Il preparatore atletico che lo segue per le prossime gare di fitness non osa a definirlo “perfetto geneticamente per il body building”. Per Momo, all’anagrage Mbaye Mbow, 22 anni dal Senegal, il 2025 è l’anno della rivincita. E questa è la sua storia che ci fa vedere l’altra faccia dell’immigrazione nel nostro paese, quella fatta di obiettivi e dedizione. Momo è da due anni in Italia dopo un percorso a dir poco spaventoso: “Sono arrivato in Italia perché i genitori sono morti e ho solo due fratelli piccoli. Loro sono andati a vivere con mio nonno, io mi sono messo in viaggio per cercare fortuna”.
Ancora minorenne Mbaye ha “sentito la responsabilità di aiutare i miei famigliari e sono andato via dal mio paese in Costa d’Avorio, prima, in Burkina Faso, Togo, Nigeria poi. Ho sempre cercato di lavorare e guadagnarmi da vivere come potevo, facendo delle vendite nelle città e impegnandomi. Ma una volta arrivato in Libia ho deciso di puntare all’Italia”. Momo confessa di essere voluto venire perché il nostro paese, per lui e per tanti altri ragazzi della sua età, rappresentava una grande opportunità: “Mi hanno rimandato indietro due volte, dopo i difficili viaggi in mare. Poi a fine 2022 sono arrivato a Lampedusa. Dopo una settimana sono partito per Milano, dove ho deciso di voler studiare per capire il mio futuro e avere una crescita”. La voglia di migliorarsi da dove gli arriva? “Perché sono cresciuto da solo e la città con la grande opportunità che offre deve essere anche capita”. Ricorda la prima volta che ero in città: “Non conoscevo nessuno e sono andato a vedere il centro, il Duomo. Ho fatto le prime amicizie, il calcio è stato un grande collante con voi italiani. Lo guardavo in tv da piccolo, lo giocavo da ragazzino. Mi sono stabilito intorno a Bresso, sono andato a vedere per la prima volta giocare una squadra in uno stadio e mi sono iscritto agli allenamenti calcistici. Ma con lo studio e il lavoro che avevo trovato ho dovuto cambiare obiettivo”. La palestra, l’allenamento personale permette più autonomia, ed è così che Momo si è ritrovato a lavorare su se stesso, cambiando attività fisica e dedicandosi allo scolpire il suo corpo: “Ho pensato che iscrivendomi in palestra sarebbe andata meglio per i primi obiettivi che mi ero dato. E dalla sale pesi le persone mi hanno incoraggiato a partecipare alle gare di body building. In breve tempo ho trovato lo sport che faceva per me. Conoscere Denis, il mio allenatore, mi ha davvero cambiato. Mi segue e mi fa capire i miei punti di forza”. Momo è pronto per il suo esordio sul palco, a due anni dal momento più difficile della sua vita dove non aveva nessuna certezza.


Mbeye racconta: “Il mio punto di forza sono le gambe, la definizione e gli addominali. Ho percentuale di grasso zero. Ma non sono solo dedito alla palestra. Voglio vivere questa età per fare esperienza, mi piace leggere libri sulla crescita personale, ascoltare musica jamaicana e stare con persone da cui posso imparare”. La palestra e la costruzione di un nuovo fisico è stata una vera esperienza di riscatto: “Per me questa è un’esperienza di disciplina. Per me si tratta di uno sport come gli altri ma posso dire di farlo con moltissimo amore perché è diventata per me una sfida continua. Sono anche contento di espormi ai giudizi degli altri, mi fa cresce, è normale non poter piacere a tutti ma questo sport al momento è l’unica cosa che mi fa credere in me e mi rende felice”.
A 74 kg Momo si appresta a essere riconosciuto come un atleta professionista dal grande valore, non solo fisico ma anche simbolico. Sa che ci sono dei suoi connazionali forti nel body building ma il suo percorso è abbastanza unico: “Lo sport è una grande motivazione per il futuro, ho un lavoro collaterale e nelle pause anche dallo studio scappo sempre in palestra. Riconosco che è difficile fare tutto senza motivazione e per questo adesso mi sta venendo voglia di poter essere di aiuto anche agli altri. Con la mia storia credo di poter spingere tanti ragazzi a migliorarsi”. Due le ambizioni per il momento di questo ragazzo determinato in piena fase di riscatto: “Voglio diventare io stesso un personal trainer professionale. E continuare per l’obiettivo finale, gareggiare per Mr Olympia”. Cosa ha imparato finora? “Che l’unico valore vero è la famiglia e spero un futuro migliore per loro”.
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