James Bond, l’agente segreto quintessenza del British style ha un legame più stretto con l’Italia da questa settimana: la produttrice della saga cinematografica 007 Barbara Broccoli ha infatti celebrato suo padre Albert in una due-giorni a Carolei, in provincia di Cosenza (come da noi annunciato qui).
In questa occasione Michael G. Wilson, figlio del produttore Albert Broccoli e attuale coproduttore della saga di James Bond, ha annunciato l’attivazione di un programma decennale in collaborazione con l’università della Calabria: una borsa di studio intitolata ad Albert Broccoli e destinata a studenti meritevoli dell’ateneo calabrese. La borsa di studio darà la possibilità di prendere parte ad una attività di master a Londra nell’ambito delle produzioni televisive e cinematografiche e di partecipare alle fasi di produzione di un film di 007.
Una recente due-giorni italiana dedicata all’agente segreto James Bond nato dalla penna di Ian Fleming e portato sul grande schermo dal produttore Albert Romolo Broccoli, originario di Carolei, un piccolo borgo alle porte di Cosenza, ha dimostrato il forte legame che esiste tra l’Italia e 007.
Lunedì e martedì scorso, la cittadina calabrese ha reso omaggio al suo figlio più celebre, il ‘papà’ cinematografico di James Bond. “Cubby” Broccoli, questo il suo soprannome, è stato al centro di un evento che ha visto protagonisti i suoi figli Barbara Broccoli e Michael G. Wilson, attuali produttori della saga di 007.
Il producer è stato, inoltre, ritratto in un elegante busto in bronzo, realizzato dallo scultore partenopeo Domenico Sepe e svelato alla presenza degli attori Giancarlo Giannini e Caterina Murino, che hanno preso parte a due film della saga di 007 con protagonista Daniel Craig.
Nel corso dell’intervista di lunedì sera, la Broccoli ha raccontato quel legame speciale che suo padre aveva con le pagine dei libri di Ian Fleming: “Quando eravamo in difficoltà, mio padre ci diceva di tornare ai romanzi di Ian, di ripartire dalle pagine scritte da lui. – ha rivelato la produttrice – Abbiamo cercato sempre di ‘tener vivo lo spirito di Fleming’, che era un grande viaggiatore e amava l’Italia. È per questo motivo che abbiamo scelto, nel corso di sessant’anni, luoghi italiani come Siena, Venezia, Como, Matera e Roma”.
Lo scrittore inglese, negli anni Trenta, aveva visitato le città di Torino e Roma, prima di stabilirsi a Napoli e Capri. Fu il professor Nigel Forbes Dennis, intellettuale e scrittore del Surrey, a consigliare al suo allievo e amico Ian di visitare Napoli e la Campania. Lo scrittore era rapito dalla forza visiva ed evocativa del Vesuvio, della Penisola Sorrentina e di Capri e, quindi, scelse di raggiungere l’isola per ammirarne la bellezza e per incontrare Mona Harryson Wilson, biografa di Jane Austen e firma della testata The Nation.
Ventidue anni più tardi, Fleming tornò in Italia, stavolta per il suo reportage “Thrilling Cities” del quotidiano Sunday Times: Torino, Firenze, Roma, Napoli, Capri, Ercolano, Pompei e i Campi Flegrei entrano prepotentemente nella memoria di Ian Fleming. E oggi sono patrimonio della cinematografia bondiana.