1 Giugno 2025
“BELLADONNA OF SADNESS” ALLA GIOVANNI BONELLI DI MILANO

Davide Serpetti, la dualità nell’arte della devozione

1 Giugno 2025
“BELLADONNA OF SADNESS” ALLA GIOVANNI BONELLI DI MILANO

Davide Serpetti, la dualità nell’arte della devozione

1 Giugno 2025
“BELLADONNA OF SADNESS” ALLA GIOVANNI BONELLI DI MILANO

Davide Serpetti, la dualità nell’arte della devozione

C’è un fil rouge dualistico nella mostra BELLADONNA OF SADNESS, la personale dell’artista Davide Serpetti, a cura di Giorgia Achilarre, in visione alla Galleria Giovanni Bonelli di Milano. La fascinazione dell’artista per la devozione, sia che si esprima in ispirazione a immagini sacre, che nell’ostentazione del riferimento all’icona pop, è sintomatica di un ‘duel’ culturale che è parte della sua vis creativa.

La sua pittura non cerca di assecondare le mode del sistema. Davide Serpetti appartiene si nutre di cultura visiva, cinema, archetipi e mitologie personali. Ma soprattutto di voglia di generare preghiera e silenzi, simulacri rinnovati e immagini suggestive. Belladonna od Sadness è l’eredità del fumetto in film psichedelico giapponese di Eiichi Yamamoto del 1973, ma è anche un titolo che spiazza e allo stesso tempo affascina, diventando la chiave per comprendere una mostra intensa, ambiziosa e profondamente interiore.

Tele di grandi formati e piccole narrazioni laterali riempiono con il giusto colore lo spazio bianco della galleria milanese. Si tratta di accostamenti che dialogano nello spazio e tra loro, un dettaglio non trascurabile della mostra, che spesso mette a confronto figure e contro-figure, alter ego e capostipiti. È qui che l’artista inserisce i grandi temi della sua ricerca quali la devozione, le relazioni sbilanciate, la dualità, nonché la spiritualità laica di una generazione – la nostra – che ha sostituito la fede con l’immagine. Serpetti lo fa attraverso una pittura che non ha paura di essere lirica e tragica, colta e contaminata, e in dialogo con l’immaginario cinematografico di Stanley Kubrick, Gus Van Sant, David Lynch e Quentin Tarantino, ma anche con i martiri cristiani, gli eroi pop e i santi queer. Echi del Romanticismo si fondono con la sottocultura visiva dei primi anni Duemila, come se William Blake incontrasse il videoclip di un gruppo post-grunge.

Fino a luglio 2025, Galleria Giovanni Bonelli via Porro Lambertenghi, 6 Milano

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