno ricevuto il messaggio. Sono folli!”.

Lindsay Kemp a Firenze in posa con la firma di The Way Magazine, Camilla Di Biagio.
Lindsay Kemp a Firenze in posa con la firma di The Way Magazine, Camilla Di Biagio.

E con un riferimento personale, alla sua strepitosa carriera, alle inevitabili difficoltà incontrate, si è immerso nei ricordi:Creare la produzione di questi costumi con gli studenti mi ha ricordato moltissimo la preparazione dei miei costumi e delle mie cose, tutto all’ultimo minuto, poco tempo per cucire, pochi soldi, tutto incollato e spillato insieme. Quando stavo preparando lo spettacolo di Sarah Mei a New York, off off off off Brodway, venne Diane Vreeland e dopo lo show mi disse (imitando la Vreeland) ‘ehi, che incredibili costumi! Dove li hai fatti fare? A Londra, a Parigi…’ Ma in realtà erano stati fatti il giorno prima con colla e spilli. Erano meravigliosi! “ Io spero che stasera voi troverete i costumi forse non meravigliosi ma particolari”.

Qualcosa lo riporta all’oggi: “Ah, dimenticavo! Anch’io sono nello spettacolo e porterò in esso un tocco giapponese, perché non sono giapponese, portandovi nel mood. Il che mi ricorda che vi devo lasciare. Farò due piccoli numeri ispirati dal kabuki e ispirati da balletti che ho fatto durante tutta la mia vita indossando il mio primo kimono (e mima se stesso bambino con mosse leziose). Ma li farò freschi e nuovi e d’avanguardia perché improvviso, ricomincio sempre ogni volta che entro in scena, quindi divento veramente nervoso prima di ogni performance perché non so cosa farò e cosa penserà il pubblico”.

Lindsay Kemp in vari momenti della giornata fiorentina e con la nostra inviata Camilla Di Biagio.
Le comparse dello spettacolo in vari momenti della giornata fiorentina e Joji Hirota con la nostra inviata Camilla Di Biagio.

“Uno degli elementi più importanti di questo show” ricorda infine, “è il musicista Joji Hirota che è venuto dal Giappone per suonare le sue musiche durante lo show. Un genio con cui ho lavorato diverse volte”. Poi, vedendo in fondo alla sala le allieve vestite con i costumi creati sotto la sua supervisione, dice “sono molto felice di vedere le mie nuove figlie e rivolgo loro tutti i migliori auguri: giorni titanici”.

Allestita presso la sede di IED Firenze (Via M. Bufalini 6r) è una mostra dei disegni su seta realizzati da Kemp, che diventerà poi itinerante.

“Il rapporto tra IED e Lindsay Kemp è frutto di una curiosità reciproca; avrei sognato di avere la possibilità , come studente, di poter interagire con un artista di tale livello. – afferma Alessandro Colombo, Direttore IED FirenzeQuesta esperienza sarà una punta di diamante nel percorso di formazione dei giovani creativi di IED”.

Fotoservizio conferenza stampa e backstage: Camilla Di Biagio per The Way Magazine

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Camilla Di Biagio

The Way Magazine ha un occhio sulla "grande bellezza" di Roma (e non solo) grazie a Camilla. Sempre attratta dal fashion world lo vive sin da giovanissima. Se tre è il numero perfetto, la perfezione nasce dal connubio moda, musica, spettacolo. Fashion designer, fashion stylist ed event planner, si dedica alla scoperta ed alla formazione di giovani creativi, preferendo il dietro le quinte alle luci della ribalta. Dopo una lunga stagione dedicata alla produzione e all'allestimento di sfilate (Milano Moda, Alta Roma) e alle mostre d'arte, ora affianca alla sua professione anche l'insegnamento allo Ied di Firenze.
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