C’è un posto a Milano dove la cura del verde viene divulgata con meticolosa passione nipponica, in obbedienza al regime “slow” della paziente cultura orientale. Si trova a via Savona ed è gestito dall’artista green giapponese Satoshi Kawamoto. Green Fingers è un’azienda creativa che propone uno stile indipendente di verde. Supervisionando la direzione di numerosi negozi a Tokyo, New York e Milano, Satoshi Kawamoto è un designer di una vasta gamma di opzioni green, che applica non solo nei suoi negozi ma anche con lo stile interno di store altrui, ristoranti e grandi magazzini.
Il regno di Satoshi, di cui vi avevamo già parlato qui, è un magico mondo minimalista fatto di verde. Non parliamo solo di green attitude nei confronti della vita, con finanche una linea di vestiti da indossare con stile mentre si lavora con le piante. Ma è un’attitudine globale che invade tutta l’estetica della casa e della persona. Satoshi stesso è una costruzione vivente di questi principi: con un look molto curato e contemporaneo, un fisico minuto e tonico ravvivato da esplosivi tatuaggi, una personalità calma e decisa con idee vulcaniche su come decorare gli spazi con piante e installazioni.
Da dove sei partito?
Nel 2002 a Tokyo ho iniziato con un mio negozio. Adesso sono in un momento di transizione per il mercato giapponese e sto per aprire il mio brand lì. Poi mi sono dedicato alle aperture in occidente.
Come hai deciso per il nome Green Fingers Market?
Stavo cercando un modo per indicare il prendersi cura delle piante, pollice verde sarebbe il punto di partenza. E da lì ho pensato che a New York avrebbe avuto molto senso per un punto vendita in una città così moderna.
Come sei arrivato in Italia?
Un corner presso Woolrich a Milano ancora c’è, ma l’apertura è avvenuta sull’onda della mia partnership a New York con questo brand. Avevo iniziato con un esperimento di successo lì, e poi mi hanno offerto uno spazio in questo store a Milano che è il punto strategico per la moda in Europa.
Il tuo lavoro è con le mani ma anche le tue idee. Come si fa a imitarti a casa?
Così come vai a fare shopping a comprare indumenti, piuoi venire nei miei negozi e portare a casa quella pianta che più ti piace, che pensi stia meglio a casa. La sceta deve partire da questa aderenza, affinità. Scegliere è una cosa, ma considerare l’ambiente in cui si vive è un’altra. Molto dipende anche da come è fatta la casa, bisogna capire la situazione adatta, se c’è molta luce o poca illuminazione. Bisogna essere cauti all’inizio, perciò io non faccio mai correre con gli acquisti, suggerisco prudenza. Tanto poi se si è soddisfatti si torna!
Queste piante col tuo stile sembrano indumenti, installazioni. Sei un creativo a tutto tondo.
Non sono un negoziante solamente, ho scritto anche molti libri su come vivere con le piante, voglio suscitare stupore con le idee e portare i clienti in un mondo completo. Per esempio, se hai tre piante a casa e le metti semplicemente a terra, vieni da me e ti faccio vedere altre possibilità. Deve diventare una specie di esercizio con il design degli interni.
Ecco, per esempio, cosa faresti con tre vasi uno in fila all’altro?
Puoi usare sgabelli per appoggio in modo da aggiungere dimensione al decoro interno. La pianta in questo suggerisce meglio la sua posizione. Se c’è una pianta che cresce verso l’alto avrà bisogno di spazio in alto. Se un vaso ha foglie cascanti sarà più d’effetto se posizionato sospeso. Per me bisogna incontrare gusto personale e ambiente, non posso dare consigli in assoluto. Un vaso di terracotta o di metallo è un’alternativa da considerare a seconda dell’ambiente. Anche quello fa molto “arredamento”.
Conosci il giardino all’italiana?
So che i giardini giapponesi suscitano molto interesse qui. Ma non ho studiato lo storico concetto del giardino dei vari scenari europei. Posso dirti però che mi sono sempre documentato, sin da quando ero piccolo ero molto attratto dall’estetica europea. Credo che anche stando a Tokyo mi abbia fatto effetto essere contaminato dalla vostra estetica, andavo alle librerie internazionali a comprare libri di giardinaggio di tutti i paesi occidentali.
Oggi c’è un modo diverso di mostrare il verde. Il Bosco Verticale è un esempio…
Con i ristoranti, locali pubblici e altri business ora è un trend. Ci sarà sempre di più in futuro, molto dipende anche dal’appeal dei decori alle pareti. Più sono fantasiosi, più avranno sempre maggiore utilizzo.
Cosa prepari per i clienti che vengono a trovarti a Milano?
Il cliente che viene qui a Milano vuole principalmente un suggerimento, le persone vogliono avere dei consigli personalizzati. Il concetto che è in questo negozio è: mi rivolgo a chi può dare servizio su come costruire un concetto di ambiente. Tutti possono venire qui e trovare tutto quello che vogliono per abbellire le loro case.
C’è qualcosa di specifico che ti attrae del cosiddetto Milano Style?
Quando sono arrivato qui mi sono subito innamorato della città. Era un momento che viaggiavo molto avanti e indietro e quindi ho capito lucidamente cosa mancava. E a essere sinceri ho notato la stessa cosa che notai all’inizio a New York: mancava un negozio come il mio. Perciò l’ho aperto.