Il calcio, da qualche lustro a questa parte, è cambiato non solo dal punto di vista atletico, tecnico e tattico, ma anche per quanto riguarda i legami con il costume, intessendo un rapporto sempre più stretto con moda e design.
Il calcio è infatti diventato ben più di tattica e tecnica. Certo, gli appassionati di calcio non si perdono nemmeno un big match, puntando sulle partite più importanti nei siti scommesse con bonus di benvenuto e seguendo le gare di Champions e Serie A sui canali di tv on demand, parlano di tattica e di strategie sul mercato, ma non solo.
Ogni anno, infatti, si attende con una certa trepidazione l’anteprima della maglia di gara per la stagione successiva; le scelte dei designer dei brand sportivi, non di rado, suscitano vespai di polemiche, perché magari si allontanano troppo dai modelli o dai colori storici, quelli maggiormente rappresentativi, a cui i tifosi più tradizionalisti sono affezionati per ragioni storiche e sentimentali.
L’evoluzione delle maglie da calcio
Correva l’anno 1973 quando Admiral, noto brand inglese, ha la pensata di produrre le maglie da calcio per le squadre professionistiche. Cominciano dal Leeds e, in tempi brevi, arrivano a vestire la nazionale di calcio inglese, versando 15mila sterline ma ottenendo la possibilità di vendere le maglie replica a 5 sterline l’una.
Di lì in poi le maglie subiscono un’evoluzione che segue i trend della moda. Ogni decennio ha un suo stile, più o meno riuscito, di maglie da calcio.
Negli anni ‘80, cominciano a vedersi gli sponsor tecnici e quelli che oggi chiamiamo “main sponsor” sulle maglie da calcio. Quella che viene definita da addetti ai lavori e appassionati l’epoca d’oro del calcio italiano – mai si sono visti così tanti campioni sui campi delle squadre di A – vede maglie molto legate a stili e colori tradizionali, anche se i materiali cominciano a farsi più evoluti e in alcuni casi si abbozza uno slim fit – per esempio la Juventus dei primi anni ‘80. Salvo rari casi, vedi Platini, le maglie si tengono dentro i pantaloncini. Insomma, gli anni ‘80 hanno rappresentato la prima piccola svolta nell’abbigliamento tecnico, ma il bello è ancora di là da venire.
Gli anni ‘90 rappresentano la prima, grossa cesura col passato. Abbandonato il “proto” slim del decennio passato, nel decennio antecedente il nuovo secolo le maglie sono più larghe, dai colori sgargianti e con linee che cominciano a distaccarsi più marcatamente dalla tradizione. I pantaloncini si allungano, quasi a seguire la moda hip-hop.
Alcune maglie entrano nella storia e vengono riproposte a distanza di decenni, vedi l’Inter che qualche anno fa ha riproposto la divisa da gara indossata in Coppa Uefa durante la stagione 1997-1998, che vide i nerazzurri trionfare al Parco dei Principi contro la Lazio.
Nei primi anni duemila si cambia ancora. Si torna allo slim fin o meglio allo skinny fit. La maglia Kombat di Kappa avvolge strettamente i corpi dei giocatori, quasi diventare una seconda pelle. Sottile, elasticizzata, unisce il design e l’eleganza all’utilità, perché strattonare maglie così aderenti è complicato e, soprattutto, evidentissimo.
I grossi brand, intanto, sperimentano: tutti ricordiamo le maglie del Camerun durante La Coppa D’Africa del 2002, e gli intrecci con lo streetwear cominciano a farsi più stretti.
Negli anni 2010, le maglie da gara continuano la propria evoluzione tecnica e di design. I tessuti si fanno più comodi, leggeri, traspiranti, vedi il Dri-fit; i designer sciolgono le briglie alla fantasia e si vedono sui campi squadre con colori e linee molto lontane dalla tradizione. Pensiamo alla divisa dell’Inter del 2014: niente bande nero e azzurre, ma una maglia in stile gessato, elegante ma molto, molto distante dallo stile “storico”.
Con gli anni, il design delle maglie si fa sempre più audace. In linea con il vintage, che s’insinua nell’alta moda nel pret-a-porter, le maglie diventano camaleontiche: in stile baggy, abbinate a pantaloncini stretti, fatte di materiali sempre più sofisticati. I designer dei brand sportivi, con il beneplacito delle società, sperimentano stili, disegni e inserti che rimandano a simboli, alludono alla storia o guardano al futuro.
Il rapporto tra case di moda e società professionistiche
C’è un motivo se il design delle maglie da calcio evolve in linea con la moda. Come ha dichiarato a Linkiesta Torsten Hochstetter, ex Global Creative Director di Puma, “la nuova attenzione alla moda nel calcio è legata anche all’interesse dei club, che ogni anno vogliono una maglia innovativa, vendibile al bacino di persone più ampio possibile”. Anche perché, a parte gli irriducibili, è cambiato anche l’atteggiamento dei tifosi. “Sono cambiate le priorità dei tifosi, che non vogliono solo un kit da gara, ma un vero e proprio capo d’abbigliamento spendibile ovunque – afferma Hochstetter- questo comporta, per noi stilisti, un lavoro diverso dal passato, che oggi si mescola con il fashion e non rimane solo nel calcio”.
Ed ecco spiegato perché tra moda e calcio sembra essere nata una liaison destinata a durare. Le maglie diventano capi per outfit seguendo lo streetwear e l’haute couture, i club richiedono maglie e abbigliamento che possano essere indossati anche per uscire e non solo per allenarsi.
Le squadre, inoltre, sempre più si rivolgono alle grandi case di moda per l’abbigliamento formale, ma non solo. Dallo scorso agosto, Emporio Armani veste il Napoli; e quando diciamo veste, non intendiamo solo gli abiti di dirigenti e calciatori per gli impegni fuori dal campo, ma l’abbigliamento tecnico di prima squadra e primavera.
L’Inter, intanto, ha stretto una partnership con Moncler, il noto brand francese, ora con sede in Italia, che negli ultimi anni si è affermato come uno dei marchi più ricercati e prestigiosi. Il brand veste la squadra e la dirigenza del club “per gli impegni formali della stagione”. Ai nerazzurri risponde l’altra squadra meneghina, il Milan, che invece ha stretto una collaborazione con il brand Harmont & Blaine. È invece Loro Piana a vestire l’altra big del campionato italiano, la Juventus; la maison italiana è infatti Official Formal Suit per la stagione in corso.
Moda, design e calcio, dunque, hanno da qualche decennio cominciato un percorso insieme che proseguirà e si rafforzerà negli anni a venire. L’evoluzione delle maglie e dell’abbigliamento tecnico delle squadre, ormai è una certezza, seguirà di pari passo l’evoluzione della moda.